Le 10 accuse più gravi nell'inchiesta a Marilyn Manson secondo Rolling Stone • MUSIC.IT
Lo shock rocker Marilyn Manson.
Lo shock rocker Marilyn Manson.

Le 10 accuse più gravi nell’inchiesta a Marilyn Manson secondo Rolling Stone

Rolling Stone US poco fa ha pubblicato un’inchiesta in cui ha ascoltato 55 accusatori di Marilyn Manson, tra questi ovviamente sono presenti le sue ex amanti, che ricordano momenti di sgomento passati con il cantante. Mentre il cantante continua a insistere sul fatto che tutta l’inchiesta sia solo un grande complotto attoa distruggere la sua immagine, le accuse aumentano e gli altarini sembrano uscire fuori. Queste sono le 10 accuse peggiori secondo Rolling Stone, rivolte a Marilyn Manson:

1. Gli abusi risalirebbero a prima del successo

Sembra che sin dall’infanzia, nella vita di Brian Warner fosse presente l’atto dell’abuso. Infatti lui stesso racconta di come il rapporto con la madre fosse effettivamente strano e malsano, in quanto era lui che abusava di lei. Scrive nella sua biografia, di averla sfregiata con una bottiglia rotta di profumo in quanto pensava che avesse tradito il padre.

Anche Tim Vaught, che afferma di essere stato suo amico all’uinizio degli anni ’90, ricorda delle scene simili a proposito della madre di Manson: «Una volta l’ha inseguita per un corridoio con l’asta di un microfono. Quando gli ho chiesto cosa diavolo stesse facendo, mi ha risposto: “Quella stronza arriva sempre al momento sbagliato”». Non sarà l’ultima volta che Marilyn Manson userà l’asta del microfono come oggetto di violenza.

2. Le perversioni sessuali risalgono ai primi anni ’90

Anche se ogni azione fatta da Brian Warner, secondo lui è legata al personaggio di Marilyn Manson, sembra quasi che il palco non riesca a dividere queste due personalità, ammesso che sia vero. Tra le persone che infatti frequentavano Warner nei primi anni novanta, c’era anche  Russell Vaughn. Racconta che una sera, mentre era in compagnia del fratello e di un’amica di Warner, lui abbia iniziato a mostrargli con orgoglio video di tutte le ragazze che aveva chiuso nell’armadio per fare del sesso orarle. “Ne andava fiero”. Successivamente questa versione fu confermata dagli altri presenti.

3. Manson scherza da anni sulla violenza sessuale

Da sempre, almeno secondo chi frequenta il cantante, Manson è attirato dall’idea dello stupro e fa continuamente battute a proposito della violenza. Una volta assieme al chitarrista della band disse a una danno “Ti violenteremo nel parcheggio e poi ti investiremo con la tua auto”. Questo risulta nella biografia dello stesso cantante, e non è un una tantum. Sul palco più volte ha scherzato a tal proposito e la stessa Bianco conferma come lui già prima di iniziare a frequentarla parlava di stuprarla.

4. Ama la N-Word

In un mondo in cui la parola con la enne è ormai stata abolita, Marilyn Manson continua ad usarla fin troppo spesso. Molte fonti hanno confermato: «Lo faceva con una certa frequenza, godeva nel dirlo di fronte a un nero».

5. La strana ossessione per il Nazismo

Sembra sempre far tutto parte del personaggio creato da Brian Warner, ma a volte il personaggio continua a sembrar andare un po’ oltre il limite. Infatti l’ossessione che Warner nutre per il Nazismo è fin troppo eccessiva. Una volta durante un’intervista in casa sua, con Rolling Stones, ha mostrato ai giornalisti una bombola inutilizzata di Zyklon B, il gas che usavano i nazisti per uccidere gli ebrei durante l’Olocausto. «Era strano», ricorda una fonte. «L’ho visto mostrarlo ai suoi amici ebrei, come se fosse una cosa curiosa». Come se non bastasse, la Bianco dice che la picchiava con un frustino che dicesse essere appartenuto ai Nazisti mentre la Smithline dice: «voleva che lei comprasse tutto il materiale nazista che riuscisse a trovare».

6. Abusava verbalmente e fisicamente i collaboratori

Ecco che torna di nuovo protagonista l’asta del microfono. Sì, perché in più occasioni Manson l’ha utilizzata per picchiare collaboratori e musicisti. Nello specifico Kenneth Wilson fu mandato in ospedale proprio da un colpo sferrato da Manson durante un concerto: «Suonavo la batteria e cercavo di leggergli nel pensiero», ha detto un anno dopo. «Se sbagliavo un passaggio rischiavo di prendermi un’asta sul cranio».

Anche Fred Sablan e Jason Sutter hanno subito la stessa sorte. Vale lo stesso per un operatore di scena, che si è preso l’asta in testa perché lo specchio sul palco non funzionava a dovere, e Warner ha deciso di colpirlo, mandando in ospedale l’operatore che lo controllava. Per quel che riguarda invece la manipolazione delle persone, tutti gli staff dicono che durante la preparazione dei concerti e in tour vigeva un clima di quasi terrore. Warner continuava a chiedere continuamente a tutti di fare la spia su tutti, e non ci si poteva fidare di nessuno.

7. Aveva una “Bad Girls’ Room”

Di cosa si tratta? Uno stanzino presente nella casa di Warner, poco più grande di uno spogliatoio da grande magazzino, totalmente insonorizzato, in cui il cantante registrava la voce. Lui stesso l’ha poi trasformata in questa sorta di stanza delle torture che chiamava “Bad Girls’ Room”. In questa stanza picchiava e rinchiudeva le donne per ore. Lo ha testimoniato anche la Smithline in un’intervista con Rolling Stones: «All’inizio la faceva sembrare una cosa figa» ha detto «Poi è diventata punitiva. Gridavo, ma nessuno poteva sentirmi. All’inizio, quando cerchi di combattere lui si gode la scena. Ho imparato a non farlo, per non dargli soddisfazione. Cercavo di pensare ad altro». Brian Warner ha detto che queste accuse sono tutte false.

8.Iniziava le sue relazioni con il “Love Bombing”

In poche parole si tratta di questo. Iniziare una relazione facendo sentire la persona più amata che mai. Fare regali spropositati e adulazioni continue tanto da portarla in estasi. Così facendo Manson si assicurava un totale controllo sulla persona in futuro, o almeno così riferiscono le sue ex amanti. Bianco ha detto: «La prima cosa che mi ha detto è stata letteralmente: “Sono un tuo fan da anni”. Ora so che erano stronzate».

9. Accusato di molteplici abusi e violenze sessuali

 Smithline dice che Manson l’ha strangolata, morsa, che ha inciso le iniziali “MM” sulla sua coscia, che l’ha ustionata senza consenso «perché lo gratificava sessualmente» e che l’ha stuprata «più volte». E non è l’unica accusa del genere rivolta all’artista. Infatti McNeilly ha detto a Rolling Stone che Warner l’avrebbe «spinta contro un muro, aveva una mazza da baseball in mano e diceva che mi avrebbe spaccato la faccia», mentre l’ex assistente Ashley Walters l’ha accusato di «offrirla» ai suoi amici, incoraggiandola ad «accontentare ogni loro desiderio».

Di contro l’avvocato di Warner ha detto che tali accuse «hanno tre cose in comune: sono false, sarebbero avvenute più di dieci anni fa e fanno parte di un attacco coordinato di ex partner e collaboratori che hanno strumentalizzato dettagli della sua vita privata e di relazioni consensuali per confermare assurde storie dell’orrore».

10. L’incontro delle accusatrici

Neanche un anno fa, le accusatrici di Marilyn Manson si sarebbero incontrate tutte in una casa a Los Angeles. Non è un segreto, infatti a seguito dell’incontro, alcune che non avevano mai avuto il coraggio di denunciare pubblicamente chi fosse l’artefice degli abusi, ha deciso di farlo. In questo incontro la Bianco ha raccontato, piangendo, ci come Warner l’avesse inseguita per la casa un un’accetta, facendo buchi sulle pareti. Alcune delle storie raccontate quel giorno hanno sconvolto Walters: «Non riuscivo a credere che fosse successo a così tante ragazze. Quando abbiamo iniziato a parlare era come se vedessi le loro facce insanguinate. Pensavo di essere l’unica».

Tutto questo ad oggi è ancora in fase di elaborazione nei tribunali e le accuse sono state prese in carico. Ovviamente la difesa di Brian Warner nega la maggior parte delle accuse, dicendo che si sta imbastendo un caso cercando di far passare il personaggio di scena Marilyn Manson per la persona Brian Warner che nel privato non ha mai avuto tali comportamenti. Rolling Stone ha quindi raccolto una serie di interviste non di poco conto, che potrebbero avere anche una valenza in tribunale quando verrà decisa quale sarà la sorte dell’artista e a cosa andrà incontro.