Il primo disco in italiano di Marco Giudici si intitola “Stupide Cose di Enorme Importanza”. Pubblicato da 42 Records, l’artista milanese ha deciso di esporsi in prima persona ma con un’altra identità. In “Stupide Cose di Enorme Importanza” Marco Giudici si esprime con una spontanea semplicità che costituisce il pregio del progetto intero. Nove canzoni delicate e struggenti in cui si delineano esperienze comuni a tutti noi. In un modo o nell’altro, Marco Giudici indossa i nostri panni e noi indossiamo i suoi.
I giorni vissuti in solitudine, soprattutto nell’ultimo periodo, saranno serviti a ristabilire l’ordine delle cose? Le priorità future saranno volte al rispetto dell’altro coinvolgendo tutte le relazioni interpersonali? Una risposta universale e assoluta non si può dare, eppure in “Stupide Cose di Enorme Importanza” si può trovare una direzione: «Ma ora so che c’è dell’altro che a che fare con se stessi.Col sentirsi sempre a casa e con lo stare a proprio agio. E con il volersi un po’ più bene».
Marco Giudici in “Stupide Cose di Enorme Importanza” indossa i nostri panni, e noi indossiamo i suoi
L’album, uscito in CD e vinile, racchiude sensazioni e immagini contemporanee in linea con riferimenti musicali raffinati. La scrittura di Marco Giudici è pronta per proseguire il viaggio intrapreso. In brani come “Pallonata con fotografia” e “Spremuta d’arancia”, già solo per i titoli, viene in mente Calcutta. Marco Giudici è alla sua prima prova in italiano ma sembra aver sempre scritto nel nostro idioma.
Marco Giudici, in precedenza Halfalib e al fianco di Adele Altro, è riuscito ad affidare la propria musica ad altre persone e non è poca cosa. Le “Stupide Cose di Enorme Importanza” risiedono nella quotidianità e nei suoi problemi. Riuscire ad individuarle e aumentarne il valore è ciò che le rende speciali, ovvero importanti.