È uscito il 12 aprile per Nesc’i Dischi il secondo album dei mantovani Two Hicks One Cityman. Questa band fonda le sue radici nella totale libertà espressiva. Lontani dai canoni della canzone italiana, Alessandro Castagnoli, Giorgio Caiazzo e Francesco Zaniboni, presentano un progetto dal sapore funk e soul, con chiari rimandi alle sonorità degli anni Ottanta. “Ukiyo” il titolo dell’album, già da qui si presenta con l’ambizione di poter scavalcare i confini della discografia italiana. Un lavoro che potrebbe inserirsi in un contesto internazionale ben più ricco del nostro paese. Una ricchezza sonora che infatti contraddistingue l’album senza creare confusione, ma un percorso coerente e piacevole.
A partire infatti dallo stesso termine che dà il nome all’album: “Ukiyo”. La parola è presa in prestito dalla corrente artistica giapponese, cui appartiene la famosa xilografia “La Grande Onda di Kanagawa” di Hokusai, la concezione di un mondo fluttuante. Immagine comune nel mondo giapponese, con il quale si indica un mondo estraneo al classico ciclo buddhista di morte e rinascita. I Two Hicks One Cityman decidono di estrapolare la sensazione nata da questi pensieri trasformandoli in un concetto proprio. Un mondo fluttuante diventa allora un mondo in perfetto equilibrio nonostante gli ostacoli che la vita può riservare.
“Ukiyo” dei Two Hicks One Cityman ha una ricchezza sonora che non crea confusione ma un percorso coerente e piacevole.
Atteggiamento che è sicuramente alla base della composizione di “Ukiyo”, laddove i Two Hicks One Cityman restano in equilibrio tra il loro passato artistico e un nuovo presente pieno di suggestioni. Il funk e il soul restano ancora le colonne portanti della loro musica, come dimostra la prima traccia “Funk#88”. Ma ecco che traccia dopo traccia si fanno avanti nuovi profili. “What If I” nasce allora sotto il segno di un nuovo respiro, che ha il ritmo del synth pop degli anni Ottanta. Così alla spensieratezza di “I Wanna Something”, “Marineo” e “Somebody Just Like You” preferiscono un ritmo più incalzante che avvicini toni della registrazione a quelli dei live.
Con “Ukiyo” i Two Hicks One Cityman cercano un ponte tra il primo album “Lonely Nights” del 2017, e un nuovo panorama musicale in continua crescita. Il pastiche che si viene a creare tra le loro radici musicali, il soul anni Settanta ancora presente in tracce come “Let The Music Play”, il gusto del synth anni Ottanta e uno sguardo alla new wave, si rivela essere un buon punto da cui ripartire. Non un lavoro totalmente innovativo, se pensiamo a quanti siano i rimandi letterali ad altre correnti. A questa dose di mancanza di originalità dei Two Hicks One Cityman, si contrappone la loro cura dei dettagli che fanno di “Ukiyo” un lavoro interessante.