Nascono a Pisa nel 2017 e finalmente dopo tre anni, il 3 aprile 2020, I Segreti Di Hansel pubblicano per (R)esisto il loro primo album. “Atacama” è un esordio in otto tracce che non lascia dubbi sulla formazione dei tre componenti. Fin da “Promesse”, singolo che ha preceduto l’uscita di “Atacama”, è chiaro come I Segreti Di Hansel si siano diretto verso un tipo di classicismo dell’alternative rock tipicamente nostrano. Gli anni Novanta e i primi Duemila degli Afterhours, Verdena, Marlene Kuntz, ma soprattutto The Zen Circus, sono senza dubbio lo sfondo di questa produzione.
Non mancano però rimandi a suoni internazionali che ribadiscono la matrice alternative rock e che arricchisce quella che inizialmente potrebbe sembrare semplice emulazione. Come in “Morning Glory” dove il respiro si fa più ampio e la mente vola tra Smashing Pumpkins e Pixie. Perché “Atacama” si prende i suoi tempi e si fa ascoltare man mano che le tracce procedono. Nonostante gli arrangiamenti siano classici e facilmente individuabili nel genere, non mancano i ritmi sostenuti in grado di prendere.
Fin da “Promesse”, singolo che ha preceduto l’uscita di “Atacama”, è chiaro come I Segreti Di Hansel si siano diretto verso un tipo di classicismo dell’alternative rock tipicamente nostrano
Lo dimostra una traccia come “Paolo” che è forse il riassunto del background musicale dei tre de I Segreti Di Hansel. Qui si fa palese il debito che si deve ai The Zen Circus, ma quando si procede nell’ascolto di “Atacama”, incontriamo spunti più originali. La classicità del nostro alternative rock incontra allora realtà più recenti ma di forte impatto. Primi Ministri e soprattutto Fast Animals And Slow Kids, come dimostrano “Buona Sorte”, “Eudion” e “Maledizione”, devono sicuramente aver preso parte agli studi e alle passioni de I Segreti Di Hansel.
Così come i modelli a cui hanno guardato, quello che salta all’occhio è allora il fatto che “Atacama” sia solo una prima fase de I Segreti Di Hansel. Quello della rabbia e delle delusioni che cercano di uscire fuori a tutti i costi per essere affrontate ad alta voce. È la fase dell’introspezione e del bisogno di combattere una solitudine arida come il deserto di Atacama. Massimiliano Magni, voce e chitarra, Giulio Galleschi al basso e Alessio “Ska” Scatena alla batteria, si raccontano malinconici e rabbiosi in attesa di una crescita. La classica storia: perdersi per poi ritrovarsi.