Ieri ricorreva l’anniversario dell’annuncio da parte di Freddie Mercury della sua prossima dipartita da questa valle di lacrime (link all’articolo). Oggi è il giorno in cui, 29 anni fa, si spegneva quella che è rimasta alla storia come la voce più popolare e più apprezzata del rock. Della formazione originale sono rimasti solo due membri, Brian May e Roger Taylor che insieme allo statunitense Adam Lambert continuano a portare alto lo stendardo dei Queen. Come se ce ne fosse bisogno. Purtroppo è impossibile non sentire sottotraccia la voce di Freddie Mercury che guida quella del giovane Lambert. Oltre che ascoltare compulsivamente i brani, viene in mente cosa altro avrebbe avuto la band in serbo per l’umanità intera. Nella composizione dei Queen hanno sempre bilanciato le volontà e le capacità di ognuno. La perdita di un membro ha significato uno stop definitivo per la band.
Freddie Mercury non era solo un frontman gigantesco
A partire dai primi album, l’impronta di Freddie Mercury sarebbe stata indelebile. A partire dall’impronta epica che ha dato “Liar” al loro album di debutto, contestatissimo dalla critica (link alla recensione). Fino alla consacrazione sull’altare del rock con “Sheer Heart Attack”, pubblicato solo due anni dopo (link alla recensione). Anche “Somebody to Love” porta la firma del cantante. Impossibile dimenticare la ballata dedicata alla sua ex compagna e amica per la vita, Mary Austin. “Love of My Life” è un brano di una dolcezza e profondità inaudite, dove la difficoltà sta nell’interpretazione più che nei tecnicismi.
“The Show Must Go On” è comunemente accettato come testamento artistico di Freddie Mercury. Invero, il brano in chiusura di “Innuendo”, il quattordicesimo album dei Queen, porta la firma di Brian May. Iconica, in quanto manifesto, sia dal punto di vista della lirica che della composizione, è “Bohemian Rhapsody”. Una rock ballad che acquista valore proprio per la contaminazione con l’heavy metal che si portano dietro dai primi album e che esplode meglio, per esempio, nella colonna sonora di “Highlander”. La critica riconoscono nella lirica un importante capitolo della vita di Freddie Mercury: quello in cui fa i conti con il suo orientamento sessuale. Un compositore raffinato, un performer che tutti avremmo voluto ancora sul palco per molti anni, è la voce con cui il rock è diventato popolare, valicando i confini dell’onda corta del genere.