Nella Tasmania degli anni ’20 dell’800, Clare (Aisling Franciosi), una giovane galeotta irlandese, sta scontando la sua pena in un avamposto militare britannico, capitanato dal tenente Hawkins (Sam Claflin), insieme al marito e alla loro piccola figlia. Anche dopo il termine della sua detenzione il ligio e irruento tenente non sembra minimamente intenzionato a firmare la sua meritata libertà. Dopo un ennesimo scontro tra i due, la giovane donna subisce svariate violenze, che la portano ad addentrarsi in un viaggio all’interno della wilderness tasmaniana, in cerca di vendetta per i mostruosi torti subiti.
Con “The Nightingale”, Jennifer Kent non è riuscita a eguagliare il livello del suo primo lavoro.
Jennifer Kent con “The Nightingale”, in linea con il trend di questa 75^ edizione del Festival Di Venezia, ci dona un altro ricercato ritratto femminile. Arrivata al suo secondo lungometraggio, dopo l’acclamatissimo horror piscologico di stampo indipendente “Babadook” (2015), aveva sulle spalle il peso di elevate aspettative. Non solo per essere l’unica presenza registica femminile di questa edizione, ma soprattutto per il forte impatto visivo e strutturale che ebbe il precedente film nel contesto del cinema horror internazionale. Con “Babadook” Jennifer Kent è riuscita a dare nuova linfa vitale a un genere abusato come l’horror. Di anno in anno è sempre più difficile riuscire a vedere o a produrre horror di successo e ben congegnati, e quella pellicola è ricordata dagli appassionati come uno degli ultimi film di genere davvero validi.
Con “The Nightingale”, per quanto le premesse fossero ottimali, Jennifer Kent non è riuscita a eguagliare il livello del suo primo lavoro. La regista non sembra capace di affrontare nel modo corretto le tematiche della violenza sulle donne e del razzismo, nonostante siano perfettamente in linea con il nostro contesto storico e fulcro del dibattico politico e sociale. Accodandosi alla lunga scia del revenge-movie, la regista contrariamente, a quanto fatto con l’horror, si perde dopo la prima mezz’ora insieme alla sua protagonista, in una narrazione tediosa e senza nessun sensazionalismo. La prova attoriale della giovane attrice avrebbe potuto amplificare la riuscita del film, ma Jennifer Kent non sembra aver voluto osare abbastanza, sminuendo le potenzialità del suo personaggio e smorzando la narrazione attorno ad essa.
Se avete amato “Babadook”, non aspettatevi niente di buono da “The Nightingale”. Che delusione!
“The Nightingale” non dimostra la stessa vivacità e audacia del precedente film di Jennifer Kent, portando avanti una storia già ampiamente vista, in modo troppo didattico e pedante. Anche qui, come nel caso di Yorgos Lanthimos, dovremmo aspettare prima di gridare a una svolta stilistica o ad una caduta autoriale (che come la storia del cinema insegna, per molti autori può essere un bene). Tuttavia, tra le tante cose che questa edizione ha dimostrato, non sempre gli autori emergenti acclamati riescono a superare la secondo prova, e Jennifer Kent ne è l’esempio lampante. Al termine della proiezione stampa di “The Nightingale” c’è chi ha applaudito (anche troppo), chi ha fischiato, chi ha gridato parole sconvenienti, e chi come è rimasto con l’amaro e la delusione in bocca. Se avete amato “Babadook”, non aspettatevi niente di buono da “The Nightingale”. Che delusione!