Tra gioia ed angoscia, “Rewind” è il primo album ufficiale di dile, il suo nuovo inizio. In questo disco l’artista affonda le sue mani nei più reconditi ricordi, come in un mucchio di cenere, cercandone ancora l’ultima scintilla, un soffio di speranza, per dar vita ad un nuovo fuoco. “Rewind” nasce dal desiderio di dimenticare ed affogare i ricordi con una dose di veleno dolce e raffinato: è un potpourri di sofferenza, alcool e notti in bianco. Tredici brani corrono a formare questo album à la page, in cui è facile immedesimarsi; un po’ come ritrovarsi e perdersi nel sound che passa da momenti strettamente elettronici ad altri più pacati, in acustico con una prevalenza del pianoforte. Questa variazione di tono è data anche dalla presenza o meglio della collaborazione di diverse persone che hanno fiancheggiato l’artista durante questo cammino sentimentale.
Sono infatti presenti quattro produttori: Federico Nardelli, Marta Venturini, Francesco Rigon e Michael Tenisci. Ma non solo, sono presenti anche tre autori che hanno appoggiato la penna di dile, oltre al già citato Francesco Rigon, Federico Galli e Alessandro Di Domizio. “Rewind” è la tentazione di tornare indietro, «perdersi per ritrovarsi»; è guardarsi alle spalle e percepire la nostalgia che attanaglia. Innumerevoli flashback portano il cantautore ad illudersi di un nuovo inizio che inesorabile non potrà esistere perché, come canta in “La verità”: «è che ci siamo persi, caduti a terra come un puzzle dentro spazi immensi». In fondo è così, ciò che è rotto non potrà più tornare com’era.
In “Rewind” dile affonda le sue mani nei più reconditi ricordi, come in un mucchio di cenere, cercandone ancora l’ultima scintilla per dar vita ad un nuovo fuoco
Ed è a questo punto che l’artista torna a guardare avanti, determinato e un po’ più leggero, come in “Tangenziale”. Un nuovo inizio, una nuova partenza, con molte paure ed una buona dose di razionalità. In “Rewind” si percepisce la volontà di riaccendere quella piccola fiamma che riscaldi il cuore nonostante tutto sia ormai mutato. Le emozioni non passano mai, «resterai come una scritta addosso che farà male per sempre» canta in “Domani”; eppure la consapevolezza di una nuova realtà, della vita che gira intorno, risveglia dile, come un superstite, e lo porta ad uno stato di coscienza superiore. «Siamo quello che rimane quando sbattono le stelle. In questa nave che affonda il capitano resta, come su un’isola deserta».