GARRY PITCAIRN, "The Gospel": un viaggio negli angoli più oscuri dell'anima
Garry Pitcairn in una foto promozionale.
Garry Pitcairn in una foto promozionale.

GARRY PITCAIRN, THE GOSPEL: un viaggio negli angoli più oscuri dell’anima

Garry Pitcairn, cover "The Gospel"Garry Pitcairn presenta “The Gospel” il suo secondo lavoro in studio. Ad un primo ascolto ci troviamo davanti a un disco in grado di miscelare sapientemente il folk più oscuro con la psichedelia e una buona dose di “acidità sonora”.

In “The Gospel” il cantautorato incontra queste sonorità cupe e acide, per dare vita a un sound ruvido e, quasi, disturbante. Molto intrigante la scelta di questi suoni al timbro molto cupo e dal sapore vintage che danno al disco la solennità di certe invocazioni profonde e austere.

Garry Pitcairn ha saputo mettere mano a questo dark folk per trasformarlo in un qualcosa di altro, che sembra suonare da un piano fisico differente. Un piano dove l’oscurità fa da padrona e la musica sembra provenire da un vecchio grammofono dai suoni acidi e tetri.

Garry Pitcairn, l’elegante oscurità di “The Gospel”, dark-folk ruvido e disturbante

La vera maestria di Garry Pitcairn emerge negli intermezzi sonori che, un brano alla volta, emergono dalle tenebre per esplodere in tutto il loro splendore. Tutto è dosato alla perfezione e va a sostenere e rafforzare una linea vocale che, seppur melodica, sembra ricalcare una litania o una qualche invocazione.

Altro grande punto a favore di questo artista è la scelta sapiente delle singole sonorità portate in scena. Ogni suono, ogni eco è concepito per creare questo senso di disturbante oscurità che avvolge l’ascoltatore e non lo lascia andare per tutta la durata del disco.

Utilizzare suoni del genere non è facile, a lungo andare si potrebbe rischiare di diventare una parodia da B-movie horror senza troppe pretese. Ma Garry Pitcairn è a un livello a parte e padroneggia queste timbriche con maestria e eleganza.

“The Gospel” è un viaggio nelle pieghe più oscure dell’anima

“The Gospel” è un disco magnifico. Un lavoro che affascina l’ascoltatore e lo accompagna in un lungo viaggio sonoro fatto di luci e ombre, dove niente è come sembra e ogni suono ha qualcosa da raccontare.

Che sia la vena più noise o quella più psichedelica i brani di “The Gospel” dimostrano un carattere forte e profondo, in grado di scandagliare le pieghe più oscure dell’anima. Garry Pitcairn affonda le mani negli angoli più oscuri dell’uomo e porta alla luce tutta quella materia che costituisce l’anima di questo disco.

Un lavoro del genere è un qualcosa di unico e di eccezionale, che merita di essere ascoltato al buio, in religioso silenzio e con la concentrazione necessaria per affrontare un viaggio negli angoli più remoti di questo affascinante universo sonoro. L’ascolto è consigliatissimo.