“Ha lottato come un leone contro la morte e purtroppo non ce l’ha fatta”: si è spento a 67 anni il chitarrista Richard Benson. Personaggio controverso ed esponente del metal e progressive rock degli Anni 70. Era da tempo ricoverato.
L’annuncio ufficiale è arrivato dalla pagina Facebook dell’artista. “L’ultima volta – si legge – ci ha detto: ‘Se muoio, muoio felice'”. Madre romana e padre inglese, Benson era nato il 10 marzo 1955 a Woking, in Inghilterra. Ma l’Italia era diventata casa sua già in adolescenza.
La Capitale lo aveva accolto e lanciato come musicista nell’ambiente underground. Snodo principale della sua carriera gli inizi in radio, ha partecipato a vari programmi raccontando la musica e regalando consigli sulle uscite discografiche. Nel suo curriculum ‘Per voi giovani’ di Renzo Arbore ma anche il suo ‘Quelli della notte’, a cui ha partecipato nel ruolo del ‘metallaro’ durante la look-parade condotta da Roberto D’Agostino.
Gli album di Richard Benson
Tre gli album in studio all’attivo: ‘Madre tortura’ del 1999, ‘L’inferno dei vivi’ del 2015 e ‘Duello madre’ del 2016. Nel 2000 si era ritirato dalle scene per un incidente: il 15 settembre cadeva dal Ponte Sisto di Roma fratturandosi una gamba. È stato critico musicale per la testata ‘Ciao 2001’ e ancora conduttore radiofonico per la trasmissione Radio Rock. Nel 1992 è stato protagonista con un cameo nel film di Carlo Verdone ‘Maledetto il giorno che t’ho incontrato’, in cui interpretava se stesso
Eccentrico ed esuberante anche sul palco, Benson – al secolo Richard Philip Henry John Benson – è stato spesso vittima di insulti e bersaglio di oggetti lanciati dal pubblico. Nel 2006 è stato costretto ad interrompere un’esibizione dopo essere stato colpito ad un occhio durante un concerto a Roma. Oggi sono in tanti a commentare sotto il post Facebook che ne annuncia la scomparsa e il messaggio più comune è: “Ci mancherai”.