LISBONA: "Voglio evolvermi con uno spettacolo che misceli analogico e digitale"
Il cantautore Lisbona
Il cantautore Lisbona

LISBONA: “Voglio evolvermi con uno spettacolo che misceli analogico e digitale”

Benvenuto Lisbona su Music.it! Ci piace iniziare le nostre interviste chiedendo un ricordo particolarmente significativo legato alla musica. Il tuo qual è?

Un concerto. Mio padre mi aveva accompagnato a vedere i Police allo stadio. Ricordo Sting mentre imbracciava il suo basso fender precision tutto rovinato, le armonie e i fraseggi di Andy Summers e i tempi tutti spostati di Stewart Copeland. Sono tornato a casa e nella mia testa la musica non è mai più stata la stessa cosa.

Lisbona è soprattutto il nome di una città. Perché hai scelto proprio questa?

Il dubbio va cullato.

Possiamo tranquillamente dire che sei un figlio d’arte. Tuo padre Antonio è stato la chitarra solista di alcuni storici gruppi rock degli anni Settanta, mentre tua madre è una cantante lirica. Un’eredità importante. Quanto ti ha influenzato?

La musica mi è sempre stata lanciata a mazzi dietro la schiena fin quando non è diventata una esigenza scrivere la mia. Il fatto di avere musicisti in casa mi ha sempre fatto pensare fosse normale suonare ed esprimere qualcosa attraverso una melodia. Mio padre era molto attento a curare i propri suoni e stava ore a regolare anche solo un compressore per un assolo. Le mattine in estate venivo svegliato dai vocalizzi al piano di mia madre. Questo sicuramente ha avuto le sue ripercussioni sia sulla mia sanità mentale che sul mio modo di vedere la musica.

Quali sono invece gli artisti contemporanei che ascolti e che magari aggiungono qualcosa alla tua formazione?

Musicalmente mi piace molto la scena elettronica nord europea. Nella forma più cantautorale ascolto molto Jack Garratt, Sohn, FKJ e molti altri. Ho un live molto simile a quello che propongono loro che si fonda sul miscelare suoni analogici, loop station, drum pad, controllando le sequenze da ableton.

Parliamo del tuo singolo “Tostapane”. Un pezzo ironico ma che rimanda anche a ricordi d’infanzia, dolci e malinconici allo stesso tempo. Da dove nasce questa canzone?

Il brano è nato un po’ per caso mentre parlavo con il mio frigo che in quel frangente era drammaticamente vuoto. Poi ci ho visto più poesia nel tostapane e quindi gli ho fatto prendere il suo posto. Da quando è uscita la canzone ho scoperto che in realtà non è una mia patologia ma è una cosa abbastanza comune. Un sacco di persone mi hanno confidato di essere “chiacchieratori da elettrodomestico”. Presumo sia colpa della noia o della solitudine, o di entrambe.

C’è una frase molto simpatica che descrive un’altra mania, se così vogliamo chiamarla: quella di evitare di calpestare le righe delle piastrelle.

Vero, ma mi ha stupito meno, avevo già visto un sacco di gente farlo. Per il resto volevo un brano divertente ma che fotografasse un po’ un momento mio. Per la musica invece volevo che seguisse quelle tre o quattro regole che mi auto impongo quando scrivo. In fase di produzione ho scelto dei suoni analogici per caratterizzare le mie idee. Poi ho mixato il tutto e ho accompagnato piano piano questo brano fino alla fase master che è stata curata dalle sapienti mani di Davide Turbino. Anche il video si è creato un po’ per caso. Sono “inciampato” nel profilo di Selene Baiano. Lei ha questa bellissimo profilo dove descrive quello che le accade mettendo i suoi “passi” come protagonisti dei suoi post. Le ho proposto di far diventare questo suo punto di vista, il mio video. Lei ha accettato e sono molto felice del risultato.

La tua musica rientra tra il cantautorato pop molto seguito in Italia oggi: l’utilizzo dei sintetizzatori tipici degli anni Ottanta, inseriti in sezioni ritmiche dal profilo più moderno e un tipo di scrittura personale sono sicuramente elementi in grado di distinguerti. Cos’altro potrebbe segnare un’evoluzione?

L’arma con il potenziale evolutivo maggiore credo possa sicuramente essere il live a cui sto cercando di dare un’aria più dinamica possibile. L’evoluzione potrebbe proprio essere quella, portare dal vivo uno spettacolo che misceli analogico e digitale al meglio. Ovviamente poi le protagoniste sono sempre le canzoni ed è a loro che porgerò le mie cure più “Battiatiche”. No scherzo, “Battiatiche” non si dice!

Cosa ci sarà dopo “Tostapane”? Un album e magari un tour?

Per ora l’idea è di riuscire a portare la mia musica dal vivo il più possibile e abbiamo in programma di uscire con qualche altro singolo, sempre sotto l’ala protettiva dei Subsonica. Infatti uno dei prossimi brani è prodotto e co-firmato dal bassista, Luca Vicini, che stimo e a cui voglio un gran bene.

Lisbona, siamo arrivati alla fine della nostra chiacchierata. Ti ringraziamo per averci tenuto compagnia e vorremmo salutarti lasciando questo spazio libero da riempire con quello che vuoi. A presto!

Grazie Music.it. A presto!