Una carriera ventennale da musicista in giro per il mondo, ricca di successi e soddisfazioni quella di Stefano Todisco, in arte Tobia Lamare. Ha composto per cinema, teatro, installazioni artistiche e ha aperto i concerti dei Kings Of Convenience e Iggy Pop & The Stooges. È arrivato ai grandi palchi come quello dello Sziget a Budapest. Ha pubblicato tre album da solista e ha raccolto tutto quello che c’era da cogliere da una vita on the road. E poi alla fine è finalmente tornato nella sua terra. In Puglia, Tobia Lamare ha prodotto e arrangiato l’ultima fatica da solista. “Songs For The Present Time” ha preso energia da tutta l’esperienza raccolta negli anni, ma le coste del Salento e la pietra della Masseria hanno donato la scintilla di vita.
Tutto questo arriva facilmente durante l’ascolto di “Songs For The Present Time”, con il quale Tobia Lamare ha ben poco da dimostrare. Le nove tracce sembrano nascere nel momento in cui si ascoltano per la prima volta, perché è chiara la naturalezza con cui Tobia Lamare le ha pensate. Sono canzoni personali e ben radicate nel suo passato, così come si proietta con disarmante speranza verso progetti futuri. “Songs For The Present Time” è quello che accade nel bel mezzo tra quello che è stato, immutabile e immutato, e quello che sarà domani, incerto e inevitabile. Amore, famiglia, addii, amicizia, morte. Un immenso mondo da raccontare che trova comunque spazio all’interno di “Songs For The Present Time”, che allora sembra proprio un compendio di vita.
Le nove tracce di “Songs For The Present Time” sembrano nascere nel momento in cui si ascoltano per la prima volta, perché è chiara la naturalezza con cui Tobia Lamare le ha pensate
Tobia Lamare racconta con la consapevolezza di aver già dimostrato quanto possa valere il proprio lavoro. Non c’è presunzione allora nel suo intento di riuscire a inserire tutto in “Songs For The Present Time”. I temi prendono spunto direttamente dall’esperienza personale. I viaggi che si assaporano in canzoni come“Dada” e “This Road”, la conseguente nostalgia di casa, come dimostra “The Big Snack”. In “Endless” si avvertono i momenti più cupi nella vita di Tobia Lamare, mentre in “My Flavia” quelli più genuini e romantici. “Songs For The Present Time” sembra un invito a godersi il momento, senza dimenticare il passato e senza perdersi di fronte all’incertezza. Temi eterogenei che però fanno capo allo stesso obiettivo. Quello di vivere, e vivere per raccontare.
Accanto all’eterogeneità dei temi, c’è la presenza di tantissime influenze che hanno accompagnato e formato la vita artistica di Tobia Lamare. Bob Dylan è un amore dichiarato fin dalla prima traccia, la già citata “Dada”. Ma non mancano i rimandi a Bruce Springsteen, ma anche The Cure e Van Morrison. Una grande eredità che riesce, lungo tutto “Songs For The Present Time”, ad essere metabolizzata da Tobia Lamare. Dall’incontro con sonorità più moderne che toccano anche realtà dell’indie rock più british, o la tradizione della sua terra, l’autore riesce a spiccare come personalità. “Songs For The Present Time” è un disco che si apprezza per la sua natura internazionale. Allo stesso tempo vola via e si sente chiaramente la brezza del vento salentino e gli odori di casa.