Oggi abbiamo con noi Giada Celeste Chelli dei Violet Blend. Benvenuta su Music.it!
Apriamo le danze con un aneddoto simpatico e totalmente inedito che non hai mai rivelato alle stampe. Stupiscimi!
Ciao a voi! È un vero piacere essere vostra ospite. Vi racconto una storia che risale a un paio di anni fa. Quando ci hanno comunicato che avremmo suonato ad I-Days in apertura al concerto dei Radiohead eravamo tutti insieme a bere in un pub a Firenze. Ci è arrivata la mail verso le 23.30 e noi abbiamo cominciato ad urlare e ad abbracciarci con grande entusiasmo. Abbiamo festeggiato con tutti i presenti del pub offrendo loro da bere. Il problema principale è che non potevamo svelare il motivo di tanti festeggiamenti perché la data sarebbe stata annunciata pochi giorni dopo. Quindi un pub intero si è trovato a festeggiare alla nostra salute senza neanche sapere il perché!
Dietro alla scelta di chiamarvi Violet Blend risuonano denominazioni come Pink Floyd, Deep Purple, Green Day e Bluvertigo. Dietro all’eufonia si nasconde anche un manifesto programmatico?
Io e Michel ci siamo conosciuti ed incontrati la prima volta per merito di un produttore discografico. Ci fece incontrare in studio di registrazione con l’intento di arrangiare ritmicamente qualche mio brano, intuendo le profonde qualità artistiche di Michel. Casualmente ci presentammo entrambi in studio con indumenti di colore viola. Michel ed io stravolgemmo a tal punto il brano che dovevamo eseguire in studio che il produttore, al termine dell’esecuzione, ci gridò con i pollici in su dall’altra parte del vetro: «It’s a Violet Blend!». Da qui il resto è storia. Io e Michel non ci siamo più separati e la passione per il viola ci è rimasta, accompagnandoci su tutti i palcoscenici. Indossare il viola sul palco è anche una sfida alle superstizioni del mondo dello spettacolo. Non siamo scaramantici.
Da quando i Violet Blend sono sulla scena musicale hanno aperto concerti di band di grosso calibro. Quale esperienza ricordate con più piacere?
La band è attiva dal 2014, anno in cui abbiamo pubblicato il primo lavoro. Dal 2015 abbiamo cominciato con i primi tour italiani. I tour europei del 2017 ci hanno portato a calcare molti importanti palchi. Tra le esperienze più belle sicuramente ci sono i Radiohead ad I-Days e i Finley, a luglio saremo a Roma con i Garbage. Poi abbiamo un altro paio di cose interessanti più in là che purtroppo non possiamo rivelarvi. Mi sembra di ricordare quella volta al pub di cui ti dicevo prima (ride). La soddisfazione più grande, però, è stata riuscire a riempire da headliner un locale come il Viper Theatre di Firenze al release del nostro disco “White Mask”, nel febbraio 2018.
“White Mask” è il disco che conferma la vostra entrata prepotente sul panorama musicale. C’è un filo viola che collega le tracce dell’album?
Il filo conduttore dell’album è proprio la “White mask”, la maschera intesa come metafora del velo virtuale in cui siamo imprigionati e di cui ci serviamo per comunicare con l’altro, nell’era dei social network. La maschera, come si può notare sull’artwork del disco, è trafitta da una V viola, simbolo della nostra band. Ogni copia dell’album ha sulla copertina una vera scatola di fiammiferi con su scritto “Burn your mask” ed è accompagnata dalla vera maschera con la V viola. Bruciare la propria maschera per tornare a conoscersi e a conoscere gli altri senza filtri, eludendo l’interposizione della tecnologia. Il messaggio è un invito chiaro e provocatorio. Riappropriarsi dei rapporti umani a discapito di quelli virtuali, nell’era dei social in cui si vedono milioni di maschere e pochissimi volti.
Quali sono state le risposte da parte del pubblico a “White Mask”?
Credo che il concerto di presentazione di “White Mask”, che ha visto una massiccia partecipazione di pubblico al Viper Theatre di Firenze, parli da sé. Vedere centinaia di persone con indosso la nostra maschera con la V viola cantare le nostre canzoni è stata davvero una grande emozione. A quel concerto sono seguite circa 40 date con ‘Burn Your Mask Tour’, di cui la metà in UK. Abbiamo avuto un’ottima risposta dal pubblico britannico e per una band italiana che canta in lingua inglese è una doppia soddisfazione.
Bianco e viola sono due colori che ritornano spesso nei vostri videoclip. Hanno un significato particolare?
Il viola, il bianco ed il nero sono i tre colori principali dei Violet Blend, questi e solo questi colori ci rappresentano. La nostra visione dell’arte deriva dal concetto stilistico di De Stijl, colori puri e simmetrie taglienti che ritornano frequentemente sia nella musica sia nello stile grafico e visivo dei nostri lavori. Il prossimo album sarà ancora più rigoroso e devoto a questo credo artistico in modo da far risaltare maggiormente il viola nel visual. Non siamo per niente scaramantici come dicevo.
Qual è stata la vostra reazione quando avete appreso di essere arrivati alla finale di Sanremo Rock? Quali sono state le aspettative?
Ci hanno comunicato i risultati alla fine della serata di selezione al Santomato Live di Pistoia. Il presentatore ha chiamato tutti i partecipanti sul palco per annunciare i vincitori. Eravamo tutti molto emozionati e trepidanti all’idea di poterci esibire sul palco del Teatro Ariston ed in un contesto così prestigioso. Appena il presentatore ha annunciato il nostro nome abbiamo urlato di gioia esorcizzando la tensione. L’unico che per tutto il tempo era rimasto calmo e che ha avuto una reazione più pacata è stato Michel.
Vorrei sapere il suo segreto. Io non sarei stata nella pelle!
C’è riuscito solo perché si trovava esattamente dietro al presentatore e aveva già letto da un quarto d’ora i nomi dei gruppi finalisti (ride). Sanremo Rock è una realtà più unica che rara, che ha riunito musicisti di altissimo livello provenienti da tutta Italia ed una giuria di stelle della discografia italiana e internazionale di primissimo livello. Suonare all’Ariston è stata un’emozione pazzesca. Quando ci hanno comunicato che avevamo vinto il Premio discografico ET Music non stavamo più nella pelle. Approfittiamo per salutare e ringraziare Ettore Diliberto, fondatore di ET – Team Produzioni Discografiche, oltre che ideatore de ‘La Notte delle Chitarre’, che ci ha premiato. Un’esperienza che sicuramente porteremo nel cuore per tutta la nostra vita.
Che progetti ci sono per il futuro immediato? Come si vedono i Violet Blend tra dieci anni?
Abbiamo in programma una fitta serie di live nei prossimi mesi, ripartiremo in tour molto presto. Tra le date ci saranno anche aperture importanti come Bobo Rondelli al Campi Beer Festival il 27 giugno, i Garbage a Villa Ada – Roma incontra il mondo in luglio ed altri che ancora sono top secret. Stiamo inoltre scrivendo il materiale per il secondo disco ed entreremo in studio di registrazione in autunno. Tra dieci anni speriamo di avere ancora la capacità di esprimere noi stessi in musica e la giusta grinta per calcare palchi sempre più importanti.
Ve lo auguro sinceramente! Qui ci salutiamo, Giada. È stato un piacere ospitarti sulle nostre pagine. Saluta in modo memorabile i vostri ascoltatori e i lettori di music.it. A presto!
È stato un grande piacere per noi! Vi salutiamo esortandovi a bruciare la vostra maschera ascoltando “White Mask”. Potete trovarlo su Spotify in streaming e sul nostro sito in free download. Vi aspettiamo l’8 luglio insieme ai Garbage a Villa Ada – Roma incontro al mondo. Sarà un concerto pieno di sorprese e novità, in cui ne vedrete delle belle!