L'ironia dei KUTSO ci spiega “CHE EFFETTO FA” sfidare la società • Recensione
I kuTso in una foto promozionale per il nuovo album “Che effetto fa”.
I kuTso in una foto promozionale per il nuovo album “Che effetto fa”.

KUTSO – “Che effetto fa” (Album) – L’ironia della band romana affronta la società e le sue sfide

Io i kuTso non li avevo mai ascoltati. Non è carino, me ne rendo conto, una simile ammissione mentre si scrive del nuovo disco in uscita. Li ho studiati, però, e con vivace curiosità. E sì, mi piacciono i kuTso. Tenterò di raccontarvi il mio viaggio nei meandri del loro nuovo album.

“Che effetto fa” è composto da dieci pillole di musica d’autore. Briose e leggere nel ritmo, che al rock mescola un pop brillante, risultano decisamente sferzanti all’ascolto dei testi. La prima, “Che effetto fa”, se da una parte fa subito battere le mani sui fianchi, pone in antitesi il dilemma di essere diventati ciò che si è odiato da adolescenti.

La voce di Matteo Gabbianelli canta la fuga dalla noia della monolitica accademia in “Manzoni Alieni” e proclama la vendetta degli ultimi che saranno i primi in “Rose Morte”. Mentre lo fa, la musica ci avvolge e coinvolge nella tessitura del pop rock ispirato e che pure ci proietta dentro quel vissuto, talmente quotidiano e universale che non lascia scappatoie.

Come in “Strade Interrotte”, che più malinconicamente, al ritmo di ballata, fa ingoiare il fallimento delle relazioni. Si torna a saltellare poi, con “Disoccupato” che riflette la condizione squattrinata di chi deve lavorà ma lo fa al ritmo dello swing. Perché la musica, in questo disco, è l’antidoto alla disperazione.

“Che effetto fa” ritrovarsi vivi, oggi, come individui nella collettività?

“Il Segreto di Giulio” è il brano più elettro/pop dance dell’album. Dalle sfumature anni ’90, il brano conta il featuring del modello Giulio Berruti che svela il segreto del successo: piacere alle donne. In questo pezzo la vocalità di Matteo Gabbianelli mostra la sua raffinatezza: sono i guizzi acuti a rendere potente l’ironia necessaria ad affrontare il mondo attuale per chi al successo non è affatto devoto.

E dalla dance anni ’90 si passa a un retaggio musicale anni ’80. “Uno + Una” descrive con limpida semplicità il casino che è l’amore e l’essere innamorati. Prosegue l’onda sonora che diventa vagamente funky in quello che è invece un attacco deciso alla piazza dei social. In “Niente Cuoricini” i kuTso dicono la loro: “ma che me frega a me”.

Siamo prossimi alla fine e, nonostante tutto, siamo vivi e seguiamo una strada. “Nessuno ti minaccia” è l’accettazione di sé, il respiro dopo l’apnea che musicalmente si nota nella serenità degli accordi in maggiore, nel colore luminoso che dà il synth e nel crescendo speranzoso delle atmosfere che tengono voce e chitarra insieme.

Eppure la vita è costruita sul collage delle contraddizioni. “Giovani Speranze” ci riporta alla quotidianità e alla difficoltà che sorge principalmente dallo scontro generazionale. I kuTso incalzano qui una ritmica grintosa che chiude il disco con quella che è la sua omonima domanda: “Che effetto fa” ritrovarsi vivi, oggi, come individui nella collettività?

Ascoltando il disco rispondo che i kuTso non nascondono che esserci è una tragedia. Eppure, l’ironia, mastice delle lyrics e dello stile compositivo della band, che a momenti ricorda Elio e le Storie Tese, ma anche un poco Bugo e Lucio Dalla, può essere la chiave che apre le gabbie. A ognuno la sua, da mettere poi a servizio degli altri. Come hanno fatto i kuTso con noi, col loro gustosissimo “Che effetto fa”.

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KUTSO

CHE EFFETTO FA

28 settembre 2018

Wing | Goodfellas | Materiali Musicali

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kutso che effetto fa cover

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