Arriva da Ascoli Piceno la nuova proposta alternative rock italiana, rappresentata dal quartetto dei Sidechain, con il loro primo EP omonimo, tra rock e prog. Il disco è composto da cinque tracce, tra cui “My Master”, che apre l’album e che ne ha anticipato l’uscita in funzione di primo singolo. È un bel rock, quasi hard, con un bel giro di basso ad impreziosire il tutto, ed un ritornello fresco e coinvolgente con cori d’effetto. In realtà questo singolo ha anticipato di parecchio l’uscita del disco, e questo può voler dire che “My Master” è stato il punto di partenza. La seconda traccia del disco è “Horrible Tentacle”, molto più dolce della opening, quasi una ballad, ma con dei guizzi interessanti in ritornelli e riff. Anche la batteria fa la sua sporca figura, segnando il ritmo, incessante nelle parti più veloci per poi frenare nelle parti più lente della canzone.
Cinque tracce per un EP fresco, ma con chiare influenze ‘70/’90
Con “Wars Today” si torna su ritmi decisamente più sostenuti, con intro di chitarra graffiante, che accompagna la voce di Simone Tedeschi, con riff decisi. Con la batteria sempre a martellare, dall’inizio alla fine, a creare un sound tra il retrò ed il moderno, un mix esplosivo di puro rock. Le influenze ‘70/’90 sono evidenti, sia nel ritmo che nelle liriche, senza però disdegnare l’originalità che è ben presente nei brani proposti in questo “Sidechain”. Particolarmente apprezzabile è la parte iniziale di “Last Redemption Of My Soul”, che prima di esplodere in hard rock ci ammalia con un’atmosfera quasi docile. In realtà nasconde un’energia particolare, sottolineata subito dopo l’introduzione dalla voce e dalla batteria, prima dell’esplosione definitiva di chitarre e basso, in un rock possente. Gruppi come Opeth e Alter Bridge saltano alla mente con facilità, come fossero sirene ammaliatrici, che col canto influenzano le scelte e segnano un percorso.
Gruppi come Opeth e Alter Bridge saltano alla mente con facilità, come sirene ammaliatrici
Il primo EP della band ascolana si chiude con “Flame”, in cui la voce greve del cantante indica la via al sound, solo all’apparenza delicato. Di lì a poco, però, sarà prepotente, con un ritornello interessante, nel ritmo, nella melodia e nelle liriche, ed i soliti riff di rude chitarra. Molto bello un passaggio di questa canzone, che unisce la dolcezza di un momento con la tempesta emotiva che si porta dentro, fino ad incendiarsi. Dice così: “…while you are sleeping I run away you never get me / it’s ok I’m creepy / I don’t listen anymore fallen away”. Per poi esprimere il concetto liberamente, e con chiarezza: “I was like a fire/I burn like a flame”, con un’armonia ardente che esce dalle casse. Un buon inizio, questo dei Sidechain, che col loro mini album d’esordio lasciano intendere che, sgomitando, anche loro possono starci in questo mondo hard rock.