MOLLA: "Nella musica non ho preso la scala mobile ma quella di sicurezza"
Una foto promozionale di Molla.
Una foto promozionale di Molla.

MOLLA: “Nella musica non ho preso la scala mobile ma quella di sicurezza”

Benvenuto Molla su Music.it! Raccontaci qualcosa di te che non troveremmo nelle biografie ufficiali.

Vi posso dire che adoro cucinare, che mi piacerebbe suonare in una band come batterista, che ho una collezione infinita di cappelli e che mi piacciono tanto i film di Leonardo Pieraccioni.

Da dove viene il tuo nome d’arte, Molla appunto, e cosa vuole far capire al pubblico?

Il mio nome d’arte viene da anni e anni in Valtur come animatore. Ero dappertutto e mi chiamavano Molla per questo. Dopo tanti anni ho scelto di utilizzarlo per il mio progetto da solista proprio per far capire questo senso di elasticità tra generi musicali, tra strumenti sul palco e nella vita di tutti i giorni.

Hai partecipato a Sanremo Giovani con gli Ameba 4, sei stato ammesso a MTV New Generation Campus, finalista al Premio Anacapri Bruno Lauzi, ospite di Fiorello. Cosa ti hanno lasciato tutte queste esperienze?

Tutte esperienze importanti. C’è chi nella musica, soprattutto oggi, prende la scala mobile per arrivare sempre più su senza sudare troppo. Io, invece, ho scelto di prendere le scale di sicurezza! Le faccio alla vecchia maniera, un gradino alla volta, e il mio percorso è una continua salita. Tutte queste esperienze che hai citato rappresentano proprio questa scalata, e ogni gradino ha un senso diverso. Il premio Bruno Lauzi in particolar modo mi ha lasciato davvero tanto.

Immagino l’emozione di scoprire che Mina ha condiviso su YouTube la sua versione di “Troppe Note”. Ricordi la tua primissima reazione?

Ero in macchina con mia moglie e mia figlia Nina, e ho iniziato a urlare come se avessi vinto a un Gratta e vinci! Ho letto la mail ad alta voce della redazione di Mina. Ero strafelice e orgoglioso di me. Credo che una cover serva a sottolineare il mondo di un artista, e quella cover davvero la sento mia. Nel prossimo tour la suonerò anche dal vivo con i miei musicisti.

“21 Orizzontale” è il tuo ultimo singolo. Una canzone delicata che parla intensamente del rapporto con l’Altro. Quanto c’è di autobiografico o almeno quanto ti rispecchia?

In questo caso posso che è tratto da una storia vera: ho vissuto tutto quello che racconto nella canzone in questi ultimi due anni. La malattia arriva senza chiedere permesso. Non decidiamo noi chi vince alla fine, ma possiamo decidere come giocare la partita, come vivere nella malattia. È difficile, ma si può anche sorridere, abbracciarsi e – perché no – svagarsi con un semplice cruciverba.

Cosa dobbiamo aspettarci dopo “21 Orizzontale”? Magari un album?

Mi piace parlare di canzoni, più che di album. Credo che oggi le canzoni singole abbiano molta forza. Magari finiscono in playlist o in album, ma credo che l’importante sia avere l’esigenza di scrivere una canzone e raccontare una propria storia. Dopo “21 Orizzontale” uscirà un altro singolo, pubblicato sempre con INRI e Warner. Sarà molto diverso dal precedente singolo. È un brano forte, veloce, potente, un treno da 3 minuti e 30 secondi. Non vedo l’ora di farvelo ascoltare!

Grazie Molla per essere stato con noi. Ci piace salutare i nostri ospiti con uno spazio dedicato completamente a loro. Questo è il tuo, riempilo con quello che vuoi!

«È come dirsi ciao senza conoscersi
È come dirsi addio senza aeroporti
È come credere che siamo artisti
In fondo scriviamo solo canzoni tristi».