Lo spazio da colmare in DISTANZE, il nuovo disco dei KARMA CREEP
In ordine sparso: Simone Villani, Jessica Mela, Davide Gallea, Rebecca Mano e Carlo Capretta, i Karma Creep.
In ordine sparso: Simone Villani, Jessica Mela, Davide Gallea, Rebecca Mano e Carlo Capretta, i Karma Creep.

Lo spazio da colmare in DISTANZE, il nuovo disco dei KARMA CREEP

KARMA CREEP DISTANZESono cinque, sono giovani e appassionati. Vengono da Milano e si chiamano Karma Creep. Sorti come band nel 2017, i Karma Creep hanno scritto, musicato e rilasciato “Distanze” lo scorso 17 ottobre 2020. Disco che segue, a distanza di tre anni, quella che fu la loro prima pubblicazione discografica e che si chiamava “Segnali”. Un EP che subito aveva messo in luce un’inclinazione, tutta contemporanea, verso quelle sonorità che legano il rock al pop e che ben fissano una certa cornice emozionale.

Con “Distanze” , i Karma Creep confermano e stabiliscono uno spazio dentro il circuito musicale indipendente nostrano. Non a caso, il quintetto si era già reso noto esibendosi, nel corso di questi tre anni di vita, su palcoscenici della scena indipendente milanese, nazionale e perfino europea – risale al mese di ottobre 2019, un tour nella capitale inglese.

I Karma Creep mostrano un’inclinazione, tutta contemporanea, verso sonorità che legano il rock al pop e che ben fissano una certa cornice emozionale.

Nove i brani che compongono “Distanze” e che tra leggerezza ed euforia, raccontano i dubbi e le speranze che affollano la vita quotidiana. La vita con tutte le sue imperfezioni. Caposaldo dei pezzi è la melodia. Energica ovunque, anche in pezzi più intimi e dreamy, è la melodia a dare il polso della sintonia vigente tra le frequenze di Simone Villani, Jessica Mela, Davide Gallea, Rebecca Mano e Carlo Capretta. Sì, perché nonostante la giovane età della formazione, “Distanze” fornisce intuizioni circa una certa sintonia espressiva in fase di condensamento.

Come se lo spettro emotivo di ciascuno fosse consegnato e chissà, sacrificato, alla buona riuscita del sound. Si sentono le chitarre che sperimentano vibrazioni ultra-contemporanee, sezioni ritmiche che ben s’intendono e forti sostengono la voce che, seppur cangiante lungo il percorso del disco, sempre incide su ogni brano attraverso una peculiarità esecutiva non indifferente.

Il tutto, a voler dire che i Karma Creep sono una buona realtà musicale. Certamente da non sottovalutare, né perdere di vista. Perché il talento c’è e si sente. Peccato, però, che il disco manchi d’originalità, di quel tocco d’audacia che rende diverso un disco contemporaneo. Perché per quanto piacevolmente orecchiabile sia “Distanze”, per quanto resti in testa quasi ogni brano – mi ricordi Parigi coi suoi cieli grigi – si attende quasi febbrilmente – per lo meno la penna che ora scrive – una sorta di virata verso acque inesplorate. Come una sorpresa. Ma perché bene riescano, sorprese sorprendenti, ci vuole tempo e conoscenza di sé. Come per tutto ciò che è umano e che i Karma Creep bene promettono.