SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO è una pietra miliare per l'UOMO RAGNO
Alcune delle versioni de L'Uomo Ragno nel film "Spider-Man: Un Nuovo Universo".
Alcune delle versioni de L'Uomo Ragno nel film "Spider-Man: Un Nuovo Universo".

SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO è una pietra miliare per l’UOMO RAGNO

Si è recentemente portato a casa un Golden Globe ed è uno dei primi candidati alla corsa per l’Oscar al Miglior Film d’Animazione. “Spider-Man: Un Nuovo Universo” riporta in sala le avventure del celebre supereroe ragnesco, a 17 anni dal primo film per il cinema firmato Sam Raimi. Spidey è ormai un personaggio estremamente longevo. La sua apparizione risale al lontano 1967, durante la cosiddetta Silver Age del fumetto.

In questo periodo vennero ideati dei personaggi distanti dal canone classico dell’eroe fornito da Superman, come Luke Cage o gli X-Men. Spider-Man si configura così come un ragazzo insolitamente fragile e molto legato alle esigenze del quotidiano. Si barcamena tra problemi con le ragazze, poco denaro e mancanza di autostima, un po’ come tutti noi. Questa particolarità è ciò che lo rende, anche a detta di Stan Lee, il più umano tra i supereroi.

Sul versante cinematografico, la svolta risale all’acquisizione dei diritti del personaggio da parte della Sony Pictures Enterteinment. Il progetto fu affidato alla regia di Sam Raimi con David Koepp alla sceneggiatura. Entrambi, decisero di evidenziare gli effetti dei superpoteri sulla vita pratica di Spider-Man. Nel film, dunque, osserviamo Peter Parker esibirsi in tornei di wrestling semi-professionistico, trovare un nuovo lavoro e far colpo a scuola.

Lo Spider-Man animato proposto dalla Sony si è rivelato un traguardo fondamentale per la rappresentazione cinematografica del supereroe

Lui è un ragazzo qualunque che una mattina si sveglia con degli insperati sensi di ragno, trovandosi costretto ad abbracciare il pilastro etico di ogni eroe: «Da grandi poteri derivano grandi responsabilità». L’abilità di Sam Raimi risiede nell’aver integrato la lotta ai super cattivi a situazioni da teen movie, consegnando definitivamente all’eroe il titolo di Amichevole Spider-Man di quartiere. Tra ironia, azione e inventiva registica prende così forma una genesi memorabile e completamente innovativa.

I risultati sono noti a tutti: la trilogia fu un enorme successo di pubblico e critica e, assieme a saghe come Blade e X-Men, preparò il terreno alla generazione di eroi del nuovo millennio. Grazie ad un rinnovato interesse economico per gli adattamenti, il Duemila ha ospitato infinite declinazioni dei supereroi, dal Batman di Nolan alla nascita del Marvel Cinematic Universe. Anche Spider-Man, dopo il reboot con Andrew Garfield, è stato inglobato nel vastissimo calderone MCU.

Negli ultimi tempi l’abbiamo visto combattere al fianco degli Avengers e per il 2019 è previsto il sequel del film dedicato alla sua nuova versione ringiovanita, Spider-Man: Far From Home. All’interno di questo scenario affollatissimo, si inserisce lo Spider-Man animato proposto dalla Sony, che si è rivelato un traguardo fondamentale per la saga a lui dedicata e, più in generale, per la rappresentazione cinematografica del supereroe.

Il nuovo Spider-Man ripercorre la propria storia utilizzando situazioni e personaggi provenienti da fumetti, cinema e vecchie serie animate

In un mercato così saturo non è frequente incappare in un blockbuster di supereroi completamente innovativo. Prendendo in esame il caso più noto, il Marvel Cinematic Universe si è assestato su un buono standard di qualità, riuscendo a mediare tra l’autonomia creativa del singolo film e le esigenze dell’universo narrativo a cui è legato. L’appartenenza ad un mondo condiviso pretende però la creazione di un canone riconoscibile, che accomuni tutti i suoi termini e ponga dei confini all’inventiva dei diversi registi.

I film Marvel si distinguono talvolta per tono e atmosfere, ma gli ingredienti di base sono sostanzialmente gli stessi. Per sottrarsi da questo genere di meccanismo, “Spider-Man: Un Nuovo Universoha abbracciato due scelte fondamentali. La prima consiste nell’aver preferito l’animazione al consueto live action, liberandosi così dal canone estetico e dall’effettistica realistica proposta da Marvel e DC. La seconda, invece, è allontanarsi da qualsiasi universo condiviso, assumendo un punto di vista esterno e autocosciente.

Il nuovo Spider-Man ripercorre la propria storia utilizzando situazioni e personaggi provenienti da fumetti, cinema e vecchie serie animate. Il film pesca a mani aperte dall’intera rete mediale, rielaborando qualsiasi traccia dell’Uomo Ragno in forma animata. In questo senso, il titolo originale è molto più eloquente della versione italiana. “Spider-Man: Into the Spider-Verse” non genera propriamente “Un Nuovo Universo”, bensì si immerge all’interno di un immaginario preesistente, innestandolo su un terreno stilistico originale.

Il film svolge esattamente questo ruolo ponte, omaggiando il vecchio Spider-Man e offrendo idee al nuovo.

La storia segue le avventure di Miles Morales, un adolescente di Brooklyn che, mentre imbratta i muri della metropolitana, viene morso da un ragno inter-dimensionale. Il ragazzo diventa così il secondo Spider-Man della città, dopo Peter Parker, e ottiene insoliti poteri, come il rendersi invisibile grazie ad un biologico meccanismo di mimetizzazione. Nel frattempo l’antagonista Kingpin ha costruito un acceleratore di particelle che permette di accedere ad universi paralleli. È proprio da qui che provengono le altre versioni del supereroe.

Si tratta di Peter Parker moro e più grasso. Spider-Gwen, Spider-Man Noir, Spider-Ham alias Peter Porker e Peni Parker, una ragazzina versione manga collegata telepaticamente al proprio ragno, a sua volta alla guida di un robot ragnesco. Tutti questi personaggi si portano dietro uno specifico stile di rappresentazione. Spider-Ham, per esempio, è disegnato come un Looney Tunes anni ’40, mentre Peni Parker si rifà all’animazione giapponese. Il film utilizza così stimoli eterogenei, che si aggiungono ad una già particolare animazione predominante, che miscela l’estetica Glitch alle configurazioni del fumetto.

Oltretutto il protagonista è un ragazzo afroamericano di Brooklyn, e la colonna sonora si carica di pezzi hip hop che accompagnano le scene d’azione. In parole povere “Spider-Man: Into the Spider-Verse” è un prodotto ispirato e perfettamente in linea con le esigenze della contemporaneità. Dopo tanti anni di storia è necessaria un’opera capace di guardare al passato e, simultaneamente, offrire soluzioni estetiche originali. Il film svolge esattamente questo ruolo ponte, omaggiando il vecchio Spider-Man e offrendo idee al nuovo.