Benvenuto Dino Fumaretto! Iniziamo questa intervista in modo alternativo: raccontaci qualcosa di te, un segreto che il tuo pubblico ancora non conosce.
Sono Elia Billoni, Dino Fumaretto non si fa intervistare. Il pubblico di me non dovrebbe sapere nulla, non dovrebbe essere interessato a me ma alle canzoni.
Elia Billoni è l’interprete ufficiale del tuo canzoniere. Come è nato il vostro incontro? Cosa ti ha convinto di lui?
Sono io Elia Billoni. Dino Fumaretto mi aveva sentito suonare cose a caso al piano, mentre cantavo parole inventate. Ha ritenuto fossi il suo interprete ideale.
Quali sono stati i tuoi eroi di rifermento che hanno influito sulla tua poetica?
Kafka, Ivano Ferrari, Neil Young, Buster Keaton.
Credi che per tradurre in musica viaggi onirici ci sia un genere musicale più specifico rispetto ad altri?
No, serve solo il coraggio di calarsi negli abissi.
Come nasce il tuo nuovo disco “Coma”? Si tratta di un’esperienza personale vissuta o è una condizione che ognuno di noi vive nel sogno?
Esperienze personali mischiate ad altre inventate, e alla fine non si capisce più il confine. Proprio perché lo scopo è perdersi.
A quale realtà musicale italiana possiamo accostare “Coma”?
A nessuna, credo.
Cosa dobbiamo aspettarci per le prossime canzoni? Da dove vengono gli spunti per scriverle?
Io non scrivo, io interpreto e vivo. Penso vengano da dentro e un po’ da fuori. Non ho idea di cosa dobbiamo aspettarci dalle prossime canzoni, finché Dino Fumaretto non torna a scrivere.
La nostra intervista è giunta al termine. Queste ultime righe per te e per dire ciò che vuoi, spazio alla fantasia!
Io non ho fantasia, sono solo un interprete.