In questo periodo di proteste molti artisti stanno facendo la loro parte per sensibilizzare il pubblico contro la discriminazione razziale. Tra questi possiamo trovare anche Tom Morello, frontman dei Rage Against The Machine. Grazie all’aiuto di Dan Reynolds (frontman degli Imagine Dragons che sono attualmente in pausa), Shea Diamond, cantautrice americana e attivista per i diritti transgender, e il produttore Bloody Beetroots (DJ Sir Bob Cornelius Rifo, che insieme a Tommy Tea forma i The Bloody Beetroots), è stato pubblicato “Stand Up”.
Un brano decisamente forte, che affronta la delicata tematica dell’eccessiva violenza utilizzata dalle forze dell’ordine americane. Un tappeto sonoro affilato, ricco di distorsioni rabbiose. Le liriche vengono cantate con rabbia e provocazione. Una canzone che non vuole essere una traccia da radio, ma un chiaro messaggio che inviti la popolazione a combattere queste violenze ingiustificate.
«When i’ll call the police / Will they just kill me? / Will they just kill you?»
Il padre di Tom Morello è Ngethe Njoroge, un diplomatico keniota di etnia kikuyu, eletto come primo delegato delle Nazioni Unite in Kenya. Ma il chitarrista è anche nipote di Jomo Kenyatta, ispirante del movimento Mau-Mau – movimento politico post seconda Guerra Mondiale in opposizione al dominio coloniale del Regno Unito – e primo presidente eletto del Kenya. Ma perché questa premessa?
Perché Tom Morello ha raccontato di «essere cresciuto nella minuscola città bianca e conservatrice di Libertyville, nell’Illinois. Quando ero un bambino, qualcuno appese un cappio nel garage della mia famiglia, ci furono occasionali telefonate con la parola N». Oltre questo tante, e forse troppe, le volte che il chitarrista e la sua famiglia sono state vittime di razzismo (Io la mia band l’avrei chiamata Rage Against TUTTO. Altroché ndr.). Il frontman ha poi continuato:
«Il 6 giugno di quest’anno, in questa città c’è stato un raduno di Black Lives Matter che ha coinvolto quasi 1.000 persone. Sembra che i tempi stiano cambiando. Quella notte ho avuto una ispirazione, ho contattato Dan degli Imagine Dragons. Io e The Bloody Beetroots avevamo una traccia e nel giro di 24 ore Dan ci ha rispedito una parte vocale completa. Abbiamo messo in pista Shea Diamond, una donna transgender nera con una lunga storia di attivismo, e la coalizione era fatta»
Dan Reynold si è detto decisamente felice nel poter collaborare a questa iniziativa e al brano “Stand Up”: «Quando Tom mi ha contattato per lavorare insieme a Shea Diamond e The Bloody Beetroots su questa canzone, sono immediatamente andato nella mia stanza e ho scritto/cantato il coro e la strofa. Questo paese ha certamente bisogno di essere sistemato e credo che ci vorranno persone di ogni parte e colore per risolvere il problema»
I ricavati di “Stand Up” verranno devoluto in beneficenza
Di certo l’obiettivo non era far soldi cavalcando l’onda. Al contrario, Tom Morello, Den Reynolds, Bloody Beetroots e Shea Diamond doneranno tutti i proventi per scopi benefici. Gli enti interessati saranno: NAACP, Know Your Rights Camp, Southern Poverty Law Center, e Marsha P. Johnson Institute. Questo perché Tom Morello stesso ha dichiarato che «stanno facendo un grande lavoro per combattere il razzismo, l’ingiustizia e la brutalità della polizia».
Ma c’è di più. La casa discografica americana KIDinaKORNER | Interscope Records, che ha pubblicato il brano, donerà per tre anni una cifra uguale a quella che guadagneranno gli artisti dagli stream. E questo, certamente, è un gesto da non sottovalutare.
Intanto ci godiamo “Stand Up” – che Black Lives Matter o meno, è una vera e propria bomba! – e ringraziamo tutti questi artisti che, grazie alla loro influenza tra i fan in tutto il mondo, possono aiutare a combattere questo male radicato nell’umanità. Ricordiamo anche Pharrell Williams: grazie alle sue pressioni il 19 giugno, noto come Juneteenth, è festa nazionale in Virginia.