Vincenzo Maggiore ci stupisce ancora con l'album DA CHE MONDO È MONDO...
Vincenzo Maggiore in una bella foto di Dario Rovere
Vincenzo Maggiore. Foto: phdariorovere.com

Vincenzo Maggiore ci stupisce ancora con l’album DA CHE MONDO È MONDO…

Dopo il bell’esordio del disco “Via Di Fuga” del 2015, ecco “Da Che Mondo E’ Mondo…”, il secondo album da solista del brindisino Vincenzo Maggiore. Dieci tracce dal sapore pop completano un lavoro che arriva a quattro anni di distanza dal precedente, e che è nei negozi dal 21 gennaio. A differenza del primo album, in cui i brani erano molto più personali, questo nuovo lavoro è a più ampio raggio, con tematiche più sociali. Ad esempio “L’Uomo Lupo” racconta di come è facile confondere credenze e realtà, come le nostre paure finiscono per prendere veramente le sembianze dell’uomo nero. Nel rockeggiante singolo che ha anticipato il disco, “Delacroix”, è la ricerca spasmodica della felicità a farla da padrona, accompagnata da un bel ritmo sostenuto. Più dolce e melodica, invece, è “Il Mondo Fermo” che, insieme a “Mosca Cieca”, è la ballad che ti dà quel tocco di sana delicatezza.

Vincenzo Maggiore mette in musica paure e speranze nel nuovo disco “Da Che Mondo E’ Mondo…

Dopo il ricordo dello sbarco degli albanesi a Brindisi, del 1991, col brano “Kush Me Degjon”, arriva “Onde”, più movimentata e coinvolgente, pronta per l’estate. Uno dei brani più intensi di questo “Da Che Mondo E’ Mondo…” del cantautore pugliese Vincenzo Maggiore, è sicuramente “L’Attimo”, abbastanza complessa e raffinatamente ermetica. Ormai non siamo più davanti ad un artista semi sconosciuto, perché il debut album e le esperienze live ce lo hanno fatto apprezzare sempre più. Aprire i concerti ai Nomadi, a Samuele Bersani o Max Gazzè, accompagnare Lighea in due tour, partecipare a importanti manifestazioni, non è cosa da poco. Dieci tracce, che in poco più di quaranta minuti provano a trattare temi che interessano i nostri giorni, come le false convinzioni, le paure infondate. Ma anche rievocazioni storiche di eventi vissuti sulla propria pelle, nostalgici echi anni ’90, o dolci ballad che parlano d’amore, momenti riflessivi e aspre verità.