ROTA TEMPORIS: "Da umili origini verso grandi imprese" • MUSIC.IT
I Rota Temporis durante la loro residenza artistica a Gardaland.
I Rota Temporis durante la loro residenza artistica a Gardaland.

ROTA TEMPORIS: “Sic Parvis Magna – Da umili origini verso grandi imprese”

Rota Temporis benvenuti su Music.it. Per rispettare le tradizioni del nostro sito inizio con il chiedervi di raccontarmi un aneddoto divertente riferito a qualche vostra esibizione.

In 10 anni di attività in giro per l’Italia, con alcune incursioni in Germania, Spagna, Austria, Repubblica Ceca e Stati Uniti, scegliere un unico aneddoto è quasi impossibile; calcolando la mole di eventi improbabili e situazioni imbarazzati nelle quali ci siamo imbattuti. Ma è proprio in Germania che forse è capitata la cosa più assurda di tutte. Siamo stati contattati dall’organizzazione del torneo cavalleresco di Kaltenberg per un evento fuori stagione. Si teneva sempre nel meraviglioso borgo medievale, ma scollegato dalla manifestazione estiva nella quale eravamo soliti esibirci. Ci siamo presentati sul posto, e gli organizzatori ci hanno informati che avremmo avuto un pubblico del tutto particolare; era infatti una mini rievocazione storica privata, organizzata per un gruppo di soli cinesi. Erano giunti fino in Germania per scoprire la birra prodotta in quella città e le sue origini medievali.

Si sono divertiti?

Ci siamo così ritrovati con migliaia di spettatori asiatici che sono letteralmente impazziti di gioia durante il nostro concerto. Ci hanno trattenuto per quattro ore di fotografie, con alcuni di loro che addirittura cercavano di strapparci le vesti di dosso. Esibirci in Germania, da italiani, per un pubblico di cinesi in delirio è stato assurdo ed irripetibile.

La vostra è una musica piuttosto evocativa. Come nasce l’idea di portare sui palchi questo genere?

L’idea nasce con il nostro progetto, che inizialmente prevedeva altro rispetto la sola musica. Il gruppo infatti ha radici ben più profonde, radicate nel mondo della rievocazione storica, del duello medievale e rinascimentale, della ricostruzione di scene di battaglia e di spettacoli in costume storico, nato grazie al nostro ingresso nel mondo della Giostra Cavalleresca di Sulmona. Nell’evoluzione e nell’esplorazione di quel mondo, ci siamo ritrovati a sentire l’esigenza di portare in scena qualcosa di nostro; che partisse dalle origini della musica antica, ma fosse in grado di lasciarsi contaminare anche da altre sonorità, nonché stili e generi musicali. La scoperta dei Corvus Corax ha poi decretato la direzione che avremmo preso, riproponendo quello stile e quel sound, e sperimentando mano a mano con materiale originale.

Ci sono altri artisti dei quali avete fatto i vostri punti di riferimento?

Oltre ai Corvus Corax, che si possono considerare i creatori del genere mittelalter, capostipiti del folk medievale che oggi ha ampiamente preso piede in tutto il mondo, con band rappresentanti il movimento in ogni nazione e continente. Gli artisti che apprezziamo e dai quali prendiamo ispirazione sono i Wardruna e alcuni compositori cinematografici come Hans Zimmer o Howard Shore.

I vostri non sono assolutamente strumenti convenzionali, esattamente come i vostri costumi di scena. Quali sono le difficoltà che incontrate solitamente salendo sul palco?

I nostri strumenti fanno parte di un discorso molto particolare. Quando abbiamo dato vita a questo progetto, nessuno di noi era un vero musicista, e chi di noi frequentava l’ambiente musicale lo faceva in ruoli del tutto estranei a quello che poi è stato il percorso nei Rota Temporis. L’approccio alle cornamuse e alle percussioni è stato viscerale, quasi un risvolto personale. La ricerca di una parte di noi stessi, della nostra anima, qualcosa che potesse completarci. Penso dipenda da questo dettaglio il fatto che dopo oltre 10 anni c’è ancora tanta voglia e tanta passione. I costumi sono l’estensione e la caratterizzazione di quella parte di noi che ci ha portato in questo percorso. Tutti i nostri costumi e accessori sono ideati, curati e realizzati da noi stessi, con l’aiuto di qualche sarta o artigiano per le parti più complicate.

Avete partecipato alla prima edizione di Italia’s Got Talent, riscuotendo anche un discreto successo. Raccontatemi quest’esperienza, È stata come ve l’aspettavate?

L’ambiente televisivo è qualcosa di straordinario, strano, difficile da comprendere appieno, in grado di fare tanta luce su quel che vi si espone. Le nostre esperienze televisive sono state tutte eccezionali. Il percorso a Italia’s Got Talent è stato lungo, con Sky e la produzione che ci hanno voluto bene sin da subito. Ci siamo divertiti tantissimo, così come quando abbiamo partecipato a Tu si que vales. o quando ci siamo esibiti con il cast di Gardaland, e quando siamo stati a I Soliti Ignoti, dove abbiamo avuto anche la possibilità di parlare di Sulmona e del nostro tour!

La tv ha cambiato in qualche modo la vostra carriera, in positivo o in negativo? Oppure è stata solo una tappa come un’altra lungo il vostro viaggio?

Quando hai un buon prodotto tra le mani, la tv non può che imprimere un cambiamento in positivo a tutto il progetto. Seppur fatta semplicemente per misurarci in quel contesto, la partecipazione a quella trasmissione ci ha aperto le porte per Gardaland, dove siamo stati prima ospiti e poi parte integrante del cast per un’intera stagione, così come Tu si que vales e la più recente partecipazione a I Soliti Ignoti ci hanno portato nelle case di milioni di italiani, facendoci conoscere anche da persone che magari sono fuori dal contesto delle rievocazioni storiche.

Potete darmi qualche anticipazione sul vostro futuro? Nuovi album all’orizzonte o progetti in cantiere?

Assolutamente sì. E anzi, cogliamo l’occasione di questa intervista per anticipare ben due grossi progetti ai quali stiamo lavorando. Un album che raccoglierà i nostri primi 10 anni di storia, con una track-list che prevede per la prima volta insieme “Brunilde” ed “In incipit”, i nostri due brani più conosciuti e apprezzati, ed un nuovo album che darà ufficialmente vita alla nostra nuova era (ci piace definire così i periodi di forti cambiamenti che viviamo), la quarta dei Rota Temporis, intitolato “Inquisizione”, che prenderà spunto dal medioevo, ma non solo dalla parte allegra e festaiola di quel periodo, ma ne esplorerà le viscere più cupe e oscure.

Quando inizierete?

Inizieremo a lavorarci durante l’omonimo tour estivo, e lo ultimeremo nel periodo autunnale/invernale, così da poterci far ispirare da colori, profumi, sensazioni ed emozioni che solo quelle stagioni sanno donare, e che perfettamente si sposeranno col mood dell’album. Immaginiamo un fuoco acceso all’imbrunire, in una selva tinta di grigio pallido, mente il sole ci abbandona lasciando spazio ad una luna che possiamo intravedere tra i fitti e spogli rami. Questa sarà probabilmente la scena iniziale del nostro nuovo viaggio.

Vi ringrazio per averci prestato il vostro tempo ed aver partecipato a questa intervista, vi lascio qualche riga per darvi la possibilità di farvi conoscere meglio dai nostri lettori.

Siamo noi a dover ringraziare voi per questo spazio che ci avete dedicato. Quando abbiamo iniziato quest’avventura, nessuno di noi avrebbe mai pensato di rilasciare un intervista su una rivista musicale, o che avremmo calcato palcoscenici così importanti, o partecipato a trasmissioni televisive e grandi produzioni come quella di Gardaland.

Ecco, a quella avrei voluto partecipare anche io.

Inoltre il fatto di aver conosciuto così tante persone in giro per il mondo e fatto così tante nuove amicizie ci inorgoglisce più di ogni altra cosa. Abbiamo una schiera di supporter fantastici, amici e famiglie che ci seguono da nord a sud, fino a spingersi in alcuni casi a cambiar nazione pur di venire ad ascoltarci. Questa è la risposta più importante che potevamo avere, che ci ricompensa largamente per l’impegno e la passione che abbiamo profuso in questo progetto. Chiudiamo con uno dei nostri motti, che meglio raffigura il nostro percorso: Sic Parvis Magna – Da umili origini verso grandi imprese.