La cantautrice Liliana Fiorelli in uno scatto promozionale.
La cantautrice Liliana Fiorelli in uno scatto promozionale.

LILIANA FIORELLI: “Mi auguro che l’amore per l’arte possa vincere l’ego e la paura di fallire”

Liliana Fiorelli, benvenuta su Music.it! Diamo subito inizio a questa intervista con un tuo ricordo: racconta ai lettori un aneddoto imbarazzante legato al tuo percorso musicale.

Ciao Music.it, è un piacere essere qui con voi. Aneddoto imbarazzante… posso rilanciare con un aneddoto che mi ha segnato l’esistenza. Ho 10 anni e partecipo al primo – e unico – contest di canto della mia vita. Propongo una canzone degli 883 che raccoglie consensi. Alla fine di tutto appare chiaro che io sia la vincitrice, ma nel fondo della sala c’è uno strano trambusto. A sorpresa vince un’altra concorrente, e io seconda. Tutto normale se mia madre, nel pubblico, non avesse sentito i genitori corrompere “i giurati” per la vittoria di questa bambina. Era un concorso della parrocchia, con i bambini del quartiere: da lì ho capito che la vita sarebbe stata tutta in salita.

Sei un’artista poliedrica, quando e come è entrata l’arte nella tua vita? Cosa ne pensi della frase «L’arte non è una cosa seria, ma è tutto ciò che conta»?

Ogni volta ricordo un inizio diverso – ci sono stati tanti colpi di fulmine. Con certezza posso dire che è un amore e una propensione del tutto naturale: non ricordo anno, scuola, situazione senza interesse performativo. Devo dire che sono nata in una famiglia in cui si respirava cultura, è stato un passaggio interessante: dal teorico al pratico. Non so di chi sia quella frase, ma rispondo con questo pensiero di Oscar Wilde: «L’arte è la sola cosa seria al mondo. E l’artista è la sola persona che non è mai seria». In questo modo auguro a tutti noi artisti di non prenderci troppo sul serio, che il gioco e l’amore per l’arte possa vincere l’ego e la nostra paura di fallire.

Quando hai deciso di diventare una cantautrice? Svelaci quali sono stati i tuoi Maestri, punti di riferimento musicale.

Ho sempre declinato la musica in qualcosa di performativo. Ora semplicemente l’ho resa un ambito a sé, lavorando al fianco di persone competenti. Adoro tutte le donne della musica che a loro modo sono state rivoluzionarie. Billie Holiday, Sade Adu, Donna Summer, Janis Joplin, Britney Spears, Shania Twain, Lady Gaga, Madonna. Mi piace l’ukulele perché è uno strumento dolce e sensuale – come lo suonava Marilyn Monroe – ma anche ruvido e profondo – come lo suona Eddie Vedder. Adoro il pop perché è un genere che ben si combina ad una pluralità di direzioni. Va oltre la musica – diventa storia, moda, stile.

Parlaci del tuo singolo d’esordio “Giorno Zero”, un brano orgogliosamente pop dalle sonorità beat anni ‘80/’90. Cosa rappresenta per te e in quale periodo della tua vita ha preso forma?

È un brano che nasce da un’intuizione da lockdown. Ho preso questo ukulele rimasto in un angolo e ho provato a dare voce a pensieri semplici, quotidiani, sentiti. Come pagine di diario, mie. Non succedeva da un po’; non lo credevo necessario alla sopravvivenza. Condividendo il mio “stare” mi sono accorta che era un sentire comune. Per questo è il “nostro” Giorno Zero.

Se dovessi attribuire un colore a “Giorno Zero”, quale sarebbe?

Arancione, come i frutti più buoni e i migliori tramonti.

Hai a disposizione due biglietti di solo andata, uno per tornare indietro nel tempo ed uno per saltare immediatamente nel futuro. Quale scegli? Perché?

Tornare indietro per assistere all’unplugged dei Nirvana.

Cosa ti riserva il futuro? Già stai pensando a nuovi singoli da lanciare?

Un futuro eclettico e a pieno ritmo. Tanti progetti e due, tre canzoni su cui sto lavorando.

Liliana Fiorelli, ti ringrazio per il tuo tempo e per essere stata con noi. Le ultime righe sono per te, puoi aggiungere tutto ciò che vuoi: spazio alla fantasia! Ciao!

Attenta che se mi dai “spazio alla fantasia” potrei scrivere un saggio di trenta pagine! Posso dirti che ci saranno tante belle news, se volete restare aggiornati sapete dove trovarmi. Grazie!
Ciao Music.it, ciao Giulia!

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