Benvenuti ai Manuel Pistacchio sulle pagine del nostro sito! Ciao ragazzi. Per cominciare, ci raccontate un episodio per voi particolarmente significativo, che non avete mai rivelato ad anima viva?
Probabilmente l’episodio più significativo della nostra breve storia è avvenuto il giorno in cui incontrammo Francesco Giampaoli di Brutture Moderne nel suo studio a Lido di Dante per presentargli il disco. Non ci conoscevamo e fu, giustamente, tutto molto formale. Francesco Giampaoli ha la parvenza di una persona introversa e misteriosa, soprattutto la prima volta che lo incontri. Fu senza dubbio una giornata epica. Dopo che Francesco Giampaoli ci disse che avrebbe prodotto Manuel Pistacchio, uscimmo dallo studio e andammo a bere in un baretto dietro l’angolo. Bevemmo uno spritz e in quel giorno si realizzò qualcosa di molto significativo per le nostre vite, dunque ringraziamo.
I Manuel Pistacchio sono Diego Pasini, Lorenzo Camera e Matteo Camera. Ma chi è, realmente, Manuel Pistacchio?
Manuel Pistacchio, più che un reale personaggio, ci piace immaginarlo come una potente energia che trasversalmente muove e controlla i nostri impulsi creativi. Dopo che, qualche anno fa, ci fu attribuito questo nome “casualmente” in un pub, autonomamente ha continuato a crescere creando questa band e le sue sonorità. È il nostro flusso artistico.
La vostra musica trasmette un senso di indeterminatezza, di precarietà, di sospensione. Rappresenta per voi un punto di arrivo o di partenza?
Molto probabilmente un punto di partenza. Le nostre scelte estetiche vogliono appunto porre musica e parole più che su un livello melodico, su un piano evocativo. Indeterminatezza e precarietà sono le sensazioni principali che vogliamo trasmettere, proprio perché sono quelle che caratterizzano la realtà che viviamo. Per noi l’ascoltatore, attraverso la musica, dovrebbe avere un contatto diretto con la verità. La musica è uno dei mezzi comunicativi più potenti, non possiamo permetterci di trasmettere qualcosa di falso. Siamo convinti di continuare su questa strada, dando voce e risonanza alle nostre esigenze, rabbia e convinzioni.
Quali sono gli artisti che hanno influenzato la vostra produzione?
Sparklehorse, Haruomi Hosono, Franco Battiato, Yellow Magic Orchestra e The Residents.
Se la vostra musica fosse un famoso dipinto, quale sarebbe?
Sicuramente un dipinto di Alice Tamburini, artista di Cesena.
Cos’è che manca, secondo voi, all’attuale panorama musicale italiano?
Non consideriamo terreno d’indagine chi fa musica per finalità prettamente commerciali, pubblicitarie o per ricercare spudoratamente la fama. Oggi tra talent show, programmi e industria musicale, viviamo costantemente tra chi pensa che la musica sia solo un mezzo per raggiungere dei fini di guadagno. Tutto ciò che rientra in questa logica non è da considerarsi parte del panorama musicale italiano. Per quanto riguarda il resto, pensiamo che in Italia non manchi proprio niente: solo in Romagna ci sono artisti incredibili che fanno della ricerca e dello studio i loro mezzi per contribuire alla crescita artistica di tutti. Forse, dovremmo essere solo un po’ più coraggiosi. Oggi più che mai per contrastare quel grado di superficialità e disattenzione che caratterizza l’ascolto. Gli artisti non dovrebbero “soccombere” omologandosi, bensì spingersi sempre più in profondità e stimolare l’orecchio di chi ascolta. Solo così possiamo preservare la musica nella sua funzione “anarchica” e culturale.
Anno 4022. In una colonia umana su Marte, è stata sviluppata una tecnologia che permette di resuscitare gli artisti del passato attraverso la loro musica. Vi piacerebbe tornare in vita? Rispondete con cautela: se date il vostro consenso, potrebbe accadere davvero!
Domanda strana… non sappiamo quanto possa essere stimolante vivere in una colonia umana su Marte nel 4022. Comunque, se Manuel Pistacchio sarà ascoltato anche tra 2000 anni, va bene.
Parliamo di un futuro imminente, ora. Quali sono i vostri prossimi progetti? Dove vi vedrete, da qui a cinque anni?
Difficile dirlo. Per il momento siamo tutti un bel po’ squattrinati. Sicuramente ci piacerebbe permetterci un affitto dove vivere serenamente e scrivere musica. Fare uscire un altro disco del quale esistono già un paio di brani. Avere qualche ascolto e live in più.
Grazie mille ai Manuel Pistacchio per il tempo che ci hanno dedicato. C’è qualcosa che volete aggiungere in chiusura a questa intervista?
Niente da aggiungere, grazie a voi da Diego, Lorenzo e Matteo: Manuel Pistacchio.