MOSTO: "Mi piace ubriacarmi di creatività: è sempre stato il mio vizio più grande"
L'inebriante cantautore MOSTO in uno scatto promozionale.
L'inebriante cantautore MOSTO in uno scatto promozionale.

MOSTO: “Mi piace ubriacarmi di creatività: è sempre stato il mio vizio più grande”

Ciao MOSTO, benvenuto su Music.it! Rompiamo subito il ghiaccio con un tuo ricordo. Racconta ai lettori un aneddoto divertente, meglio se imbarazzante, legato alla tua carriera musicale!

Bella Music.it, è un piacere. Qualche anno fa stavamo tornando da un concerto vicino a Legnano, più o meno alle 2 di notte. Guidavo la station wagon di mio padre, vecchia, bianca e piena di strumenti fino a scoppiare: la classica auto da ladri d’appartamento. Avevamo la musica a bomba e nello specchietto retrovisore riuscivo a vedere solo strumenti. Dopo un po’ ci sorpassa un’auto della polizia e ci fa segno di fermarci: i poliziotti ci raccontano che ci stavano suonando, facendo i fari e le luci blu ormai da diversi chilometri. Noi nulla: non ci eravamo accorti assolutamente di niente. Poi, magicamente, quando gli abbiamo spiegato il progetto musicale ci hanno lasciato andare.

Spiega il concept del tuo progetto, come nasce e con quale obiettivo?

Il progetto MOSTO nasce per dare un senso a una serie di canzoni che avevo scritto e che raccontavano dei miei colli, dei concerti nelle cascine e delle feste nelle vigne che avevo vissuto o che mi immaginavo potessero essere organizzate. Pezzi che cercavo di incastrare tra i brani dei miei precedenti gruppi. A un certo punto però, mi sono reso conto che descrivevano un mondo preciso, in cui territorio, musica, creatività e vino potevano fondersi per raccontare anche un modo diverso di divertirsi e, perché no, di vivere.

Con la tua musica trasmetti gioia e spensieratezza, metti veramente di buon umore l’ascoltatore. Quanto credi sia importante, in un momento storico come quello che stiamo vivendo, dare spazio alla Musica, all’Arte e alla Bellezza?

Penso che sia vitale. Nei miei pezzi ho sempre cercato di dare la priorità alla spensieratezza e all’allegria come chiave per toccare, in un secondo livello di lettura, anche temi più profondi e importanti come il lavoro, la decrescita felice, l’amore. In questo momento penso che questo approccio sia ancora più necessario: l’attenzione delle persone è un bene sempre più prezioso e per accaparrarsene qualche minuto è fondamentale restituirgli un po’ di allegria che li porti fuori dalla negatività che gli sta attorno.

«Bisogna sempre essere ubriachi (…) Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi» scrisse Charles Baudelaire. E a te, solitamente, di cosa piace inebriarti?

Mi piace ubriacarmi di creatività: è sempre stato il mio vizio più grande. Una droga legale. Se invece vogliamo parlare di vino, sicuramente il Timorasso dei miei Colli Tortonesi: il Derthona. Un vino bianco invecchiato (e quindi abbastanza alcolico) che sta rilanciando il mio territorio grazie a Walter Massa che l’ha riscoperto e che ci ha regalato un cameo nel video del mio pezzo “Mr.Timorasso”.

C’è un momento particolare della giornata in cui preferisci scrivere? Rivela ai lettori il luogo più strano dove hai scritto le tue canzoni.

Potrei dire in mezzo alle vigne al tramonto, ma in realtà nessun posto è produttivo come il bagno.

Parlaci del tuo nuovo singolo “Stiamo bene da morire”. Cosa ti ha ispirato nello scrivere questo brano?

È un pezzo che ho scritto alla fine dell’estate riflettendo su come tante volte le vacanze per una coppia possono diventare un dramma. Da lì nasce il gioco di parole del titolo, che si basa sul doppio senso del modo di dire “stiamo bene da morire” e un elenco di modi divertenti per morire in coppia, in vacanza. Ma soprattutto è un brano divertente e spensierato, estivo, cosa di cui abbiamo davvero bisogno in questo momento.

Quale è, secondo te, il ruolo del cantautore oggi?

Parlare di piccole cose della vita di tutti i giorni nascondendo tra le parole le grandi cose della vita.

Domanda a bruciapelo: Rosso o bianco? Estate o inverno? Mare o montagna? Perché?

Bianco come una tela vergine, estate per andare a fare il bagno al fiume, montagna perché con l’età sto diventando un po’ misantropo.

Cosa bolle in pentola? Nuovi singoli in arrivo?

Un nuovo singolo, prodotto con un nuovo produttore e una nuova etichetta. Che parlerà dell’ingrediente fondamentale per sopravvivere in quarantena.

MOSTO, siamo arrivati ai saluti, ma il finale spetta a te: saluta i nostri lettori con una delle tue citazioni preferite! Ti ringrazio per essere stato con noi e a presto!!!

«Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni» (Leonardo da Vinci). Quindi: «Rimango qua, turista a casa mia» (MOSTO).