Diamo il benvenuto su Music.it a I Ragazzi del Massacro. Per rompere il ghiaccio raccontateci un aneddoto divertente o imbarazzante che vi è successo in studio o su un palco.
Uscire dal camerino belli carichi, primo brano tirato, con le luci puntate dritte in faccia e alla fine del brano non senti applaudire, guardi meglio e c’è il vuoto assoluto.
Parliamo di “The queen of planet fog”, come nasce questo brano e cosa vuole raccontare?
Il brano racconta di un personaggio di fantasia che trae ispirazione dalla fantascienza anni ’50 e dai fumetti di quel periodo. La regina del pianeta nebbia è il sogno erotico di un ragazzino appassionato di questo tipo di narrativa.
Quali sono le influenze sonore che vi hanno portato a scrivere “The queen of planet fog”? Perché?
Talking Heads, Sound, Blondie, Devo etc. tutto il post-punk mischiato con la disco music, il perché è semplice, perché ci piace.
Cosa verrà dopo “The queen of planet fog”? Che progetti avete?
Intanto suonare il più possibile e poi speriamo in un secondo album, i brani li abbiamo già, i soldi per produrlo invece no. Di sicuro avremo un nuovo video e un singolo in estate.
In generale quali sono le sonorità e gli artisti che influenzano la vostra produzione musicale? Perché?
Tutta la scena post-punk di Berlino con Nick Cave, David Bowie e i gruppi legati a quella città nel periodo anni 80. Poi attingiamo anche dai gruppi americani prima citati, perché ci piace mischiare i generi e unire il cantautorato oscuro e le sonorità più ballabili. Soprattutto questo tipo di atmosfere si legano bene ai testi e alla narrativa noir espressa nelle canzoni.
In che condizioni è la scena musicale italiana? Cos’è che non funziona?
Il fatto che non ci sia più un mercato musicale è questo che non funziona. È semplice, niente mercato niente soldi, niente investimenti niente mezzi consoni, musicisti e tempi adeguati a produrre buona musica e cosi la qualità del prodotto scade. La musica viene sempre più vista come intrattenimento televisivo. Nelle trasmissioni musicali si parla di tutto fuorché dii musica e nessuno compra i dischi e segue i piccoli locali con musica dal vivo. Tutto viene gestito col web.
Voi come vi trovate nella scena? Siete a vostro agio?
Noi non dovendo vivere di musica prendiamo ciò che viene e facciamo tutto con una libertà assoluta da auto produttori. Ma chi può essere a suo agio in una scena che non esiste?
Ultima domanda, il classico “Fatti una domanda e datti una risposta”. Che ci dite?
Sei Felice? No!