Ciao, Jurijgami! Benvenuto su Music.it. Di solito, iniziamo le nostre interviste con un aneddoto imbarazzante legato alla musica dell’artista. Ti va di raccontarci qualcosa che nessuno conosce?
Non saprei, non credo sia mai (ancora) successo nulla di imbarazzante ma mi viene in mente quella volta che, un’ora prima di iniziare un concerto, mi sono infortunato scaricando le chitarre e praticamente ho fatto tutto il tour con la caviglia immobilizzata e le stampelle. La cosa più imbarazzante sono le foto che ancora oggi sono pubblicate dove io suono e canto seduto su un flight case.
Come descriveresti il tuo primo incontro con la musica?
Abbagliante! La musica è sempre stata presente nella mia vita sin da quando, da piccolo, seguivo mio padre tra palchi e backstage.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali (generi/autori)?
Non saprei dire con precisione quali siano i miei riferimenti ma se devo fare due nomi direi Samuele Bersani e John Mayer.
Sin da piccolo seguivi tuo padre tra backstage e palchi. In quest’estate post Covid-19 dove i concerti sono limitati, un giovane artista come sopperisce alla mancanza del contatto con il pubblico?
Ci sono i social che però sono secondo me “overrated”. La percezione che tu hai del tuo pubblico sui social è distorta cosi come anche la percezione che il pubblico ha di te può essere facilmente manipolabile. Si parla tanto di “rete democratica” quando sappiamo tutti benissimo che la popolarità in rete è direttamente proporzionale all’investimento economico e in tutto questo, di democratico, ci
trovo veramente poco. Un giovane artista ha un’estrema necessita di emergere, di farsi conoscere e di far ascoltare la sua musica e l’unico modo per trovare uno spazio e un pubblico sono i live. Speriamo di tornare presto a suonare e ad abbracciarci come prima.
Hai partecipato a molti Festival e hai aperto il concerto di Calcutta a Bruxelles. Cosa ricordi con più affetto di quell’esperienza?
I cinque (infiniti) minuti prima di salire sul palco. Mi tremavano le gambe e appena hanno spento la musica in sottofondo il boato del pubblico mi ha dato una carica incredibile. È stato pazzesco, non lo dimenticherò mai.
Jurijgami parteciperesti ad un talent oppure a Sanremo Giovani? Se sì ad un talent, quale?
Se dovessi scegliere sicuramente sceglierei Sanremo Giovani perché credo possa essere l’esperienza più congeniale al tipo di musica che propongo. Per quanto riguarda i talent tengo
sempre le porte aperte, se dovessero esserci delle opportunità in grado di valorizzare quello che scrivo le prenderei sicuramente in considerazione.
Il tuo nuovo singolo “Stati Uniti Mai” racconta del primo amore. Quanto di te è presente nella canzone?
Praticamente tutto. Penso sia la canzone più autobiografica che ho scritto, infatti inizialmente la mia paura era che il messaggio non arrivasse perché è fin troppo personale. Per fortuna così non è stato e insieme ad Andrea Bonomo ho trovato una giusta quadra sul testo. Il mio obiettivo era quello di raccontare il mio primo amore e far sì che l’ascoltatore potesse in qualche modo rivedere il suo ascoltando la canzone.
JURIJGAMI, il singolo “Stati Uniti Mai” sarà contenuto nell’album in uscita ad autunno. Puoi anticiparci qualcosa di più?
Sarà un album ricco di musica suonata e temi curiosi, dall’impronta pop ma con un sound che strizza l’occhio anche ai generi più alternativi, a tratti rock, con la pretesa di essere incisivo ma il meno scontato possibile.
Jurijgami, grazie per essere stato con noi. Le ultime righe sono per te. Saluta i lettori di Music.it in totale libertà.
Un enorme saluto a tutti i lettori di Music.it. Grazie di cuore di questo spazio e buona musica a tutti!