Diamo il benvenuto su Music.it a Marco Sentieri. Per rompere il ghiaccio, raccontaci un aneddoto divertente o imbarazzante che ti è capitato in studio o su un palco.
Facendo oltre 100 live all’anno, devo dire che di cose simpatiche me ne sono successe tante! Durante un opening di un Artista (ad esempio), scambiarono me per l’Artista e mi chiesero di fare le foto! Ad inizio di un live una volta, mi si ruppe l’air monitor a me e la pelle del rullante della batteria al batterista, proprio al primo pezzo, e ci siamo dovuti fare un’ora e mezza di live, senza riferimenti io e senza rullante il batterista… è stato ‘assurdo’, ma ce l’abbiamo fatta.
Parliamo di “Billy Blu”. Come nasce questo brano e dove vuole arrivare?
Il brano nasce dalla penna del compianto Giampiero Artegiani, noto autore italiano, che ha composto tra gli altri “Perdere l’amore” (per me la canzone del secolo), che ha raccontato la storia vera di un ragazzo bullizzato, cioè Billy.
Secondo te è importante che gli artisti tocchino temi importanti come il bullismo?
Sì, io credo che sia importante il fatto che gli artisti tocchino temi importanti, non solo il bullismo, ma la violenza in generale. La musica serve anche a questo, è espressione di pensiero e comunicazione: uno dei modo più facili per fare arrivare un messaggio è attraverso la canzone.
Parliamo del Festival di Sanremo. Pensi che Sanremo rispecchi ancora lo stato della musica nel nostro paese?
Secondo me c’è ancora qualcosa che rappresenta il nostro “canto”, quel canto largo, bello, quadrato. Però credo che la musica stia cambiando, stiamo vivendo un ricambio generazionale, credo che sia giusto dare spazio a chi fa musica diversa da quella che si è fatta negli ultimi 70 anni (se vogliamo parlare del Festival di Sanremo). Anche perché quel blocco di autori e cantanti “vecchio stampo”, per quanto possano essere bravi, scriverebbero diversamente di un tema attuale da un autore di 20 anni, e credo possa essere più diretto se scritto dalla penna ed esperienza di quest’ultimo.
Che ne pensi dell’attuale scena musicale italiana?
Penso che stiamo vivendo un ricambio (come dicevo prima). C’è stato un po’ di stallo per i nuovi autori perché i Big hanno avuto il monopolio, soprattutto per quanto riguarda la televisione. Il modo di raccontare le cose è cambiato e continuerà a cambiare. Io sono una persona curiosa, ascolto tanti generi musicali. Io stesso sono versatile: canto rock, pop, rap, quindi credo sia giusto così.
Tu come ti trovi nel panorama italiano? Ti senti integrato?
Ho avuto un’esperienza di 1 anno in Romania dove ho partecipato a X-Factor e ho vinto 2 Festival internazionali in cui rappresentavo l’Italia. Le prime soddisfazioni importanti me le ha date la Romania. L’Italia non mi aveva mai dato importanza e spazio. È arrivato adesso, a 34 anni. Me la godo. E non saprei come mi trovo nel panorama italiano: è appena iniziato il tutto.
Sei tra i Giovani in gara per le Nuove Proposte, che significa per te partecipare al Festival? Pensi che il tuo brano verrà apprezzato?
È il sogno di tutti i cantanti, è il palco più importante d’Italia. Provo tanta emozione a sapere che ci parteciperò e tanta inconsapevolezza. Spero di riuscire a far sì che il messaggio arrivi nel cuore e nella testa di bullizzati, ma anche dei bulli, per sensibilizzarli, per far loro capire che è da stupidi prendere in giro un compagno di classe magari per un “difetto” fisico. Preferisco mi dicano “non ci piace il brano, ma il messaggio è forte”.
Ultima domanda, il classico “Fatti una domanda e datti una risposta”. Che puoi dirci?
Faccio questa domanda a Marco Sentieri: «Marco ma sei pronto per il Festival di Sanremo?». E Marco risponde: «Sì, sono pronto, vado lì e me la vivo istante per istante, senza ansia. Questo è il mio obiettivo, andare lì e vivere tutto ciò che gira intorno al Festival ed intorno a me. Sì, questo è quello che vorrò fare». Un saluto a tutti i lettori di Music.it. Ci vediamo a Sanremo!