L’alterazione – quel processo di mutazione volto alla modifica nella struttura o nella sostanza – a volte confina con la falsificazione, a volte con la distorsione. Il processo di alterazione può riguardare l’intera sfera sensoriale: può essere visivo, tattile, uditivo. Alterazione è anche “il tentativo di guardare nel buio di una società che ha smesso di riflettere sulle proprie condizioni”. Queste sono le parole della band The Lansbury che chiamano proprio “Alterazione” il loro Ep d’esordio. Il loro è un processo lungo sei tracce, preceduto dai tre singoli “Alba”, “Se anche tu” e “L’ironia del 4 marzo”, contenente tutti quei significati. Il progetto nasce nel 2016 dall’incontro di basso e chitarra, segnando una forte demarcazione alt rock.
I The Lansbury sono Davide Mura e Andrea Oscar Carenzi (anche fumettista e autore dell’artwork) e Luigi De Rosa, rispettivamente chitarra, basso e batteria. Il nome viene da uno strano volo pindarico per cui il cognome dell’attrice che ha interpretato la signora Fletcher di “La Signora In Giallo” – che è proprio Lansbury – potesse rappresentare un elemento comune a tutti i membri della band.
Sguardi vuoti e volti segnati da nefaste alterazioni caratterizzano un EP che non pecca sicuramente di superficialità
Con il tempo anche l’impronta del trio viene alterata fino a sfiorare contaminazioni post-rock e shoegaze. L’EP infatti ha colori forti e scuri, un sapore aspro e dilatato. Definibili aspre e dilatate anche le liriche della penna di Davide Mura. Sguardi vuoti e volti segnati da nefaste alterazioni caratterizzano un EP che non pecca sicuramente di superficialità. I Fine Before You Came proverebbero a capire. La seconda traccia del’album “Alba” attraversa in maniera ruvida la necessità di far crollare il patriarcato insito nella nostra cultura specialmente quando prende la forma della violenza. “Spettri”, l’ultima traccia, si avvicina invece più al mondo dei Massimo Volume, specialmente per il cantato.
“Alterazione” dei Lansbury è un EP giusto, non visionario ma coerente, non innovativo ma limpido, non perfetto ma sporco nel suo senso più immateriale. Un esordio che traccia direzioni chiare, identità definibili e forse anche una certa condanna: non digeribile da molti, ma comprensibile ai giusti.