DANIELE BOGON ci trasporta nei suoi mondi e nella sua testa con 17 ENCORES
Daniele Bogon in una foto promozionale
Daniele Bogon in una foto promozionale

DANIELE BOGON ci trasporta nei suoi mondi e nella sua testa con 17 ENCORES

Sdraiatevi sul divano, rilassatevi, mettete le cuffie alle orecchie e premete play. Chiudete gli occhi e non spaventatevi se all’inizio quella che sentirete non è la solita musica che vi aspettate, perché sarà solo l’inizio del percorso che Daniele Bogon ha tracciato con “17 Encores”. L’artista di Padova inizia a studiare musica sin da bambino, militando con diversi gruppi, ma è il suo aspetto solista quello che ascolterete. Il suo aspetto fatto di luci tenui e penombre, dove tutto si confonde, come nelle tracce dell’album.

Il lavoro composto di 15 brani, altro non è che il completamento del suo primo album “17”. In questo lavoro, le 5 nuove tracce presenti vanno ad esplorare più a fondo la branca elettronica della musica, togliendo spazio agli strumenti tradizionali. Passando da tracce più ambient, come per l’appunto in “Ambient” o “Airport” sino a muoversi verso nuovi orizzonti come in “Batman is Bruce Wayne”. Nuove sensazioni che si trovano sul sottile filo che separa l’angoscia dallo stato di calma.

Più impegnativo di quello che potrebbe sembrare in apparenza, riesce a suscitare la giusta dose di emozioni

L’ascolto è decisamente piacevole e nonostante alcune tracce superino largamente i 6 minuti, scorrono via in un batter d’occhio. Le atmosfere cinematografiche a tratti lasciano spazio a pensieri più introspettivi. È chiaro sin da subito come questo lavoro potrebbe entrare tranquillamente a far parte di una delle più recenti serie tv, riuscendo ad evocare panorami differenti ma seguendo una linea ben precisa. Gli strumenti come archi e pianoforte si fondono perfettamente con il digitale, creando la giusta miscela tra il classico e il moderno.

Sicuramente quello di Daniele Bogon non è un album ne di facile interpretazione, ne adatto ad un pubblico in cerca musica da ballo o spensierata. Più impegnativo di quello che potrebbe sembrare in apparenza, riesce a suscitare, se ascoltato con attenzione, la giusta dose di emozioni. “17 Encores” rappresenta l’anima dell’artista e il mondo che lo circonda visto dai suoi occhi. Quando la musica riesce a rubare spazio alle parole e lo fa sulle linee di un mondo digitale.