Molto interessante questo secondo album della band romana Big Mountain County, “Somewhere Else”, composto da undici tracce eterogenee, sotto la neonata etichetta capitolina Porto Records. L’atmosfera è allegra, danzante, con testi molto più maturi e curati nella stesura rispetto all’album d’esordio, che denotano una crescita sensibile rispetto al passato recente. Il quartetto romano mette in luce una dote non comune, quella di saper arrivare fin dal primo ascolto, proponendo un sound gradevole e riff orecchiabili.
Prima della release dell’album, 24 gennaio, abbiamo avuto modo di ascoltare i primi due singoli del 2019, sia l’intero album in anteprima. La sensazione è stata subito positiva, perché la movimentata “Just A Boy”, uscita a febbraio in digitale, e “Far Away”, di novembre, ci hanno colpito. La prima è una traccia condita da vivaci ritmi danzanti. Allegre sfumature giocose, ed un sound accattivante e impossibile da non seguire, inducendoci a ballare.
La title track “Somewhere Else”ci accoglie nel suo deserto al suono dei sonagli e un riff lento e cadenzato
La seconda è una canzone più riflessiva, sognante, con importanti chitarre ad aprire e ritmi sostenuti, con la batteria a picchiar giù duro, senza sosta. Detto dei primi due singoli ad anticipare l’uscita dell’ album dei Big Mountain County, vediamo di esprimerci anche sugli altri brani che compongono “Somewhere Else”. Il disco si apre con la potenza di “Dust”, tra voci distorte e chitarre allucinate, a disorientare l’ascoltatore, per poi esplodere in un fragoroso ritornello.
Come seconda traccia troviamo la title track “Somewhere Else”, che ci accoglie nel suo deserto al suono dei sonagli e un riff lento e cadenzato. “Yellow Morning” ha quel dolce sapore retrò dei dischi punk/rock americani stile anni ‘60/’70, in cui le chitarre di Alessandro Montemagno e Francesco Conte spadroneggiano. Altro brano tutto da ballare è “Dancing Beam”, in cui riusciamo ad apprezzare a pieno la voce di Alessandro, che si destreggia tra le note.
Il secondo album dei Big Mountain County ci stupisce, proponendo un sound gradevole e riff orecchiabili
“Just The Same” è una canzone da urlare, che si presta per lo sfogo da concerto, come quando segui un brano che esplode all’improvviso, trascinandoti. E non puoi far altro che mettere a repentaglio le corde vocali, lasciandoti trasportare da quell’impeto che accomuna te e quelli tutt’intorno, formando un’unica voce. “Contèz” è più vicina alla nostra musica, piuttosto che a quella d’oltreoceano, ed è una piacevole scoperta che ci accompagna per circa tre minuti intensi.
“Tonite” sfrutta un sound alla “Pulp Fiction” e ci strattona prepotentemente, scapigliandoci e dandoci del filo da torcere per riuscire ad arrivare indenni alla fine. La sintetica “Don’t Feel Like” è scandita dalla prepotente batteria di Bruno Mirabella, accompagnata dal fido basso di Wolfman Bob, per un tappeto sonoro forsennato. A chiudere l’ottimo disco dei Big Mountain County ci pensa “Lost Summer”, come se il viaggio di “Somewhere Else” fosse giunto ad un desertico capolinea.