Di appelli per i lavoratori del mondo dello spettacolo ce ne sono stati tantissimi. Non ultimo, quello che avvenuto qualche settimana fa a Milano, proprio in piazza Duomo. Per rispettare il distanziamento sociale, gli operatori hanno depositato degli iconici bauli neri lungo tutta l’area dello slargo della madonnina. Tutti hanno sottolineato quanto sia fondamentale l’apporto delle maestranze per la messa in scena di uno spettacolo. La realizzazione di un concerto richiede la presenza di professionalità che per il grande pubblico restano nell’ombra. Elisa ha preso in mano la situazione andando incontro alla band, ma non solo.
Ecco come Elisa spiega la naturalezza del suo contributo
«Alcuni membri del mio gruppo, tecnici e musicisti, sono con me da quando ho fondato la mia band, circa 23 anni fa. Sono come la mia famiglia e si sarebbero trovati in grave difficoltà se non avessi preso questa decisione. Questo è il momento in cui dobbiamo fare qualcosa e non aspettare che lo faccia qualcun altro»
Gli utili dalle date di settembre ammontano circa a 230 mila euro. Cifra che la cantante friulana ha deciso di destinare interamente ai suoi collaboratori. Con questo gesto, realizza perfettamente la differenza che c’è tra un superiore e un leader. La scelta di dare invece che di tenere, la porta fuori da una logica di mero profitto per creare intorno a sé un clima in cui il lavoro diventa piacere, proprio perché retribuito. Si spiegano meglio così le parole di Giulio Koelliker, manager di Elisa:
«Lavoro con Elisa da 19 anni. Questo tour è stato uno dei più emozionanti per le circostanze eccezionali dovute al Covid, ma anche per la generosità di Elisa. […] Ci ha restituito quello che ci mancava di più in tutti quei mesi terribili: la gioia di lavorare»
Un esempio forte quello di Elisa. Chissà se sarà seguita da altri artisti.