SOLISUMARTE: "Rimanere soli su un altro pianeta è l’unico modo per raccontarci"
Daris Bozzoni e Nicolas Pelleri del progetto Solisumarte in uno scatto promozionale.
Daris Bozzoni e Nicolas Pelleri del progetto Solisumarte in uno scatto promozionale.

SOLISUMARTE: “Rimanere soli su un altro pianeta è l’unico modo per raccontarci”

Ciao Solisumarte, benvenuti sulle nostre pagine! Noi di Music.it siamo soliti chiedere agli artisti un aneddoto imbarazzante legato al percorso musicale. Quale è il vostro?

Un bel episodio imbarazzante è stato quando durante il nostro primo set fotografico abbiamo scambiato un normalissimo tizio per Tommaso Paradiso. Lo abbiamo rincorso chiamandolo diverse volte “Tommasooo!” E niente, era solo un ragazzo con la barba. Fine. Abbiamo superato da un po’ i 16 anni raga, ancora a fare ‘ste figure di merda.

Raccontateci di voi, come nasce questo progetto e quale è il vostro obiettivo?

Sale prove, concerti, migliaia di chilometri alle spalle ed il sogno ricorrente di fare musica hanno delineato la nostra vita fin da ragazzini, portandoci con progetti musicali precedenti su molti palchi italiani ed esteri. La fortuna però non è stata dalla nostra e, malgrado le promesse e l’impegno impiegato, dopo diversi anni ci siamo ritrovati di nuovo soli. In quel periodo (inizio 2019) ci siamo conosciuti e dopo poco è nato Solisumarte, scoprendo che forse rimanere soli su un altro pianeta è l’unico modo per raccontarci da una nuova prospettiva.

Quali sono gli artisti e o le band che non possono mai mancare nelle playlist musicali dei Solisumarte?

Abbiamo creato appositamente una playlist Spotify chiamata “Su Marte” per far conoscere a chi ci segue le nostre influenze ed i nostri artisti preferiti. Ultimamente comunque ci siamo avvicinati molto alla musica Urban e R&B internazionale, ci sta influenzando molto nella scrittura dei nuovi pezzi.

“Quella volta al mare” è il vostro nuovo singolo: il racconto di una storia d’amore che riscalda anche quando «novembre, ormai, ha colorato le foglie», dall’atmosfera decisamente autunnale, calma e a tratti malinconica. Quale è secondo voi, la stagione dell’amore e perché? Quanto influisce nella vostra musica?

La stagione dell’amore secondo noi è proprio l’autunno. È in quel periodo che si capisce se le solite “avventure estive” si consolidano creando qualcosa di più profondo; ed è proprio ciò che abbiamo voluto trasmettere! Avete colto nel segno!

Cosa fate solitamente prima di salire sul palco? C’è un rito in particolare a cui non potete proprio rinunciare?

Solitamente cerchiamo di rilassarci e stiamo per conto nostro per un po’ anche senza parlare. Daris canta un po’, per scaldare la voce dice, ma lo sappiamo tutti che lo fa perché sta in ansia!

Sempre a proposito di palchi: quale è il palco più bello che avete calcato e con chi, invece, vi piacerebbe condividerlo?

Purtroppo non abbiamo avuto molta fortuna in questo senso, essendo un progetto nato nel 2019 proprio nel momento in cui dovevamo partire con i live è esplosa l’emergenza COVID-19.
Sicuramente ci piacerebbe condividere il palco con gli Zero Assoluto, oppure con Gazzelle, Calcutta o Mecna. Abbiamo detto poco insomma!!!

Sogni nel cassetto? Progetti per il futuro? Quali saranno i vostri prossimi passi?

Vorremmo vivere di musica, tour italiani, festival, ecc… ma è un po’ il sogno di tutti i musicisti emergenti no? Ci piacerebbe in futuro aprire uno studio di registrazione ma per ora cerchiamo di tenere testa bassa e piedi a terra lavorando sodo. Siamo convinti che facendo ciò i risultati se dovranno arrivare arriveranno.

Solisumarte, la nostra intervista è giunta al termine ed io vi ringrazio. Ora il finale spetta a voi, potete aggiungere ciò che volete: spazio alla fantasia! Ciao!

Spesso chi ascolta non sa che un artista indipendente non è solo scrivere canzoni, suonare e produrre nuova musica, anzi, il lavoro più duro è ciò che sta dietro: foto, video, grafiche, comunicazione e social, scadenze, ecc.. Insomma, bisogna essere un po’ multitasking e finché riusciamo ci piace farlo per conto nostro. Tutto ciò fa un po’ esaurire, certo, ma dà molta soddisfazione, credeteci. Ringraziamo di cuore i nostri amici, collaboratori e chi ci sta accanto in questo viaggio “alleggerendoci la pillola” e mettendo pezze dando supporto artistico e morale dove serve, senza di voi non sarebbe lo stesso. Grazie Giulia per l’intervista, è stato figo!