3 Ottobre 1967: moriva oggi WOODY GUTHRIE, poeta della Resistenza Umana
Il cantautore e scrittore americano Woody Guthrie
Il cantautore e scrittore americano Woody Guthrie

3 Ottobre 1967: moriva oggi WOODY GUTHRIE, poeta della Resistenza Umana

Ha scritto tutto ciò che ha visto, vissuto quanto ha scritto. Woodrow Wilson Guthrie, nato nel 1912 «quando Woodrow Wilson fu eletto presidente, e papà e mamma erano tanto presi dalle alterne vicende della politica che chiamarono anche me Woodrow Wilson». Noto al mondo come Woody Guthrie, il giovane dell’Okemah – nello stato di Oklahoma – è diventato una tra le figure polari della cultura popolare americana di sempre. Considerato il pioniere del cantautorato impegnato e di sinistra, Woody Guthrie è forse il primo cantautore folk antifascista della storia moderna. “This Land is your Land”, “Union Made”, “All you fascists”, “Deportee”, sono solo alcune delle canzoni caposaldo che hanno fatto di Woody Guthrie, il padre della canzone di lotta.

«All you fascists are bound to lose. […] People of every color marching side by side, marching across these fields where a million fascists died»

Quello che ha lasciato, ovvero le sue canzoni, la sua vita in versi per chitarra è l’eredità di un uomo che ha letteralmente combattuto contro ogni forma di oppressione. Un uomo che ha fatto della resistenza il contenitore della denuncia popolare e della sua musica, il motore di una tenace speranza. Spirito libero e ramingo, Woody Guthrie lascia presto l’Oklahoma. Solo, conosce la miseria della grande depressione e si procura da vivere come meglio può. Impara a suonare la chitarra, il mandolino e l’armonica a bocca e non riesce a fare a meno di scriverci su le sue canzoni.

Considerato il pionere del cantautorato impegnato, Woody Guthrie è forse il primo cantautore folk antifascista della storia moderna

«Ho fatto un po’ di tutto. Mi sono spostato insieme alle città del petrolio e mi sono spinto molto a Ovest, fino a Hobbs nel Nuovo Messico. Più ci si spinge a Ovest e più il paese si fa scuro, caldo, immobile e deserto. Ho imparato a suonare alla chitarra un po’ di accordi più facili, e girato da un locale all’altro come un predicatore che si rechi in continuazione da un angolo all’altro delle varie strade». Dalla sua autobiografia “Bound for Glory” – pubblicato da E.P.  Dutton nel 1943 – si impara che Woody Guthrie ha attraversato gli Stati Uniti in lungo e largo. Ha solcato tutti i mari e ovunque, ha portato la sua musica con sé.

Nel semi-romanzo, Woody Guthrie racconta dei suoi viaggi. Sui treni, su mezzi di fortuna. Parla dei suoi tre sbarchi coi Marines dove «nutrii cinquanta fucilieri, lavai piatti sporchi, pulii la loro sudicia mensa e non cambiai mai di grado né in su né in giù, mai. Ho cantato povere canzoni per combattenti malnutriti, come me». Approda a New York City verso la fine degli anni ’30 e viene in contatto con un gruppo di intellettuali intenti allo studio e riscoperta della canzone popolare. Pete Seeger e Alan Lomax, tra gli altri, riconoscono in Guthrie l’autenticità dello spirito di quello che può perfettamente chiamarsi un moderno menestrello. Tanto moderno da essere attuale.

«I ain’t got nobody, ain’t nobody got me
I’m just like a little apple, hanging on a tree»

Come nota Alessandro Portelli – storico ed anglista romano – nel suo libro “La canzone popolare in America: la rivoluzione musicale di Woody Guthrie“, il cantautore nel 2012 avrebbe compiuto cent’anni, ma non li dimostra. Osannato, imitato e celebrato da autori come Bob Dylan e Bruce Springsteen, Woody Guthrie è stato «un poeta proletario dotato di una forte spinta rivoluzionaria, antifascista perché contro la forza dominante, patriottico nei confronti della terra e non delle sue istituzioni». All’entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco degli alleati, Woody Guthrie si arruola nella marina mercantile. Finisce in Sicilia, torna in America e subisce fortemente il maccartismo negli anni ’50.

Suona solo, assieme alla folk band Almanac Singers, il bluesman Tiedbelly, Sonny Terry ed altri musicisti folk. Si ammalerà di una malattia genetica letale, la malattia di Huntington per cui morirà il 3 Ottobre del 1967. Woody Guthrie ha conosciuto la miseria della realtà che lo ha circondato. Ha vissuto un’infanzia segnata da gravi lutti e la tragedia di perdere tutti. L’amarezza sul volto, la malattia nel destino, la forza trainante nella sua macchina ammazza fascisti: la chitarra.

Che non sia mai dimenticato, Woody Guthrie è ancora una voce di coscienza popolare. Non solo in America – e tralasciamo le contraddizioni – ma ovunque esista e persista una forma di cultura e resistenza umane. «This land is your land this land is my land / From California to the New York Island / From the Redwood forest to the Gulf Stream waters / This land was made for you and me».