LOVERDOSE: "Ascoltare un concept album dovrebbe essere come guardare un film o leggere un libro"
La rock band Loverdose in uno scatto promozionale.
La rock band Loverdose in uno scatto promozionale.

LOVERDOSE: “Ascoltare un concept album dovrebbe essere come guardare un film o leggere un libro”

Loverdose, è un vero piacere darvi il benvenuto sulle nostre pagine! Noi di Music.it siamo soliti chiedere agli artisti un aneddoto imbarazzante legato alla propria carriera musicale. Raccontateci la cosa più rock’n’roll che vi è successa!!!

Ciao Giulia, questa domanda è molto simpatica e sembra fatta su misura per noi. In realtà non c’è un aneddoto in particolare, chi ci conosce e ci segue sa che in questi anni è successo veramente di tutto. Siamo passati dagli uragani alle alluvioni, da auto ferme in autostrada al crash della rete proprio nel minuto esatto in cui doveva uscire il singolo; strumentazioni che ci hanno abbandonato durante le registrazioni, potremmo scrivere un libro… ormai ogni volta che qualcosa entra in calendario si sprecano gesti scaramantici o riti propiziatori. Sicuramente su molte cose in questi anni non abbiamo avuto troppa fortuna ma noi continuiamo a testa bassa senza perderci d’animo.

Ora parliamo della vostra carriera discografica: come sono cambiati i Loverdose nel corso del tempo? Quali sono state le principali variazioni subite dalla vostra musica? Cosa, invece, non cambierete mai?

I Loverdose sono nati cinque anni fa quindi parlare di carriera discografica forse è un po’ eccessivo. In questi anni abbiamo imparato tante cose soprattutto perché le produzioni dei nostri brani sono fatte in completa autonomia. La stesura delle canzoni, gli arrangiamenti, le registrazioni e anche la post-produzione è tutta “farina del nostro sacco” quindi puoi ben immaginare quante e quali difficoltà abbiamo incontrato. Sono stati fatti un sacco di errori che spesso ci hanno anche costretto a ricominciare tutto da capo, è stato però tutto importantissimo, tutto fa esperienza.

Quali sono state le principali variazioni subite dalla vostra musica? Cosa, invece, non cambierete mai?

Per quanto riguarda l’aspetto musicale continuiamo più o meno nella stessa direzione. “RADIOATTIVO”, il nostro primo lavoro, era un album emotivo, fatto d’impulso, musicalmente molto spigoloso. Oggi stiamo lavorando ai nuovi brani con più consapevolezza, il sound è più “rotondo”, abbiamo aggiunto anche strumenti che in “RADIOATTIVO” non avevano trovato spazio come le chitarre acustiche, le tastiere e il pianoforte. Come capita a tutti nella vita si cresce e si matura, l‘unica cosa che non cambierà mai è che fino a quando decideremo di continuare questa avventura faremo sempre e solo del rock.

“Ale” è il primo singolo estratto dal vostro secondo lavoro “Game Over” che uscirà nei prossimi mesi. Com’è avvenuta la scelta, come mai proprio questo singolo ad anticipare l’album?

“Ale” è uno dei tre singoli che abbiamo deciso di pubblicare nell’attesa dell’uscita di “Game Over”. La scelta è stata fatta perché volevamo inaugurare il progetto con un po’ di energia e perché ci è piaciuta fin da subito…è stato un “colpo di fulmine”!!

E cosa potete dirci di “Game Over”?

“Game Over” sarà un concept album con una struttura piuttosto complessa e articolata. Oltre alle canzoni ci saranno anche alcune “situazioni” che stiamo studiando per cercare di calare il più possibile l’ascoltatore all’interno della storia. Lo diciamo da sempre, ascoltare un concept album dovrebbe essere come guardare un film o leggere un libro. Diventa indispensabile quindi dettagliare in qualche modo il racconto, ci deve essere una trama, dei personaggi, delle ambientazioni; l’unica differenza è che nella musica non si hanno a disposizione immagini o pagine bianche da riempire… è tutto molto più complicato!!

Si parlerà sempre di amore puro, sincero e leale?

“GAME OVER” racconta la storia di alcuni ragazzi che vivono in una cittadina di provincia, crescono, maturano, fanno le loro esperienze; le tematiche trattate sono le stesse che ognuno di noi vive tutti i giorni della propria esistenza…si parla d’amore, di sogni, di delusioni e di tante altre cose. “GAME OVER” è la fine di un ciclo della loro vita, da lì in poi sapranno chi ha fatto le scelte giuste, chi sbagliate… chi sarà felice e chi no!!

Osservando l’attuale panorama rock italiano, secondo voi cosa manca e cosa non potrà più tornare? E quali sono i gruppi validi e degni di essere citati ed ascoltati?

Purtroppo non esiste un panorama rock italiano! Dall’estero continuano ad arrivare band e artisti bravissimi, in Italia sembra che si sia persa definitivamente la voglia di suonare. Spesso ci viene detto che facciamo una musica “fuori dal tempo”, qualcosa di superato che non interessa più a nessuno! La cosa incomprensibile è che questo capita solo in Italia e non nel resto del mondo. La nostra speranza, per il bene della musica, è che si ritorni ad ascoltare una musica fatta di strumenti veri e che i ragazzi in futuro mettano da parte i computer e ricomincino a spaccare qualche chitarra sul palco!!

Sono curiosa di sapere quali sono i vostri piani per il futuro: qual è il mondo che vorreste costruire con la vostra musica? C’è un pubblico di riferimento a cui vi sentite particolarmente legati?

Adesso continuiamo a lavorare al nuovo album anche perché siamo impazienti di farvelo ascoltare! Speriamo anche al più presto di ritornare a fare dei live ma questo purtroppo non dipende da noi. Non abbiamo la presunzione di poter costruire un mondo musicale particolare, noi suoniamo perché la musica è la nostra passione e continuiamo per la nostra strada con la speranza che sempre più persone possano apprezzare i nostri lavori. Il pubblico migliore è quello che ci dice “questo pezzo mi ricorda…”. Questo è un pubblico che ha vissuto o conosce gli anni più belli della musica, gli ‘80 e i ‘90 che sono e rimarranno sempre la nostra fonte di ispirazione.

C’è un rito particolare che siete soliti rispettare prima di salire sul palco?

Non abbiamo riti particolari, di solito siamo sereni e tranquilli anche perché sappiamo che stiamo per andare a divertirci e a fare quello che ci piace. Il palco è un mondo a parte, se non ti trovi a tuo agio e meglio non salirci.

Loverdose la nostra intervista è giunta al termine ed io vi ringrazio per essere stati con noi. Lascio a voi l’ultima parola: salutate i lettori con una citazione o con una frase tratta dalle vostre canzoni! Ciao!!!

Siamo noi a ringraziare voi per averci sopportato e vi salutiamo con una cosa che di solito diciamo durante il live per introdurre un nostro brano, visto anche il periodo che stiamo tutti vivendo.

«Ragazzi non arrendetevi mai, non bisogna mai arrendersi…IO NON MI ARRENDO!!».