Hyst e Mark The Hammer si sono incontrati, e forse è la punizione che ci meritiamo. Il primo, all’anagrafe Taiyo Yamanouchi, con il quale abbiamo fatto una piacevolissima chiaccherata, è musicista, produttore, attore, regista, illustratore e chissà cos’altro. Ah sì, è anche «un grande figlio DI». Ha fatto parlare di sé non troppo tempo fa con il freestyle sul coronavirus, diventando virale – mai termine fu più appropiato – sui social in brevissimo tempo.
«Farmacia, ma che fila, tutti vuole Mascherina / Quale CIA? Quale Jihad? / Guerra sì, per all’amuChina»
Il secondo, Marco Arata, è anche lui musicista, polistrumentista, produttore e youtuber di gran successo. Nel 2015 pubblicando la cover punk rock di “Uno di quei giorni” di J-Ax viene notato dallo stesso rapper, il quale lo prende come chitarrista ufficiale del suo tour. Se su YouTube, invece, non vi siete mai imbattuti nei suoi video “Come creare una canzone “genere X” senza alcun talento”, non meritate niente dalla vita.
Anzi, vi meritate uno dei suoi colorati e variopinti insulti gratuiti. Grazie al suo di talento, ha firmato importanti collaborazioni con artisti del calibro di Giorgio Vanni e Grido dei Gemelli Diversi. I suoi brani viaggiano sul binario parodistico della provocazione, pungenti, ironici e stramaledettamente divertenti.
Da “Coronavirus freestyle” a “Paziente Zero”
La collaborazione tra Hyst e Mark The Hammer ha portato alla realizzazione del brano “Paziente Zero”. In molti avevano chiesto ad Hyst di caricare il “Coronavirus freestyle” su Spotify, ma lui aveva detto di avere “altri piani”. Infatti quel freestyle è uscito dallo stato embrionale, ha mutato forma ed ha raggiunto lo stadio finale. E c’è da dirlo, il pezzo è una bomba. Date loro una medaglia, e una corona.
Le rime taglienti e spinose di Hyst han trovato una commistione perfetta tra i beat e gli arrangiamenti aggressivi e frenetici di Mark The Hammer. Il pezzo non solo ha mantenuto la sua identità e il suo approccio critico, ma anzi, l’ha rafforzato ai massimi livelli. Una tematica difficile, specialmente considerato il periodo che stiamo vivendo. Ma a chi non capirà il reale messaggio che si cela dietro il brano, basterà dire semplicemente: “ascolta meglio”.
«“Non mangerò più sushi”, bel branco di pecoroni / Io la corona ce l’ho in testa, mica nei polmoni»
“Paziente Zero” è un brano rivolto a chi, tutt’ora, continua a cercare un nemico contro cui puntare il dito. Il socho Hyst l’ha fornito, il «Public enemy number Wu-One». In un mondo in cui social e media possono far rimbalzare informazioni, teorie, cattiverie, bullismo gratuito, e chi più ne ha più ne metta, lui ci mette la faccia, e i polmoni. E Mark The Hammer lo aiuta egregiamente, tirandogli un bel dropkick dietro la schiena dalla cima di un palazzo, per poi tuffarsi con lui ovviamente.
Un brano che non vuole offendere, ma far riflettere. L’invito è sempre, ovviamente, quello di rimanere a casa, di salvaguardare noi e i nostri cari. Ma far questo, non significa necessariamente condannare e odiare popolazioni intere. È in questi momenti che salta fuori la vera cattiveria della gente. Gente che in determinati momenti sarebbe davvero capace di non rinunciare al pacco delle tanto bistrattate penne lisce.
C’è anche un interessante brano di Collasso da scoprire, in uscita proprio oggi: “Se ci vedessero gli alieni”, in collaborazione proprio con Hyst e Livia Ferri. «Se incontrassimo gli alieni si farebbero i problemi. Penserebbero: “Sembriamo noi mille anni fa quando eravamo ancora scemi”». Viene da chiedersi, ce la meritiamo la cura del “Paziente Zero”?