DARIO ARGENTO voleva PINK FLOYD e DEEP PURPLE nei suoi film
Il Maestro del Brivido Dario Argento durante il 52° Stiges Film Festival – Spagna, 12 ottobre 2019.
Il Maestro del Brivido Dario Argento durante il 52° Stiges Film Festival – Spagna, 12 ottobre 2019.

DARIO ARGENTO voleva PINK FLOYD e DEEP PURPLE nei suoi film

Quando si fa grande cinema, si cerca sempre sempre di farci la propria opera con contenuti di spessore. Dario Argento, soprannominato “Maestro del brivido“, ha svelato ai microfoni di Radio Rai 2 che per alcuni suoi film avrebbe voluto inserire le musiche di artisti d’eccezione come Pink Floyd e Deep Purple.

«In “Quattro mosche di velluto grigio” avrei voluto le musiche dei Deep Purple e in “Profondo rosso” quelle dei Pink Floyd»

Dario Argento ha raccontato di aver voluto incontrare le band in questione personalmente per parlare del progetto, ottenendo, tuttavia, scarsi risultati:

«Sono andato anche a Londra per incontrare i Pink Floyd. Erano miei fan e conoscevano i miei film, ma loro in quel momento, seppur gentilissimi, stavano facendo “The Wall” e stavano preparando anche il film, quindi per questa ragione mi dissero che non potevano»

Di certo, l’aver avuto nomi come Roger Waters e David Gilmour all’interno dei proprio film, avrebbe alzato ancor di più il valore delle pellicole di Dario Argento. Purtroppo, gli andò male. Ma non per questo Dario Argento si arrese, anzi.

«Allora mi rivolsi ai Genesis, che invece sarebbero stati in tournèe per due anni. Volevo un gruppo di musicisti inglesi di quegli anni»

Dario Argento avrebbe voluto chiedere anche ai Deep Purple, ma anche gli Emerson Lake & Palmer  gli sarebbero andati a genio. Tuttavia, il suo editore dell’epoca gli sottolineò gli eccessivi costi che ne sarebbero derivati. Di rimando, l’editore gli fece sentire un demo di una band romana intitolato “Cherry Five”. Già, stiamo parlando proprio dei Goblin.

E infatti, alla fine, “Profondo Rosso” fu affidata ai Goblin e al jazz-rocker Giorgio Gaslini, che aveva già lavorato con lui per “Le cinque giornate”. Per quanto riguarda “Quattro mosche di velluto grigio”, invece, la scelta ricadde su Ennio Morricone.

Forse non è andata come sperava, ma di certo le musiche dei film di Dario Argento sono rimaste comunque nella storia.