MARCO COCCO: “La libertà di tutti è il vero scopo del processo evolutivo”
Il cantautore Marco Cocco.
Il cantautore Marco Cocco.

MARCO COCCO: “La libertà di tutti è il vero scopo del processo evolutivo”

Diamo il benvenuto a Marco Cocco, cantautore e produttore di se stesso. A sei anni da “Comunque”, è in uscita il suo nuovo lavoro “Contrasti contemporanei”. Ciao Marco! Parlaci di te: raccontaci l’episodio più buffo della tua carriera.

Ciao! Il primo episodio buffo, più che altro per dolcezza, risale a qualche anno fa quando suonavo in un locale. Una bambina mi si avvicinò chiedendomi di abbassare il volume della chitarra perché il fratellino si era addormentato, indicandomi anche la sua culla

Come sei approdato alla musica? Cosa significa per te la musica?

Sostanzialmente la musica è sempre stata una delle mie più grandi passioni. Mi sono avvicinato al primo strumento musicale da adolescente, ai tempi della banda della mia città. Poi ho cambiato direzione, cominciando a comporre. Usavo pianoforte e chitarra. La musica, fondamentalmente, è tre cose: comunicazione, rivoluzione e vita. Perché si tratta di un linguaggio universale, capace di trasmettere messaggi e di cambiare le cose. Arriva laddove nessun’altro è capace. Ha il ritmo come il battito della vita, con il quale si fonde.

Che pubblico ti segue? Cosa hai da raccontare ai tuoi ascoltatori?

Con piacere ho notato che mi seguono persone giovani e meno giovani. Cerco di comunicare le mie idee, le mie esperienze, il mio vissuto. Il subconscio lo trasforma in energia positiva e, attraverso chissà quale sconosciuto canale, riesce a farlo uscire sotto forma di musica e parole. Non a caso quando scrivo una canzone è come se entrassi in una sorta di trascendenza mistica… La magia dell’arte!

Nel video del tuo nuovo singolo sei scalzo, in mezzo alla natura e in una giornata di sole. Tutto sembra fuorché febbraio…

“Quei freddi giorni di febbraio” è sia uno stato d’animo sia il riassunto di due storie diverse, rivisitate da un ricordo. E i ricordi ci sfiorano la mente non tenendo conto delle stagioni e dei mesi. L’essere scalzo e in mezzo alla natura rappresenta la mia voglia di contatto diretto con la terra e con quei luoghi che mi circondano da sempre. In quel contatto, c’è tutta la libertà e l’energia del mondo.

Ascoltandoti esternamente, dove insteriresti il lavoro di Marco Cocco? Nella scena contemporanea quali realtà ritieni siano valide?

Credo che si tratti di puro cantautorato anche se con influenze diverse che vanno oltre i confini della nostra penisola. Sono molto vicino a Patrick Watson e ai Beirut, realtà contemporanee molto valide.

Quali obiettivi ti poni a breve termine?

“Quei freddi giorni di febbraio” ha anticipato l’uscita del mio nuovo disco “Contrasti contemporanei”. È un lavoro autoprodotto di cui ho curato personalmente gli arrangiamenti, i missaggi e il mastering. Il tutto nel Marfì Studio, il mio piccolo studio di registrazione. Nell’immediato il mio obiettivo principale è quello di portare in giro il messaggio di “Contrasti contemporanei”,  per poi tornare a registrare.

Hai le ultime righe tutto per te. Lascia un messaggio ai lettori di Music.it.

Ringrazio tutti i lettori di Music.it per aver dedicato parte del loro tempo alle mie parole. Vi lascio con un pensiero. Ogni individuo, umano e non umano, deve poter vivere libero, conservando tale condizione fino alla fine della propria esperienza su questo pianeta. La libertà di tutti è il vero scopo del processo evolutivo. Freedom for all!