Buon Compleanno a Layne Staley che oggi avrebbe compiuto 52 anni
Layne Thomas Staley
Layne Thomas Staley

Buon Compleanno a Layne Staley che oggi avrebbe compiuto 52 anni

Era il 19 Aprile 2002, due settimane dopo l’effettivo decesso, quando il corpo di Layne Thomas Staley fu trovato senza vita all’interno del suo appartamento, in Seattle. Rapidamente, tra lo sgomento e il dispiacere di migliaia di persone, se ne diffuse la notizia. Si organizzò una veglia all’ International Fountain, nello stesso luogo in cui si compianse la morte di Kurt Cobain. Caso volle che entrambi i cantanti, esponenti del movimento grunge di Seattle morissero lo stesso giorno, sebbene in annate diverse. Nel quinto giorno del più crudele mese dell’anno, il 5 d’Aprile, the cruellest month. Tutti erano coscienti che quel giorno del 2002, se ne andava una delle voci più calde, potenti e versatili degli ultimi 50 anni della storia del rock. Una voce che come per andarsene ha dovuto nascere. Ebbene, proprio oggi 22 Agosto 2019, Layne Staley avrebbe compiuto 52 anni.

Oggi, 22 Agosto 2019, Layne Staley avrebbe compiuto 52 anni. Buon Compleanno Layne, ovunque tu sia.

Nato a Kirkland – Washington – Layne Staley dimostrò da subito di avere interessi legati all’arte. Via di fuga, chissà, da una famiglia a pezzi e da un padre difficile e tossicodipendente. Uomo da cui sua madre non esitò a divorziare. Evento non tragico questo, ma che indiscutibilmente segnò il passaggio dall’infanzia all’età adulta di quel Layne Staley che già all’epoca trovava nella scrittura una via di fuga. Da bimbo, iniziò a cantare con alcuni compagni di scuola per poi, adolescente, imparare lo strumento della batteria e fondare una prima band, gli Sleeze. Si trova su YouTube, un estratto di cortometraggio risalente realizzato dalla band nel 1986 in cui compare anche Layne Staley. Nel video si racconta la storia di un prete che cerca d’insegnare i precetti di Cristo attraverso la musica rock.

Segnato da un’infanzia difficile, Layne trova motivo di ribellione nella musica rock, nella droga e nell’alcol. Lasciati gli Sleeze, Incontra Jerry Cantrell in una serata della Music Bank a Seattle. Da quell’incontro, nascono gli Alice in Chains e la vita del giovane cambia rapidamente. Dopo diverse ricerche per una casa discografica, la Columbia Records li prende con sé e permette loro di realizzare tre album: “Facelift”, “Dirt” e “Alice in Chains”. Inizia in quel periodo l’uso ed abuso di eroina da parte del cantante. Pratica che lo porterà a chiudersi nel dolore fino ad arrivare alla morte. Una morte rassegnata e disperata, motivata – si direbbe – dalla perdita di quello che fu per Layne Staley l’unico vero amore della sua vita. Demri Parrott, storica compagna di Layne Staley, morì nel 1996 per un’endocardite batterica aprendo un varco verso un buio irrimediabile in cui Layne Staley si rifugiò fino alla fine dei suoi giorni.

L’uso e abuso di eroina porterà Layne Staley a chiudersi nel dolore fino ad arrivare alla morte

Importante, l’esperienza dei Mad Season, band nata da un’idea di Mike McReadyPearl Jam – e John SaundersThe Walkabouts – che trovandosi insieme in un istituto di disintossicazione decisero di dedicarsi a un progetto musicale per allontanarsi dalla droga. Layne Staley si unì nel ’94, in seguito a una pausa presa dagli Alice in Chains dopo la pubblicazione di uno degli EP da cui è estratto il singolo più conosciuto ed amato della band. Si tratta di “Jar of Flies”, da cui “Nutshell” vide la luce del mondo. I Mad Season realizzarono un solo album, “Above”, che si guadagnò il disco d’oro grazie al singolo “River of Deceit” e alla collaborazione di Mark Lanegan –  Screaming Trees – grande amico di Layne Staley.

Indimenticabile, una delle ultime apparizioni in pubblico di Staley Layne. Quella al Majestic Theatre della Brooklyn Academy of Music di New York, organizzata da Mtv nel 1996 e da cui venne registrato l’album dal vivo “Unplugged”. Tre anni prima, ci avevano suonato i Nirvana, realizzando il famigerato “Unplugged in New York”. Staley Layne, già visibilmente corroso dalla depressione e dalla droga realizzò una performance impeccabile, che io chiamo eroica. In fondo, lo ha scritto Francesco Guccini, che gli eroi son tutti giovani e belli. Layne Staley è stato uno di loro, per molti, moltissimi di noi. Lo aveva scritto in “Nuthsell”: If I can’t be on my own, I’d be rather dead. Buon Compleanno Staley Layne, ovunque tu sia.