VANTABLACK dei THE BLANK CANVAS è una tela potente e oscura (Album)
La formazione dei The Blank Canvas.
La formazione dei The Blank Canvas.

VANTABLACK dei THE BLANK CANVAS è una tela potente e oscura (Album)

Morto un papa se ne fa sempre un altro.Tranquilli, Francesco sta bene, però si dice così in questi casi. Il papa morto ha le fattezze del gruppo Karl Marx Was A Broker, e quello nuovo sale al comando con il nome di The Blank Canvas. La notizia dello scioglimento dei Karl Marx Was a Broker non ha fatto in tempo a essere metabolizzata che ritroviamo alcuni componenti della line-up (Maurizio Tuci e Marco Filippi) in un progetto nuovo. Per di più con un album fresco fresco di stampa, aggressivo, prog quanto basta, soprattutto nella title track “Vantablack”, su etichetta Drown Within Records. Atmosfere cupe ci accompagnano per tutta la durata dei nove brani, producendo un metal mai banale, interessante e coinvolgente, condito da una buona dose di pazzia. Un metal rock alternativo, che segue le orme del vecchio gruppo, ma che già caratterizza i The Blank Canvas.

I The Blank Canvas con “Vantablack” ci offrono una ventata d’aria nuova, ma senza perdere di vista il passato.

Una cosa che colpisce subito è la qualità delle tastiere che, traccia dopo traccia, ti entrano in testa e non stancano affatto, anzi. Anche le liriche scorrono fluide, con la voce di Alessio Dufur che la fa da padrona, conferendo un marchio distinguibile a tutti i brani. La batteria di Vanni Anguillesi, già dalla opener “Ten Knives”, picchia forte e va a braccetto col basso di Marco Filippi, a rendere questo “Vantablack” armonico e rude allo stesso tempo. Le chitarre di Maurizio Tuci non fanno sconti alle nostre orecchie, i riff sono aspri, martellanti, ingannevolmente sorprendenti, trasportandoci in territori dark e riportandoci indietro. Ma “Vantablack” non è solo riff graffianti, in “Saha World” e “Obsession Is My Passion” veniamo cullati da parti strumentali più melodiche e dolci.

I The Blank Canvas ci offrono una ventata d’aria nuova, ma senza perdere di vista il passato, le loro influenze, i propri punti di riferimento. A farci tirare il fiato, apparentemente, è la traccia di chiusura “Black Sun Poetry”, che mette il punto ad un nuovo capitolo della musica italiana. “Vantablack” è ben strutturato, i musicisti non sono di primo pelo, e si sente. La produzione tra Italia e USA è curata e professionale. The Blank Canvas, quattro ragazzi dalla Toscana, un nome nuovo ed un bel progetto artistico che riscuoterà il giusto successo. Non ci resta che attendere.

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THE BLANK CANVAS

VANTABLACK

15 dicembre 2018

Drown Within Records

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