La popolarità crea tantissimi problemi all’equilibrio emotivo e psicologico dei personaggi pubblici. Per quel che riguarda i cantautori, spesso trovano nella musica un potente farmaco e palliativo alle crisi depressive che li colgono. Abbiamo parlato pochi giorni fa di come Lady Gaga abbia cercato di superare la sua crisi durante la quarantena. Impossibile non pensare a “Rehab” di Amy Whinehouse, uno dei pezzi più famosi della discografia spezzata della regina del soul, per la tragica dipartita che l’ha fatta entrare nel famigerato ‘Club 27’. Anche Mariah Carey ha attraversato un periodo nero, circa 25 anni fa.
La voce di “All I Want for Christmas is You” lo racconta nella sua autobiografia, prossima all’uscita. In “The Making of Mariah Carey” è narrato il retroscena di “Daydreams”, una fatica che alla cantante stava costando la salute mentale. Così ha twittato ieri la cantante:
«Curiosità: ho realizzato un album alternative mentre registravo Daydream. L’ho fatto solo per ridere, ma mi ha aiutato a superare giorni bui. Un saluto alla mia amica Clarissa, che è la cantante principale. C’è anche la mia voce, più nascosta»
Dopo 25 anni, Mariah Carey commenta l’album alt-rock “Someone’s Ugly Daughter”
«Ho amato alcune delle canzoni. Cantavo con lo stile delle cantanti femminili breezy-grunge, punk-light white, punk-light, che all’epoca erano molto popolari. Sembravano sembravano spensierate con i loro sentimenti e la loro immagine. Potevano essere arrabbiate, angosciate e disordinate, con scarpe vecchie, sottovesti e sopracciglia indisciplinate. Volevo liberarmi, lasciarmi andare, esprimere la mia miseria – ma volevo anche ridere. Non vedevo l’ora di fare le mie sessioni di con quella band dopo aver registrato Daydream ogni sera»
L’album dei Chick, peraltro l’ultimo inciso dalla band, diventerà, con ogni probabilità, un pezzo da collezione. Mariah Carey non è inserita nei credits ma è impossibile non riconoscere la sua voce in “Demented”. Uno smacco per tutti coloro che hanno sempre considerato la voce della cinquantenne statunitense poco versatile.