GIOVARI: "Quest’anno è stato per me un anno di crescita e cambiamenti"
Giovanni Arichetta, in arte Giovari, in una foto promozionale.
Giovanni Arichetta, in arte Giovari, in una foto promozionale.

GIOVARI: “Quest’anno è stato per me un anno di crescita e cambiamenti”

Ciao Giovanni Arichetta, sono entusiasta di scambiare due chiacchiere con te sul portale online di Music.it! Iniziamo questa intervista raccontando un aneddoto imbarazzante sul tuo conto e possibilmente mai svelato prima!

Sono una persona molto pensierosa e quando sono assorto nei miei pensieri divento molto sbadato. Mi capita spesso di dimenticare appuntamenti o cose da fare. Per esempio, una volta ho dimenticato la tracolla della chitarra per una serata e ho dovuto cantare e suonare seduto per tutta la sera.

Forse avrei dovuto presentarti ai nostri lettori come Giovari, pseudonimo che hai scelto per la tua carriera artistica. Cosa ti ha spinto ha cambiare identità da un punto di vista musicale?

Quest’anno è stato per me un anno di crescita e cambiamenti nonostante il mondo della musica si sia fermato causa covid. Ma a volte fermarsi è il miglior modo per ricominciare. Ho avuto tempo per riflettere e ripensare al mio percorso. Non mi sentivo soddisfatto; volevo qualcosa di più. È cresciuto in me il desiderio di migliorarmi e di dedicarmi in modo più assiduo allo studio della musica, alla ricerca di nuovi stimoli e la voglia di affrontare nuove sfide.

Sentivi la necessità di farti vedere sotto un altro punto di vista? Qual è la differenza principale tra Giovanni e Giovari?

Sicuramente la necessità di sentirmi un artista differente, più maturo, con una maggiore consapevolezza di ciò che vorrei essere e del messaggio che vorrei dare. Un nuovo modo di approcciarsi alla musica e al percorso artistico, non fatto solo di ispirazioni e momenti ma di costanza e ragionamento. Un’attenzione maggiore ai particolari senza lasciare nulla al caso.

Giovari, è proprio con il singolo “Senza Barriere”, uscito sulle piattaforme digitali il 22 gennaio, che inauguri questo nome d’arte. Raccontami di questo progetto, com’è nato e cosa ti piacerebbe trasmettesse al tuo pubblico.

Parla di voglia di rivincita, voglia di realizzarsi. Ambire a una realtà dove il rispetto reciproco non è un pensiero utopico e dove i sogni fatti da bambino a volte si realizzano. Riuscire a sconfiggere le proprie paure superando tutti e tutto, abbattendo ogni barriera che ostacola il proprio cammino.

“Senza Barriere” è un brano introspettivo, ma che non dimentica mai di rappresentare visioni positive e coraggiose. Il periodo che stiamo vivendo, quello drammatico del covid, ha contribuito a farti fare queste riflessioni?

Beh, certamente quello che stiamo vivendo è un periodo particolare, che ha influenzato la vita di tutti quanti. Credo in particolare quelli che, come me, dalla vita tentano sempre di farsi ispirare per scrivere brani nuovi. Questa canzone, anche se solo in parte, è figlia di questo periodo. Per scrivere qualcosa riguardo un evento o una situazione, devo prima viverla, assimilarla e superarla. Solo allora mi sento pronto a parlarne nelle mie canzoni.

Giovari, c’è stata un’esperienza lavorativa che pensi ti abbia segnato più di altre? Qualcosa che porti nel cuore, in modo indelebile.

Sicuramente l’esperienza che mi ha formato maggiormente è stato il Festival di Castrocaro nel 2019. Essere scelto tra i migliori dieci in Italia è stata sicuramente una grande iniezione di fiducia, oltre all’enorme soddisfazione. Non potrò mai scordare la settimana intensa vissuta prima della finalissima su Rai 2. La pressione prima della diretta, le prove continue, gli scherzi e l’ansia condivisa con gli altri ragazzi in gara. Mi ha aiutato a crescere molto, mi ha fatto conoscere una realtà che fino a qualche anno prima consideravo solo come un sogno.

Nel 2001 hai iniziato ad entrare nel panorama musicale suonando la chitarra, poi nel 2017 la grande svolta: prendere lezioni di canto. Com’è nata questa decisione? Ti ha suggerito qualcuno questa strada o è stata una tua intuizione?

Ero solito suonare da solo in cameretta, quasi sempre. Un giorno ho scritto una canzone e mentre la canticchiavo mi hanno sentito in famiglia. Da parte loro è partita la spinta che mi convinto a provarci e a mettermi in gioco. Piano piano, tramite esperienze, delusioni e soddisfazioni ho capito che era la strada giusta per me e per percorrerla al meglio dovevo continuamente migliorarmi e diventare più sicuro dei miei mezzi. Lo studio serve soprattutto a questo.

Se potessi decidere di collaborare con qualcuno, chi sceglieresti?

Sono un fan sfegatato di Ed Sheeran, per l’abilità con cui riesce a tenere un palco con solo una chitarra e una loop station. Poter suonare con lui per me è un sogno.

Giovari, purtroppo siamo giunti al termine di questa piacevole intervista! Le ultime righe però sono le tue, sbizzarrisciti! Ciao!

Amici cantanti, amici musicisti, teniamo duro perché presto torneremo a calcare ogni palco e sarà tutto ancora più bello!