Benvenuti La Gabbia sulle nostre pagine. Iniziate raccontandoci qualcosa di voi che non troveremmo nelle biografie ufficiali.
Siamo di Bologna, ma siamo tutti e quattro bolognesi adottati. Chi più e chi meno. Gubbio, Santafiora, San Benedetto Val di Sambro e Minerbio, che comunque non è esattamente Bologna. Bologna è dove ci siamo incontrati e dove pianifichiamo le nostre malefatte.
La vostra band è nata da un paio d’anni ma avete già percorso palchi importanti, come il M.E.I. Di Faenza e Bedford Theatre di Londra. Raccontateci cosa si prova.
Suonare è la cosa più bella del mondo. Comunicare per noi è fondamentale e la musica ci permette di farlo nel migliore dei modi, sentendoci comunque perennemente a casa. Se non avessimo le idee ben chiare a riguardo del resto non saremmo qui a parlarne. La gente che urla con noi ci manda fuori di testa. Li adoriamo. Aggiungerei, e metterei in cima alla lista delle date importanti, il Giovinazzo Rock Festival, che ci ha permesso di suonare all’Eremo Club di Molfetta prima di Willie Peyote davanti a un pubblico enorme. Avremmo dovuto suonare anche al Suoni di Marca Festival di Treviso prima di Francesco Di Bella e gli Almamegretta, ma il tempo non è stato dalla nostra parte e l’evento è stato annullato un’ora prima di iniziare. Recupereremo nel 2019. Siamo già d’accordo con l’organizzazione.
Quali sono stati gli artisti che hanno contribuito alla vostra formazione e che tutt’oggi vi piace seguire?
Le nostre influenze sono varie come sono vari i nostri ascolti e i mondi musicali da cui proveniamo. Nello zaino ci sono sicuramente Afterhours, Ministri, Verdena, Subsonica. Ma anche Tool, Porcupine Tree, Soundgarden. Insomma tanta bella roba che ci ha scolpiti nel tempo.
“Lasciami, Respiro” è il singolo che avete scelto per presentarvi al pubblico. Perché proprio questo pezzo? Cosa rappresenta per voi?
Diciamo che è stata la nostra prima creatura con le ali. Dopo alcuni brutti tentativi questo è stato il primo pezzo dopo il quale, appena usciti dalla sala prove, ci siamo detti «Ok, questa può volare». Ci ha conquistati la sua potenza comunicativa. Urlare, ma con stile. Speriamo abbia fatto lo stesso effetto anche a voi.
Per essere il primo videoclip che pubblicate, quello di “Lasciami, Respiro” è molto curato ed efficace. Lo avete ideato voi?
Grazie mille. Si, abbiamo ideato noi lo storyboard e poi abbiamo lavorato a stretto contatto con Emanuele Mura, un videomaker davvero bravissimo. Insieme a lui in nemmeno due giornate di riprese abbiamo costruito tutto. Abbiamo allestito la scenografia dell’interno e girato gli esterni nella splendida location di Casa Cresta, un agriturismo vicino Gubbio. Ovviamente una menzione speciale va agli attori professionisti, sulla carta e nella realtà, che hanno recitato nel videoclip: Olmo De Martino e Nicoletta Di Bisceglie. Due talenti. Han capito subito di che stavamo parlando.
A dicembre è terminato il vostro Bruciare Vivo Tour. È stato come lo avete sempre immaginato?
Ti fermo subito. Abbiamo prolungato la fine del tour fino a marzo compreso. Quindi ancora ci vedrete in giro per un po’. Ad aprile finalmente andremo in studio a registrare il nostro primo disco. Ops! Era uno spoiler! Comunque il tour è stato molto bello e formativo, pieno di soddisfazioni. Ovviamente, avendo fatto tutto da soli, anche pieno di sacrifici, sudore e fregature. Tutti i colleghi sanno che trovare le date non è facile e organizzare tutto il resto da soli lo è ancora meno. In ogni caso, lo rifaremmo anche domani. E lo faremo se non troveremo dei compagni di viaggio preparati e carichi per il disco.
Il vostro primo EP, “Bruciare Vivo”, è già un lavoro solido e testimonia che avete sicuramente le idee ben chiare. Ci state tenendo sulle spine per qualcosa di più forte?
Abbiamo lavorato sodo per il nostro primo EP. Tutt’altro che un’uscita ingenua e in stile demo. Abbiamo arrangiato il quartetto d’archi per registrare due dei cinque brani, “Lasciami, Respiro” e “Vento”. Abbiamo curato suoni, arrangiamenti e produzioni interamente da soli. Guidati solo dalle mani sapienti di Walter Lanzara dell’Al Fondino Studio, che ha fatto un lavoro splendido con noi in cinque intensissimi giorni. I cinque pezzi li abbiamo scelti tra quelli che già suonavamo dal vivo, e che avevano più risposta live e completezza di arrangiamento. In ogni caso sì, vi stiamo tenendo sulle spine. Arriverà qualcosa di profondamente emotivo, potente e sicuramente rock. Speriamo vi piaccia quanto piace a noi.
La Gabbia, ci piace terminare le nostre interviste con uno spazio dedicato solo agli artisti. Questo è il vostro, riempitelo con quello che volete!
Compito difficilissimo. Useremo questo spazio per ringraziarvi del vostro tempo prezioso e invitarvi a venirci a sentire dal vivo in una delle date di fine tour. Giuriamo che sul palco diamo il doppio delle soddisfazioni, altro che Spotify. Se vi state chiedendo cos’è La Gabbia, provate a pensare un attimo a quanto ci siamo abituati a tenere chiuse a chiave le emozioni più vere, a quanto la vita che viviamo si basi sulla totale superficialità e sul materialismo più becero. Noi questa cosa la percepiamo dappertutto pure nella musica, Ma non abbiamo nessuna voglia di accettarla. Cerchiamo tutti di distruggere le mura, è importante. Grazie Music.it!