TOM ARMATI: "I Beatles non hanno mai scritto canzoni belle..." • MUSIC.IT
Tom Armati in uno scatto promozionale.
Tom Armati in uno scatto promozionale.

TOM ARMATI: “I Beatles non hanno mai scritto canzoni belle come le mie!”

Tom Armati, è un piacere poterti ospitare sulle nostre pagine! Senza particolari preamboli, inizierei subito chiedendoti di parlarci di te, presentandoti ai nostri lettori raccontando un aneddoto divertente riguardante le tue esperienze musicali.

È un piacere anche per me. Diciamo che da quando ho iniziato a suonare contestualmente ho iniziato a comporre le mie prime canzoni. Magari erano copiate, chissà, però già avevano una forma e una struttura definite. Già a quattordici anni facevo delle canzoni dai testi scabrosi, da censura, e i miei fratelli più grandi rimanevano allibiti. A volte mettevo dentro parole di cui non conoscevo molto bene il significato. Forse anche oggi è così!

Ascoltando i tuoi lavori, è più che chiara la vena pop sulla quale convergono. Dimmi: quali sono stati i tuoi punti di riferimento in questi anni e come sei arrivato a distillare il tuo sound?

Diciamo che il mio punto di riferimento sono The Beatles. Lo so è una grande banalità, ma anche una risposta paravento perché alla fine i Beatles rispecchiano tutti i sottogeneri del pop, e hanno quell’apertura mentale che cerco anche io quando scrivo. Ovviamente il paragone è indegno, loro non hanno mai scritto canzoni belle come le mie! (Ride).

In passato hai già pubblicato un album dal titolo “Nei migliori negozi di dischi” che ha ottenuto un discreto successo, sicuramente regalandoti non poche soddisfazioni. Quale credi sia stato il punto di forza di quel lavoro?

“Nei migliori negozi di dischi” è un lavoro genuino, senza troppi fronzoli. Ha avuto una gestazione lunga perché ha portato alla luce tutti i brani che avevo fatto ascoltare live fino a quel momento. Credo che il punto di forza principale sia la freschezza dei brani, che infatti piacciono molto anche ai più piccoli. E poi la copertina spacca!

Veniamo finalmente al tuo ultimo singolo, “Sa sa prova”, un brano leggero e apparentemente no sense, ma che sotto sotto fa riflettere…

“Sa sa prova” in realtà sopperisce a un bisogno di tutti i musicisti: quello di avere una canzone da fare durante il sound-check. In questo modo potrò avere tantissime cover e diventare ricco con i diritti d’autore. Quindi si tratta di un piano diabolico e infallibile, poi ognuno ci legge quello che ci vuole.

So che questo è solo il singolo che lancerà in futuro l’album al quale stai lavorando con la tua band, I Disarmati. Puoi rivelare qualche indiscrezione a tal proposito ai nostri lettori?

Guarda, questa è una materia scottante e coperta dal segreto di stato. Chi viene a sapere indiscrezioni sul mio prossimo disco, poi sarà costretto a vivere in isolamento. Posso solo dire che sarà molto bello.

Ti ringrazio per il tempo che ci hai concesso e ti libero dal fardello delle solite domande da intervista, lasciandoti qualche riga per farti conoscere meglio ai nostri lettori e dire ciò che vuoi… che non sia di nuovo “Sa sa prova” però!

Sa sa prova… Vai anche tu ad ascoltare le mie canzoni! Dicono che faccia bene alla salute.