CLEVER SQUARE: "Con la formazione nuova tutto ha preso un'altra piega"
La nuova formazione dei Clever Square
La nuova formazione dei Clever Square

CLEVER SQUARE: “Con la formazione nuova tutto ha preso un’altra piega”

Risposte di Giacomo D’Attorre e Francesco Lima

Ciao a Giacomo e Francesco e benvenuti ai Clever Square su Music.it! Per rompere il ghiaccio iniziamo questa intervista con un aneddoto curioso legato alla vostra carriera o alla musica in generale. Raccontatecene uno!

Fra: Guarda, a marzo abbiamo prenotato un B&B accanto al lago di Braies, sulle Dolomiti, per scoprire solo la settimana prima che ovviamente sarebbe stato coperto di neve. Abbiamo ripiegato sul lago di Suviana vicino Bologna e ci abbiamo girato il videoclip di “Cringe”, il primo singolo del disco. Alla fine si è rivelato un contrattempo fortunato (speriamo).

Giacomo, dopo lo scioglimento della band, nel 2015, c’è stato un momento in cui hai pensato che fosse tutto finito?

Gec: Quando abbiamo smesso di suonare quattro anni fa ero convinto che non avrei più ripreso, dopodiché, tra alti e bassi, sono arrivato alla consapevolezza di doverlo e volerlo fare. Avevo bisogno di cambiare un po’ le carte in tavola, ho conosciuto Francesco e con la formazione nuova tutto ha preso un’altra piega.

Questa nuova line up ci regala una versione 2.0 dei Clever Square, ed un nuovo, omonimo, album. Vi va di raccontarci come è nato questo disco?

Fra: Direi che il disco è nato e “rinato” in due tempi. Abbiamo iniziato a lavorare in sala prove, un po’ perché è il posto in cui abbiamo iniziato a conoscerci, un po’ perché ci permetteva di mantenere un approccio istintivo alla composizione. Abbozzata una tracklist, abbiamo spostato i pezzi in camera e in studio (l’Alpha Dept di Bologna) e lì, anche grazie all’aiuto di Marco Giudici, li abbiamo guardati più nel profondo, hanno cambiato pelle e abbiamo dato loro la veste che si sente sul disco, più intima e meno irruenta.

La crisi legata alla fine della precedente esperienza Clever Square, ha dato la spinta giusta per tornare a scrivere? O semplicemente questa vocazione viene da dentro ed era solo prigioniera di un malessere momentaneo?

Gec: Scrivere per me è una necessità, non ho mai smesso di farlo, la spinta che mi mancava era più che altro quella di tornare ad “espormi” come avevo fatto con naturalezza fino a quel momento. In effetti anche durante le registrazioni del disco, che sono state frammentate nell’arco di mesi, ci sono stati diversi momenti in cui sono andato molto vicino al fare saltare tutto. Fortunatamente lavoro con persone più lucide di me.

Questo album ci sembra molto più cantautorale, rispetto agli altri lavori della band, ma sempre con energia e spirito casinista. Cosa ha influito di più in questo cambio di stile compositivo?

Fra: È cambiata la band. Credo che la vena cantautorale di cui parli ci sia sempre stata nei pezzi di Gec, nei nuovi l’abbiamo avvertita anche noi in modo molto personale e la composizione ne è stata influenzata di conseguenza.

Nel disco troviamo interessanti collaborazioni, come la leader degli Any Other, Adele Nigro, che duetta con Giacomo in “Avocado Phishing”. Come è andata? E se doveste etichettare il sound dei Clever Square sotto un preciso stile, tra rock, funk, jazz o altro, quale sarebbe?

Gec: Con Adele Nigro volevo fare qualcosa da tempo, anche perché siamo tutti suoi fan della prima ora. “Avocado Phishing” mi sembrava perfetta per la sua voce, anche il sax sul finale è suo e credo abbia svoltato il pezzo.
Fra: Se dovessimo etichettare il nostro sound diremmo Indie rock.

Non ci è sfuggito un certo richiamo a band come Dinosaur Jr, Sebadoh o Sonic Youth. Quali sono gli artisti che più influenzano la composizione delle canzoni dei Clever Square?

Gec: Credo che questo richiamo sia sempre più lontano, benché sempre presente, è la musica con cui sono cresciuto. Di recente un amico con cui ascoltavo il disco, parlando di “To Spoon-Feed You”, ha tirato in ballo il Neil Young di “Harvest” e la cosa mi ha colpito molto, io non ce l’ho proprio sentito. C’era poi tutto un discorso sul fatto che John Frusciante parlasse di “Californication” come direttamente ispirata ai The Cure di “Disintegration”. Durante la stesura di questo disco i miei ascolti più frequenti sono stati sicuramente di tutt’altro tipo rispetto ai nomi che hai fatto, penso ai King Gizzard & The Lizard Wizard o agli Spoon.

Ok, probabilmente ognuno di noi si lascia trasportare dalle proprie influenze. Francesco, tu vuoi aggiungere qualcosa?

Fra: C’è un immaginario comune all’interno del quale condividiamo molti ascolti, penso ai Pavement, a Car Seat Headrest, i The National, Courtney Barnett, ecc. Ascoltiamo un sacco di musica e ci mandiamo dischi quotidianamente. Personalmente quando mi innamoro di qualcosa è facile che mi influenzi. In questo momento, per dire, sto in fissa con un disco italiano uscito a marzo, “Hopefully Again” dei Malihini, proprio bello.

Avete già programmato il tour promozionale del nuovo album? Dove possiamo venire a seguirvi dal vivo?

Gec: La prima data è il 23 maggio al Mercato Coperto a Cesena, le altre le annunceremo man mano sui nostri canali social, le troverete abbastanza facilmente su Facebook e Instagram.

Le nostre domande sono terminate, lasciamo a voi lo spazio per aggiungere ciò che volete.

Gec: Grazie per lo spazio, ci vediamo presto in giro.