I CENTO SCIMMIE e il loro ottimo FRAGILE emozionano con il rock giusto
Una foto promozionale dei Cento Scimmie.
Una foto promozionale dei Cento Scimmie.

CENTO SCIMMIE – Fragile (Album) – Il buon rock emoziona fra voci distanti e codice Morse

In apertura di “Fragile” dei Cento Scimmie troviamo subito una particolarità. Un codice Morse. Ho provato e riprovato, ma niente da fare. Credo inizi con una B. Mi pare di aver trovato una A e poi una R. Spero verrò premiato con la decodifica. Ora basta, arriviamo al succo. Continuiamo con l’ascolto di “Cosmetico”.

Dopo il codice Morse, si aprono vari effetti, e la traccia esplode con prepotenza. La parte strumentale subito incalza, e si incazza. E lo fa con chitarre piene, batteria e bassi prepotenti che riempono a dovere il suono. Adoro i momenti in cui la grancassa tiene il tempo lasciando le distorsioni agire con cattiveria.

La voce di Andrea Coppo è funzionale. Pulita e limpida, molto malleabile, contrasta egregiamente con le accattivante sonorità proposte. Apprezzabile molto negli stop and go di “Schiena”, isolata magnificamente durante gli stacchi. Quando poi si concede in qualche graffiato, non mi resta che sorridere di gusto.

“Cane”, che anticipava l’uscita dell’album, è definitivamente un pezzo ignorante, passatemi il termine. La compattezza nella ritmica è davvero invidiabile, con un basso che lascia il segno. Avete mai bastonato un cane? Penso che la rabbia che seguirebbe non sarebbe tanto distante da quella che i Cento Scimmie esprimono in questo brano.

La voce di Andrea Coppo è funzionale. Pulita e limpida, molto malleabile, contrasta egregiamente con le accattivante sonorità proposte.

Proseguendo l’ascolto di “Fragile” non sembra mancare la varietà. Quando alle mie orecchie giunge “Verme”, sebbene lo stile resti ruvido, accade qualcosa di diverso. È come se mi stessero passando un foglio di carta vetrata sulla schiena. Non sembra un complimento, lo so. Ma voi scordereste mai di essere stati grattugiati così?

Di nuovo il telegrafo torna a tormentarmi, o è forse una chiamata? Una radio? Insomma, una voce che proviene da una trasmissione molto disturbata sembra voler comunicare niente di buono. Il tutto cozza con gli strumenti, che veicolano un certo disagio. Poi la chiamata termina, e il frontman canta di “Ipergiganti gialle”. Tutto si infiamma.

Il brano è particolare ─ non l’avreste mai detto, eh? ─ e abbastanza lungo nei suoi 6 minuti. Eppure con quei gradevoli cambi di umore, e l’atmosfera creata dalle continue sovrapposizioni del controcanto con le voci disturbate, andrà via liscio come l’olio. “Ciò che appare è sostanza“, canta Andrea Coppo. Oh, ce ne è tanta. Il centro di “Fragili” è davvero un gran pezzo.

“Pezzi” si apre con una linea melodica molto più sostenuta. Una lunga nota di chitarra fa da spartiacque, poi il ritornello esplode con violenza. Ho apprezzato particolarmente l’estensione della voce, i continui sbalzi e la variazione di mood. Il pezzo continua alternando le fasi, aggiungendo via via novità. Una cosa preziosa.

I Cento Scimmie hanno proposto un ottimo mix che oscilla tra l’alternative rock e il post metal, regalando non poche soddisfazioni.

Proseguendo arriviamo a “Basta che funzioni”, che non aggiunge niente di particolare al disco, se non l’ennesimo pezzo studiato a dovere. Ciò che davvero apprezzo sono le liriche, forse non di facile ascolto al primo impatto. Vanno analizzate e capite. La chiusura in fade out ci apre la porta dell’ultimo brano.

Nel primo minuto di “Labbra” le due chitarre chiacchierano tra loro con riff in distorsione e arpeggi puliti. I piatti danno il tempo, quindi la grancassa si intromette nel dialogo. Il basso chiude il cerchio, e la traccia si libera con incalzante progressione, regalandoci un ottimo riassunto di ciò che ho ascoltato finora. Ovvero un lavoro davvero ben fatto.

I Cento Scimmie hanno proposto un ottimo mix che oscilla tra l’alternative rock e il post metal, regalando non poche soddisfazioni. Gli arrangiamenti sono pregni di ottimi accorgimenti, con energiche e prepotenti botte che colpiscono duro. Questa evoluzione di sound dovrebbe portare le irriverenti scimmie a livelli molto alti dell’underground italiano.

Per quanto la voce sia davvero azzeccata e duttile per tutto l’ascolto, avrei preferito alcune sfumature “sporcate”, con un pizzico di graffiato in più. Le liriche non sono banali, tutt’altro. Ma e è un’arma a doppio taglio, perché potrebbe portare i meno curiosi a disinteressarsi dal capirle. Sarebbe un peccato, perché questi 8 brani meritano di essere ascoltati e riascoltati.
Ora posso sapere cosa dice il codice Morse…?

 

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CENTO SCIMMIE

FRAGILE

27 giugno 2018

Overdub Recordings

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