CANTASTORIE: "Qualcosa di nuovo che bolle in pentola ce l'abbiamo già..."
La band italiana dei Cantastorie
La band italiana dei Cantastorie, che ripercorrono, con i propri inediti e con qualche cover completamente rivisitata, il viaggio nell’Italia dei migliori cantautori.

CANTASTORIE: “Qualcosa di nuovo che bolle in pentola ce l’abbiamo già…”

Benvenuti Cantastorie su Music.it. Per rompere il ghiaccio siamo soliti chiedere un aneddoto divertente ai nostri ospiti, relativo alla loro carriera. Raccontatecene uno.

Sarà banale ma riguarda il primo piccolo successo dei Cantastorie, quando, nel 2017, la radio locale di Alessandria organizza un concorso per band della provincia. Per partecipare bisogna inviare un proprio brano inedito che settimanalmente sarà votato dal pubblico sia in radio che sul giornale (bi-settimanale) della città. Il giorno prima della scadenza del concorso decidiamo di provarci inviando “Cantastoreggae” mentre eravamo in sala prove con lo smartphone, quasi privi di connessione a internet e con poche speranze di essere ammessi. Per farla breve: siamo ammessi, partecipiamo insieme ad altre 24 band e nell’arco di un mese arriviamo in finale e la vinciamo. Da quella volta abbiamo deciso di continuare a scrivere pezzi nostri.

Dopo il vostro primo EP, “Sguardi Sogni O Ricordi” del 2018, ecco un nuovo singolo: “Il Conto Del Giorno Dopo”. È un dolce richiamo agli anni ’80 e all’importanza dei veri valori della vita. Ce lo raccontate?

È un inno nemmeno troppo mascherato all’amicizia, quella vera che, nonostante il tempo che passa, rimane sempre viva e presente. La musica e gli arrangiamenti del singolo dei Cantastorie nascono dall’esigenza di voler ricordare i suoni e le sensazioni degli anni ’80 (“Figli delle stelle”, “Tropicana” etc. citati anche nel brano). Mentre il testo racconta con un velo di nostalgia, ma con molta ironia, di come il passare del tempo e delle mode cambi il nostro modo di far serata. Di come 20 o 30 anni fa si aspettava il weekend come se non ci fosse un domani mentre oggi, appunto, si rischia di pagare il conto del giorno dopo. Ciò che resta, in ogni caso, è l’amicizia che ci permette comunque di condividere tanti momenti in maniera differente vivendoli comunque con allegria e spensieratezza.

Siete molto legati alle opere dei cantautori italiani, più o meno recenti. A cosa è dovuta questa vostra scelta artistica, in un periodo in cui il passato viene spesso bistrattato e dimenticato?

Più o meno tutti i componenti dei Cantastorie, anche se con gusti e provenienze musicali differenti, sono passati dall’ascolto dei giganti del cantautorato italiano. Crediamo fermamente che i vari Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Fabrizio De Andrè, Rino Gaetano, fino ai più recenti Daniele Silvestri, Vinicio Capossela o Samuele Bersani non possano essere considerati musica di secondo piano. Noi siamo una band e come tale abbiamo sempre cercato di riproporre alcuni dei capolavori di questi artisti mettendoci del nostro, mescolando stili diversi. L’esatto opposto di ciò che fanno i tributi. E poi da qualche anno ci stiamo provando con i nostri inediti. Una scelta sicuramente coraggiosa ma nella quale crediamo e che finora ci sta dando soddisfazione.

“Il Conto Del Giorno Dopo” è un nuovo brano, ne avete già altri pronti per aspettarci un primo full length?

Un paio di brani sulla scrivania ci sono, un terzo si sforza di uscire dal cassetto semi aperto a fatica. Insomma, qualcosa di nuovo dei Cantastorie che bolle in pentola c’è di sicuro. Non nascondiamo che a noi farebbe un immenso piacere riuscire nell’impresa del nostro primo LP. Ma allo stesso tempo ci siamo resi conto (sia con l’EP che coi singoli) che l’autoproduzione è molto difficoltosa da realizzare. Anche in termini economici, per cui speriamo di incrociare sulla nostra strada qualcuno che creda nel nostro progetto. Che magari ci possa dare una mano a realizzarlo… in tutti i sensi.

Come è avvenuto il primo incontro tra i membri dei Cantastorie, e quando avete capito che dalla vostra unione poteva nascere un progetto valido?

Il primo incontro, dell’attuale formazione, risale al 2012 e, ovviamente, avvenne dietro al bancone di un bar. Tante parole, molte idee e molto confuse. Due mezze band che si uniscono (voce, chitarra, batteria e percussioni della prima. Basso, tastiere e seconda chitarra dell’altra) si ritrovano a suonare cover di cantautori italiani dall’oggi al domani. I primi mesi sono stati di assestamento, come dopo un terremoto, poi tutto è diventato più chiaro. Molto probabilmente erano passati gli effetti dell’alcool e iniziavamo ad amalgamare bene gli ingredienti della ricetta dei Cantastorie.

Se vi chiedessimo di descrivere i Cantastorie con una citazione celebre, quale scegliereste?

Non ne abbiamo una ricorrente. Di sicuro però c’è una frase in un pezzo che non suoniamo più da molto tempo di Lucio Dalla, ed è: «Penso a delusioni, a grandi imprese, a una thailandese, ma l’impresa eccezionale dammi retta, è essere normale». Di solito la cantavamo a squarciagola. Forse perché un po’ crediamo anche noi nel fatto che molto spesso sia sempre più difficile distinguere ciò che è etichettato come “normale” da ciò che non viene considerato tale. Ecco, forse stiamo cercando di apparire normali a chi ci ascolta. Non è mica facile!

Cosa ne pensate dell’attuale panorama musicale italiano, anche considerando artisti lontani dal vostro stile artistico?

Questa è la domanda più difficile (e ancora non conosciamo le successive). In effetti per noi è durissima fare paragoni musicalie stilistici. È però altrettanto vero che se i giovani, a volte giovanissimi, ascoltano e consumano tantissima musica rap, trap, hip hop. Allora vuol dire che le tendenze del momento sono queste. Questo genere piace e parecchio, anche se crediamo, come tutte le mode, sia destinato a durare qualche anno per poi calare di intensità e magari tornare tra dieci o vent’anni. Noi speriamo ovviamente in un ritorno della musica d’autore che comunque, anche se in modo diverso dal passato, è tornata alla grande con artisti di tutto rispetto negli ultimi 4 o 5 anni.

Se fosse possibile viaggiare nel tempo, con quale artista vi piacerebbe condividere il palco in un live del passato?

Di sicuro non sarebbe uno solo, diciamo che una bella session con Lucio Dalla, Rino Gaetano e Daniele Silvestri sarebbe indimenticabile. E non solo per noi ma anche per il pubblico che impazzirebbe davanti a tre fenomeni come quelli lì. Forse rischieremmo di sembrare fenomeni pure noi!

A proposito di live, nei prossimi mesi avete già date fissate in cui potervi seguire dal vivo o vi concentrerete solo su nuovi brani da registrare?

Al momento l’ultima data estiva dei Cantastorie è stata quella dell’11 luglio al Bar Chiuso di Moleto su una splendida collina del nostro Monferrato. Ad agosto vacanze, e forse a settembre un altro live ma ancora da confermare. Tendenzialmente in estate suoniamo un po’ di più, ma quest’anno ci siamo dedicati alla registrazione del singolo, all’uscita del video e alla sua promozione attraverso i social, le radio etc. Speriamo che l’inverno porti consiglio e ci permetta di scrivere il più possibile per il prossimo lavoro – forse un LP? – in modo da poter poi organizzare una serie di live ad hoc per la prossima primavera/estate. Stay tuned.

Le nostre domande sono terminate, vi salutiamo e ringraziamo per averci concesso un po’ del vostro tempo. Lascio a voi lo spazio per aggiungere ciò che volete e, magari, per fare un saluto ai vostri fan e alle persone che seguono Music.it.

Che altro dire, siamo noi a ringraziarvi per il tempo e lo spazio dedicatoci su questa importante vetrina, speriamo di tornarci presto per presentarvi qualcosa di nuovo e stuzzicante. Non ci resta che salutare tutti i followers dei Cantastorie e quelli di Music.it invitandoli a seguirci sui nostri social, di scaricare – legalmente – la nostra musica e… buona estate a tutti. Grazie davvero.