Benvenuti in Music.it, Yatra! Come ve la passate in queste piovose sere di Novembre?
Ciao! Siamo felici di essere vostri ospiti. Essendo nativi della Pianura Padana siamo piuttosto abituati ad autunni ed inverni particolarmente umidi ed uggiosi. Oramai è il nostro habitat naturale! Le stagioni “decadenti” ed il conseguente spettacolo naturale che le segue sono un’ottima fonte di introspezione ed ispirazione .
Ah beh, generazioni di poeti maledetti vi danno ragione. Tipicamente, per rompere il ghiaccio, sono solito chiedere un aneddoto curioso o buffo tratto dall’attività live della band. A voi ne sono capitati, in questi due anni?
Il bello dei live è che sono frenetici ed imprevedibili, e la carica che li accompagna dà spesso luogo a situazioni comiche e tragiche allo stesso tempo. Fra i tanti sicuramente il momento più epico(ed imbarazzante) è stato durante un concerto a Reggio Emilia nel 2018: le assi del palco non erano state fissate a dovere e dopo circa 30 minuti di esibizione Paolo “Paul” (chitarrista solista e ritmico) venne letteralmente catapultato fuori dal palco assieme a chitarra ed amplificatore. Dopo qualche istante di panico generale Paolo, da vero professionista, è balzato nuovamente sul palco ed ha ripreso a suonare come se niente fosse (con qualche livido e fortunatamente nulla di più serio)! Il tutto è stato esorcizzato con una bevuta ed un sacco di risate nel dopo-concerto…
Stage diving involontario, niente di meglio per ricordare un concerto! Ma torniamo a voi. Avete cominciato a suonare insieme solo due anni fa. Come è nata la vostra formazione?
Buona parte degli Yatra (4/5 del gruppo) provengono da una precedente formazione alternative rock reggiana: Denise “Didi” (voce), Luca “The Prince” (chitarra solista/ritmica), Andrea “Sax” (basso) e Cristiano “Lo Scrondo” (batteria); nel gennaio 2017 incominciammo a pensare a quale fosse lo strumento che poteva maggiormente arricchire la qualità del progetto. Per poter trovare finalmente il “nostro” sound necessitavamo di un chitarrista che permettesse a Luca di concentrarsi sulla composizione “riempiendo” i brani con riff ed assoli di sostanza. Cristiano in quel periodo militava in una formazione reggae come saxofonista e proprio in quella band suonava anche Paolo. Quest’ultimo, appena saputo della nostra ricerca, si interessò al progetto e ne divenne poco dopo parte integrante.
Il vostro nome, Yatra, in sanscrito significa “viaggio” o “pellegrinaggio”. C’è un ragionamento di tipo spirituale dietro, filosofico, o semplicemente vi sembrava (direi neanche a torto) un bel nome?
Siamo contenti che vi piaccia!!! Il nome di una band deve essere di impatto, soprattutto in un periodo storico/musicale come il nostro dove è stato già sperimentato tantissimo e dove la mole di materiale audio/video è davvero sconfinata. Tutti i membri della band amano viaggiare e conoscere altre culture, è un processo che apre in maniera esponenziale la mente a nuove consapevolezze e punti di vista. Andrea, fra le tante, è appassionato di cultura orientale ed è stato proprio lui a proporre il nome Yatra, che per l’appunto significa viaggio o ancora meglio pellegrinaggio. Ci è sembrato subito perfetto: vogliamo che la nostra produzione artistica sia un pellegrinaggio; che porti a scoprire terre musicali inesplorate, seppur con chiari riferimenti alle band che hanno fatto la storia della musica e sono entrate nella leggenda.
Quest’ultima frase è particolarmente interessante. Qual’è, dunque, la “leggenda” per gli Yatra? Quali band del passato o del presente hanno più ispirato la vostra visione artistica?
Ogni membro del gruppo ha ovviamente le proprie preferenze personali, ma sicuramente abbiamo delle band che ci accomunano per gusto e stile. Del passato citiamo: King Crimson, Pink Floyd, Led Zeppelin e Jefferson Airplane fra i tantissimi che ci hanno marchiato a fuoco. Del presente Radiohead, Porcupine Tree e Rage Against The Machine sono soltanto alcuni di quelli che noi consideriamo gli eroi musicali di oggi. Ultimamente siamo stati folgorati dai The Claypool Lennon Delirium: ci stanno fornendo tantissimi spunti per le future creazioni. La nostra musica vuole essere un tributo a quella che per noi è vera e propria arte, da amare e rispettare in modo religioso!
Fin dal nome, degli sciamani del rock! Vi siete formati nel 2017 ma già l’anno scorso avete vinto la Battle of the Bands in Toscana e il Ganesh Music Contest a Bologna. Com’è stato testare sul campo la vostra produzione artistica e uscirne già così apprezzati?
Siamo ovviamente molto orgogliosi dei risultati raggiunti! In particolare della vittoria alla “Battle of The Bands” dove abbiamo avuto il privilegio di ricevere l’apprezzamento da parte di mostri sacri della musica italiana come il mitico Ghigo Renzulli, Fabrizio Simoncioni (Litfiba, Negrita e tantissimi altri), DJ Toki e Paola Maugeri (Virgin Radio). Il nostro punto forte sono sempre state le esibizioni dal vivo ma di sicuro non ci saremmo aspettati un simile risultato. È una gioia incontenibile vedere che addetti al settore così blasonati trovino di qualità la nostra musica… Rock’N’Roll!!! Detto questo non siamo propriamente una band adatta ai contest: lo scopo del progetto è condividere con un maggior numero di persone possibili la nostra visione musicale; a nostro avviso non esiste cosa più distante dalla musica della competizione fra artisti! Purtroppo però sono a volte le uniche chance di ricevere un pò di attenzione dai media.
Per interessarsi della musica la gente ormai vuole che ci sia un po’ di conflitto! Ma lasciamo perdere queste X Factorizzazioni. Ho sentito il vostro singolo “Paving the Path for your Downfall” e ho potuto apprezzarne il ritmo spezzato, l’atmosfera mistica che la apre e la vostra performance in studio. Come vengono alla luce i vostri pezzi? Uno di voi ha un ruolo predominante nella scrittura o si tratta di un lavoro del tutto corale?
Sicuramente in questo momento la “fucina” delle melodie degli Yatra è Luca: incide le parti di chitarra e poi durante le prove tentiamo di arrangiare la struttura del pezzo e le relative parti strumentali. Appena il brano presenta una certa sostanza Denise prova qualche linea melodica per familiarizzare e successivamente elaborare il testo da “spalmare” sul brano. Per alcuni pezzi siamo partiti anche da linee di basso che Andrea sviluppava da solo o con l’aggiunta di un’accompagnamento di batteria provvisorio. Il nostro primo album “Behind The Great Disguise” è stato composto in questo modo, ma stiamo già lavorando ad un paio di idee di Paolo. Siamo cinque cervelli pensanti!
Ma non ne avevo dubbi. A proposito di pensare: In questi due anni di intensa attività live, è cambiato qualcosa nel vostro modo di suonare, pensare e fare musica?
Siamo convinti che lavorare duro sia l’unica maniera per migliorare sempre di più; ai concerti capita spesso che alcuni dei nostri mitici sostenitori (che ci seguono fin dagli esordi) ci facciano i complimenti per gli evidenti miglioramenti nella tecnica e negli arrangiamenti delle esecuzioni dal vivo e questo ci dà la motivazione per spingerci oltre quelli che attualmente sono i nostri limiti. Non vogliamo “affrancarci” con un singolo genere, vorremmo spaziare in tutte quelle situazioni musicali che semplicemente troviamo gradevoli, attingendo ai nostri gusti che sono decisamente variegati. Èun tentativo ambizioso e per questo sappiamo di dover lavorare a lungo e duramente.. fortunatamente suonare è la cosa che amiamo di più e con l’aiuto di (R)esisto distribuzione (che ha pubblicato il singolo “Paving the Path for your Downfall” e pubblicherà il nostro primo album) siamo certi di potere raggiungere obbiettivi importanti.
Lo penso anch’io, e vi faccio i miei auguri. Questo era tutto per me! Ringrazio di cuore gli Yatra per il loro tempo e gli lascio lo spazio di chiusura!
Grazie a voi per l’ospitalità! Siamo felici di poter raccontare la nostra storia… Per saperne di più ci trovate sulle nostre pagine Facebook ,YouTube. Vorremmo ricordare che il 4 dicembre uscirà il nostro primo album “Behind The Great Disguise” distribuito da (R)esisto Distribuzione e speriamo davvero vi piaccia!