CRASH BURN INFERNO: "Il Rock è un cinghiale arrapato, mica un cagnolino ammaestrato!"
I Crash Burn Inferno in uno scatto promozionale.
I Crash Burn Inferno in uno scatto promozionale.

CRASH BURN INFERNO: “Il Rock è un cinghiale arrapato, mica un cagnolino ammaestrato!”

Dò il benvenuto ai Crash Burn Inferno tra le pagine di Music.it! Rompiamo subito gli indugi: ci raccontereste un aneddoto divertente o strano tratto dalla vostra attività live o studio?

Ade: Ciao a tutti. Allora, quando abbiamo registrato la prima volta: eravamo andati tutti concentrati e un po’ nervosi in studio. Ma poi della vodka russa ha iniziato a scorrere e… non mi ricordo di aver registrato gli assoli. Tipo, quando ho sentito il mix di “I don’t Care” ho detto: “ah, c’è un assolo”. Pensavo fosse strumentale il break centrale!

Mason: Praticamente dopo una pausa per apprezzare gli arancini della moglie del Dottor Gigli abbiamo iniziato una serie di brindisi per cui, oltre ad inficiare le mie prestazioni sullo strumento, ho dovuto chiedere asilo al nostro produttore per la notte perché non ero davvero in grado di portare a casa la pelle.

Bedolf: Chi ben comincia….

… è a metà del fegato! Ma raccontateci di voi. Come siete finiti a formare un power trio come si vedevano nei gloriosi anni d’oro del proto metal?

A: Credo sia proprio perché ascolto principalmente Proto Metal e Hard Rock vecchia maniera. E un po’ perché meno gente è coinvolta meno si discute.

M: Il trio è evidentemente una formazione versatile.

Ascoltando il vostro minialbum “Electric church of the middle finger” ho avuto la (leggera) impressione che vi piaccia suonare in modo completamente libero, sbattendovene di ciò che è mainstream e di ciò che non lo è. Mi piace. Vorreste descrivere ai nostri lettori la vostra musica?

A: Da quando ero bambino e ho iniziato ad ascoltare musica, sono sempre stato fuori dal mondo. Andavo alle medie e vedevo tutti quelli appena più grandi di me con le magliette con su un ragazzo biondo con i capelli lunghi, e la scritta Nirvana, e credevo fosse una marca di vestiti. Ascoltavo l’hard rock anni ’70, il blues dei ’50, e Jimi Hendrix. Il mio mondo era quello, e sono cresciuto sfasato di una generazione. Così mi trovo a suonare rock superdistorto come se fossi nell’83, perché il mio background parte dal ’55. Ed è quello che facciamo.

Ha, a chi lo dici! Anche per me gli anni ’90 sono arrivati dopo nella formazione musicale.

B: Il bello è alla fine insieme si fa musica libera senza pensieri.

Se vi dovessi chiedere un libro, un film o un qualsiasi lavoro narrativo che vi rappresenta, quale sarebbe?

A: “Il richiamo della foresta” di Jack London.

M: Il film libro che ci rappresenta al momento non saprei dire. Forse un “Rocky Horror Picture Show”. Ma non saprei dire perché.

Scelta senza dubbio interessante. A parte i Motörhead, la cui impronta si sente forte e chiara, quali altri gruppi considerate modelli di ispirazione?

A: Deep Purple e Black Sabbath per farla breve. Ma sono talmente tanti da elencare. Un po’ tutto quello che ti piace ti rimane addosso no?

B: Il mio unico gruppo di ispirazione sono i buon vecchi Metallica di Cliff Burton.

M: Come modello di ispirazione a parte i , non saprei dire se non prendere l’Hard Rock come fondamenta del nostro stile.

Avete scelto la famigerata “Helter Skelter” dei Beatles come cover, facendone una canzone Metal rauca e cattiva. Cosa significa questa canzone per voi?

A: Il mio secondogenito è nato tre anni fa, all’epoca della formazione della band, e quando aveva pochi giorni, mettevo su i The Beatles e si incantava. È stato anche per causa sua che mi sono messo lì ad ascoltare bene i “Fab Four”. E “Helter Skelter” è quel tipo di ibrido tra rock 60’s e durezza 70’s che ha aperto tante di quelle porte e strade che non si può non amare.

M: La nostra “Helter Skelter” per me rappresenta come dire una upgrade dell’originale. Cioè era una manata per l’epoca e noi l’abbiamo “aggiornata”

B: “Helter” fa girare tutti insieme nello stesso tempo, sono momenti in cui tutto sembra andare a fuoco.

“Electric Church of the Middle Finger” sembra un dito medio puntato verso ogni tipo di attualità musicale. Cosa ne pensate della scena musicale italiana degli ultimi anni? C’è qualcosa che proprio non sopportate? C’è qualcosa che salvereste, o che vi piace?

B: In questi anni la musica si fatta un po’ trascurare dai grandi artisti nei confronti dei più giovani. Mega concerti e… piccoli concertini. Nessuno che cerca di promuovere i giovani e le giovani band ad uscire dal giro delle sagre di paese.

M: Sulla scena attuale non ho un opinione chiara al momento.

A: Mi piace che ci siano tantissime band brave, e tanti artisti incredibilmente capaci, in ogni cazzo di genere trovi gente super preparata e di altissimo livello. Quello che non mi piace è il perbenismo borghese che sembra diventato imperante. Cazzo, questo è Rock n’ Roll, mica Folk cantautorale. Ci vuole il fuoco, l’energia e il testosterone! Il Rock è un cinghiale arrapato, mica un cagnolino addestrato che si mette a sedere a comando.

Questo era tutto per me. Ringrazio i Crash Burn Inferno e lascio loro volentieri lo spazio di chiusura.

A: Ciao a tutti! Ascoltate la nostra roba su Spotify o dove vi pare, tanto è aggratis!