La rapper afro Kristah in uno scatto promozionale.
La rapper afro Kristah in uno scatto promozionale.

KRISTAH: “Tutto dipende dalle vibrazioni e dalle frequenze che sentiamo”

Ciao Kristah, Music.it è lieta di ospitarti sulle sue pagine! Rompiamo subito il ghiaccio con un tuo ricordo: raccontaci un aneddoto particolarmente imbarazzante accaduto durante la tua carriera musicale.

Ciao a tutti! sono lieta di fare quattro chiacchiere con voi! Un piccolo ricordo divertente e anche un po’ imbarazzante che mi viene in mente e che mi sento di raccontare riguarda i miei trascorsi a qualche live show: quando partecipavo ai primi live insieme ai ragazzi della crew mi capitava spesso di essere scambiata dagli organizzatori o dal pubblico solamente come la fidanzata o l’accompagnatrice di essi, dando per scontato che fossi anch’io un membro del gruppo! Ricordo infatti lo stupore e gli occhi sgranati quando prendevo in mano il microfono per intonare le prime note. Questo ancora oggi mi fa sorridere, poiché la musica rap in particolare viene visto come un genere prettamente maschile e se mi ricapitasse sicuramente non mi darebbe più fastidio, bensì credo mi darà la forza e il coraggio di salire sul palco e presentarmi con una delle prime Rapper afro, oltre che donna!

Cosa ascolta Krista quando è a casa da sola? Hai preferenze tra gruppi o cantanti contemporanei?

Quando sono a casa da sola vivo completamente sommersa dalla musica, tra una faccenda e l’altra, canto spesso canzoni di ogni genere, dalla musica tradizionale del mio paese alle canzoni più recenti e non. Prediligo pezzi più old school che ascoltavo nella mia infanzia e nella adolescenza vari generi come l’R&B e la Dancehall che andavano forte qualche anno fa. Per farvi un esempio vi cito Ciara, Sean Paul, Rihanna, Beyoncé, oltre che canzoni Afrobeat di artisti come Sarkodie, Efya e Wizkid.

Da corista a diversi artisti gospel della scena musicale africana al mondo del rap e della trap. Come ti sei avvicinata a quest’ultimo tipo genere e perché ti piace?

L’avvicinamento alla scrittura e la registrazione di pezzi rap non è stato immediato. Nel coro della chiesa ho sempre cantato e interpretato canzoni altrui o pezzi già registrati o famosi. Ben presto però ho notato l’esigenza di dover esprimere e registrare le mie prime poesie. Ho sempre scritto per diletto e per gioia personale ma crescendo e avvicinandomi a quello che è la mia attuale crew, ho maturato la conoscenza del genere Rap e R&B e dei suoi interpreti. Così, spinta dall’esempio di cantanti come Lauryn Hill e Nicki Minaj oltre che dal sostegno sempre più costante di Derek e Ibra, i ragazzi della crew, ho iniziato a registrare canzoni soliste e performare qualche brano nei live.

Parliamo del tuo nuovo singolo di “Trap the wave”. Come nasce questo brano, in quale momento della tua vita hai sentito l’esigenza di scriverlo?

“Trap the Wave” nasce l’anno scorso. Avevo appena finito lavoro e prima di tornare a casa mi sedetti sulle gradinate del centro commerciale dove lavoravo. Avevo bisogno di sfogarmi e non pensare alla brutta giornata che avevo avuto. Non era bel periodo per me e mi serviva fare chiarezza nella mia vita. Cosa volevo cambiare? Che cosa mi rendeva felice? Che cosa volevo dalle persone? Ma soprattutto che contributo potevo dare io? Ho iniziato così a pensare e cercare le risposte nella mia testa senza aver chiaro che cosa avrei fatto. Mentre ascoltavo la musica dalle mie cuffiette è passato un beat di “Jojo” che Derek mi aveva girato qualche settimana prima. Le parole hanno iniziato a uscire come un flusso, senza che io avessi difficoltà nello scrivere, dovevo solo controllarmi e lasciare che il testo facesse il suo corso.

Quali sono state le prime parole che ti sono venute in mente?

«When I’m rockin with my niggas that’s the loot» sono state le prime parole che mi sono uscite, sembrava proprio quello su cui dovevo focalizzarmi: «Quando sono in giro con i miei soci questo è il tesoro»; divertirsi, stare in compagnia con amici che ti fanno sentire bene per quello che sei e creare rapporti genuini senza alcun fine o necessità.

Che ruolo ha la musica nella tua vita? Credi veramente che possa essere la miglior medicina dell’anima?

Come detto prima quando a casa vivo esclusivamente di musica: ho gli stereo sempre accessi o le cuffie nelle orecchie. Non riesco a farne a meno. Così anche nella mia vita personale. Con il mio ragazzo parliamo per lo più solo di musica, di eventi, concerti, programmi per la registrazione. Con la mia crew idem. Abbiamo pure creato un’etichetta indipendente per sostenerci e sostentare le varie spese. La musica che ascoltiamo può influenzarci tanto a livello emotivo, d’interazione intrapersonale e cambiarci completamente la visione di una giornata. Tutto dipende dalle vibrazioni e dalle frequenze che sentiamo. Non la considero solo una medicina per l’anima ma anche per la mente e uno strumento per dar voce ai fantasmi del subconscio.

Prova a definire la tua musica con un colore ed un sapore e spiegaci il motivo della tua scelta.

Nero. Solo esclusivamente il nero. È un colore che sembra spaventare perché spesso associato all’oscuro, ma in realtà per come la vedo io è quel colore che non manca mai. È un colore che è sempre presente e al suo interno racchiude tutti gli altri colori. Guarda nel tuo armadio e dimmi quanti vestiti neri hai, saranno la maggior parte, così è per molti anche se non lo ammetteranno. Se devo pensare al cibo la mia musica è come il sushi, non è un unico piatto, ma è fatto di diverse portate, diversi sapori, gusti, ingredienti e forme. Non mi voglio inglobare in unico genere musicale, vivo la musica per come è senza pormi limiti o etichette, perché la musica è libertà e va vissuta a 360 gradi. Così Come il sushi finché non provi tutte le pietanze non puoi sapere se ti piace.

Musica e tecnologia: quale è il tuo rapporto con i social e cosa ne pensi di questa forma di intrattenimento e veicolo di pubblicità per la musica?

Sono una persona molto riservata. Mi piace vivere la vita senza doverla documentare sui social. Trovo siano un ottimo mezzo per presentare e pubblicare lavori ufficiali e non. In fondo sono una piazza vera e propria dove conoscere e farsi conoscere e privarsi di questo strumento ormai non è più possibile. L’unica cosa che mi disturba è che rendono l’arte una cosa momentanea, come uno scoop di cui parlare per un po’ fino all’arrivo della nuova “notiziona”.

Cosa bolle in pentola e come continuerai a stupire i tuoi fan? Ci sono album in arrivo?

Yeah! Quest’anno ho avuto la possibilità di focalizzarmi molto su me stessa. Ho pubblicato il primo singolo a inizio anno e il secondo, “Trap the Wave” appunto, a giugno e voglio continuare in questo modo. Tenetevi forte perché a settembre pubblicheremo il mio primo video ufficiale su YouTube e non solo. Sto lavorando a un EP solista in dirittura d’arrivo e con la mia crew abbiamo pronto un progetto da paura…stay tuned!

Kristah, la nostra intervista è giunta al termine. Io ti ringrazio per essere stata con noi ed ora ti lascio le ultime righe per salutare i lettori e lettrici come meglio credi! Ciao e a presto!

Hola hola! Ciao ragazzi, grazie mille per il tempo che mi avete dedicata, spero di risentirci presto con altre sorprese! Intanto se volete piccoli aggiornamenti seguitemi su Instagram al nome di @_bel_kristah_: settembre è vicino e ho una borsa piena di surprise!

Exit mobile version