hUMANOALIENO: “La realtà attuale ha preso una direzione che non mi piace”
Un'immagine promozionale di hUMANOALIENO.
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hUMANOALIENO: “La realtà attuale ha preso una direzione che non mi piace”

Oggi avremo un incontro ravvicinato molto particolare su Music.it. Diamo il benvenuto a hUMANOALIENO! Sono sicuro tu abbia visto un sacco di cose, umane e non. Racconta ai lettori qualcosa di esilarante e inedito accaduto nel tuo percorso musicale!

Bentrovati! Beh, In quasi 25 anni di carriera ne abbiamo viste davvero tante! Dai gestori dei locali che ti chiedono: “quanta gente porti?”, alle recensioni dei tuoi dischi dove vengono citate tracce inesistenti. Prova lampante che il recensore non ti ha ascoltato davvero! Ma l’aspetto più interessante è l’umanità variegata che incontri durante i live. Ci si potrebbe scrivere una sceneggiatura per un film. In primis, cito i miei musicisti! Gente davvero strana! Una volta il batterista che mi accompagna nell’attuale tour si svegliò alle 4 del mattino su di una panchina. Si ritrovò in compagnia degli operatori ecologici che ripulivano la piazza, teatro, la sera prima, di una mastodontica festa della birra. Tornò a casa alle 6 di mattina chiedendo un passaggio a 4 ragazzi neri che andavano a lavoro. Quello che chiamano lavoro, ma che in realtà è puro sfruttamento! Erano raccoglitori di pomodori, pagati 2 euro l’ora…

hUMANOALIENO è il nome della band di cui facevi parte, scioltasi nel 2015. Cosa ha portato alla rottura? Perché non usi Macs Villucci, ossia il tuo nome?

hUMANOALIENO è una mia creatura. Ho fondato il gruppo nel 2005. Dopo dieci anni di carriera, un disco uscito nel 2012 con l’etichetta CNI (Agricantus, Enzo Avitabile, 99 Posse), prodotto da Cristiano Santini (I Dischi del Mulo, Disciplinatha, Consorzio Suonatori Indipendenti), numerosissimi live in giro per l’Italia (apertura dei concerti di Patti Smith, Bugo, Diaframma, dello spettacolo di Ascanio Celestini, scelti da Red Ronnie per la sua trasmissione Red Optima Alert) di comune accordo abbiamo deciso di separare le nostre carriere artistiche. Forse avevamo dato tutto! Siamo rimasti, comunque, grandi amici. Dopo 2 anni di pausa ho deciso di ricominciare, conservando il nome, perché mi sembrava giusto portare avanti il progetto che aveva ancora, secondo il mio parere, tanto da dire. Ed eccomi qui! Con un nuovo disco, “hUMANOALIENO 2”, che ho pubblicato a marzo con l’etichetta Isola Tobia Label.

Cosa ti ha spinto a riprendere in mano quel nome, farlo tuo, e rigettarti nella musica come cantautore?

Come ho detto, sono convinto che abbia ancora molto da dire. Il fatto che hUMANOALIENO sia diventato un progetto solista mi dà la possibilità di sentirmi più libero nella creazione artistica. I pezzi nuovi raccontano davvero cosa sono diventato e dove voglio andare. Sono sinceramente soddisfatto del risultato e delle scelte che ho fatto. Per questo nuovo lavoro mi sono affidato di nuovo alla grande competenza di Cristiano Santini per la parte che riguarda la produzione artistica. E ho scelto di pubblicare l’album con un’etichetta giovane, ma gagliarda! I ragazzi dell’Isola Tobia Label sono davvero competenti e ti seguono lungo tutto il cammino della promozione con un’attenzione davvero fuori dal comune.

Ci sono degli artisti particolari ai quali ti sei ispirato negli anni?

Ho studiato tanto, quasi in maniera maniacale, i vari stili compositivi, gli arrangiamenti di artisti e band che mi facevano letteralmente “volare” quando li ascoltavo. Ho praticamente tutta la produzione artistica della new wave di fine anni ’80 in formato CD, come i Wire, i primi The Cure, gli XTC, i Talking Heads. Quegli album li ho consumati! Mi piace tantissimo il modo di arrangiare di quel periodo. Ma è niente a confronto della prima volta che ho ascoltato Robert Wyatt. Sin dalla prima nota ho realizzato che è il più grande di tutti!

Il tuo nuovo lavoro si chiama “hUMANOALIENO 2”. Il numero “2” sta per ritorno o rinascita? Cosa è cambiato in te, musicalmente parlando, durante questi anni di stop?

Con il numero 2 ho voluto sottolineare la continuità con i miei lavori precedenti, nonostante questo significativo cambiamento del progetto. E poi è un chiaro omaggio alla band di rock ‘n’ roll più figa di sempre: i Led Zeppelin. Cosa è cambiato in me? Tutto e niente. In me c’è sempre quel ragazzino che imbracciava per la prima volta la chitarra acustica e tentava sin da subito di scrivere “la canzone del secolo”!

Nei tuoi brani affronti diverse tematiche sociali. In “Gramsci” elargisci un particolare odio per gli indifferenti. È una critica alla società attuale?

In “Gramsci” c’è tanta rabbia perché la realtà attuale ha preso una direzione che non mi piace affatto, e un omaggio a uno dei più grandi autori del ‘900 mi sembrava doveroso. La riscoperta di grandi punti di riferimento del pensiero politico è la migliore medicina per combattere il vuoto assoluto che caratterizza i giorni nostri.

Con “Disincanto” parli d’amore. Un amore che, tuttavia, non riesce a rialzarsi. È una tua visione generale di questo sentimento, o più una esperienza personale?

“L’amore è desiderio”, diceva Platone… ma l’amore vero si costruisce con grande fatica. È una disciplina, in cui è giusto chiederti cosa fai per l’altro, prima di pretendere attenzioni da parte sua. Niente di quello che riguarda gli umani è eterno e allora mi piace di più pensare alla compassione, che può restare anche quando una storia finisce.

Nell’intera opera si sottolinea l’ambivalenza tra umano e alieno. In quale tipologia ti rispecchi maggiormente? Ti senti più un ibrido?

“Homo sum, humani nihil a me alienum puto” scriveva Terenzio e questo era il motto preferito da Karl Marx. Poi aggiungici che un giorno ormai lontano ho avuto il piacere di conoscere H148, un alieno sbarcato sul pianeta Terra per studiare gli umani e la frittata è fatta! Da allora non mi sono più ripreso!

Cosa farai in futuro? Stai già lavorando a nuovi brani?

Ho già diversi brani ai quali continuo a lavorare quando mi va, ma li sento ancora incompleti. Giungerà il momento in cui mi sembreranno pronti per essere pubblicati, e allora mi lancerò in una nuova avventura.

Ringrazio hUMANOALIENO per essere stato con me. Giuro che non ti denuncerò alle autorità locali. Puoi salutare i lettori come meglio credi. A presto!

Spero di non essere denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per quella storia di H148… sai! Di questi tempi non si può mai sapere. Un abbraccio a voi e ai vostri lettori!